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AquaFarm 2025: acquacoltura tra rinnovabili e biodiversità



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Attività, ricerche ed esperienze con cui scienziati, industrie e allevatori minimizzano l’impatto ambientale di questo settore in armonia con le esigenze di maggiore produzione di cibo. L’appuntamento con l’ottava edizione di AquaFarm è per il 12 e 13 febbraio presso Pordenone Fiere

Pubblicato il 22 gen 2025



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L’ottava edizione di AquaFarm, la mostra-convegno internazionale dedicata all’acquacoltura e all’industria della pesca sostenibile, si focalizzerà sulle svariate modalità con cui l’acquacoltura sta attivamente diminuendo il suo impatto ambientale: dall’autoproduzione dell’energia, all’integrazione di diverse specie nello stesso allevamento, all’utilizzo di scarti ittici e di proteine microbiche per i mangimi, fino ai sistemi a ciclo chiuso. L’evento si terrà il 12 e 13 febbraio presso Pordenone Fiere.

La manifestazione è nata nel 2017 e dal 2020 è accompagnata da NovelFarm, mostra-convegno internazionale sulle innovazioni in agricoltura, indoor e vertical farming. Ultima arrivata, dal 2022, AlgaeFarm è l’appuntamento italiano che unisce ricerca e industria in merito alla coltivazione delle microalghe e degli altri microorganismi. La partecipazione all’evento è gratuita previa registrazione online sul sito

Dall’acquacoltura per la sostenibilità del Food

Con il 51% della produzione totale, l’acquacoltura è diventata la principale fonte di pesci, crostacei e molluschi per il consumo umano. Questa cifra, confermata dalla FAO, è destinata a crescere per fare fronte alla domanda di cibo sicuro e nutriente da parte della popolazione mondiale. Di conseguenza, non sorprende che scienziati, industria e allevatori stiano lavorando per ridurre al minimo l’impatto di questa attività sempre più rilevante, in modo da garantire il suo sviluppo sostenibile.

L’acquacoltura per il pianeta” è il titolo della sessione inaugurale del programma di conferenze della Fiera di quest’anno. La tutela della biodiversità e la convivenza armoniosa con l’ambiente circostante, in particolare negli allevamenti marini, sono questioni di grande importanza nel contesto attuale.

L’Associazione degli allevatori andalusi aspira a dimostrare che tale coesistenza è possibile, proponendo la baia di Cadice come primo Globally Important Agricultural Heritage System (GIAHS) dedicato all’acquacoltura al mondo. La certificazione GIAHS premia i sistemi di produzione alimentare in grado di integrare tradizione, legame con le comunità locali e sostenibilità economica.

Energia: autoproduzione per l’autoconsumo

Quando i costi di elettricità e gas sono aumentati drasticamente tre anni fa, molti allevamenti – in particolare quelli terrestri – hanno affrontato una crisi. Nonostante la situazione sia ora più stabile, gli allevatori hanno tratto lezioni importanti. L’obiettivo è l’autosufficienza energetica: biogas prodotto da rifiuti e scarti o energia elettrica generata attraverso soluzioni fotovoltaiche, anche galleggianti, in linea con le attuali tecnologie e normative. Alessandra Scognamiglio, coordinatrice della task force Agrivoltaico Sostenibile dell’ENEA e Presidente dell’Associazione Italiana per l’Agrivoltaico Sostenibile, parlerà di quest’ultima opzione.

Nutritech va oltre, avendo sviluppato un sistema di allevamento acquaponico (pesci e vegetali) completamente autonomo dal punto di vista energetico, tramite l’utilizzo di fonti rinnovabili. Il sistema, già pronto per il mercato, è gestito da un’intelligenza artificiale che monitora i parametri ambientali e interviene quando necessario. L’impianto è anche in grado di autoprodurre ossigeno, utilizzato per la gestione, e idrogeno, che alimenta una cella a combustibile.

Circolarità nell’acquacoltura

Non è possibile replicare lo stesso livello di autonomia in mare, ma si possono fare significativi progressi. L’acquacoltura multitrofica integrata, che sarà presentata dal CREA con il progetto BlueBoost, prevede l’allevamento di diverse specie acquatiche appartenenti a più livelli trofici nello stesso sito produttivo, per esempio pesci di alto valore commerciale (spigola, orata, cefalo), molluschi filtratori (mitilo, vongola, ostrica), invertebrati detritivori (oloturia) e specie autotrofe (macroalghe). Le deiezioni di una specie costituiscono l’alimentazione di un’altra, il che permette di ottenere un alto livello di produttività con un basso impatto ambientale.

La valorizzazione di tutte le risorse di un sistema è alla base della circolarità in allevamento, al centro della sessione di chiusura del programma di AquaFarm. Si inizierà con il sempre più diffuso utilizzo degli scarti di lavorazione del pesce per la mangimistica, al fine di ridurre l’impatto della pesca. Ne parlerà Enrico Bachis, Market Research Director dell’IFFO – International Fish Feed Organization.

Sulla stessa linea ma con risorse “terrestri”, lavora il progetto WIN4FEED – Waste & Insect for Feed, di Fondazione Mach, che punta a utilizzare i sottoprodotti della lavorazione alimentare come terreno di crescita di larve d’insetto, fonte di proteine per i mangimi ittici. Invece che di insetti si parla di microbi nelle ricerche dell’Università di Verona, che puntano a modificare digestori anaerobici per biogas per utilizzare il digestato come substrato per la produzione microbica di proteine per mangimi.

Per il progetto di troticoltura circolare CircularRainbow, coordinato dall’Università di Udine, la materia da riutilizzare il più possibile è l’acqua. Gli allevamenti di trota in terraferma in tutta Europa devono fare i conti con una maggiore erraticità nella disponibilità di acqua corrente. Il progetto punta quindi a far ricircolare l’acqua in un sistema in larga parte chiuso. Un ulteriore vantaggio di questa soluzione è la possibilità di recuperare reflui e fanghi per alimentarli nei digestori a biogas e migliorare così il bilancio energetico degli allevamenti.

Aloponica verticale: la novità

La sessione si chiude con una novità tra le tecniche di allevamento: si tratta dell’aloponica (acquaponica in acqua salmastra) verticale, che unisce idroponica, vertical farming e allevamento a ciclo chiuso.

Nella versione sviluppata dall’Università di Padova, specie vegetali tolleranti al sale sono coltivate in idroponica verticale e impiegate come alimento per i gamberetti. I fanghi del sistema vengono trattati applicando tecniche di vermicomposting e valorizzati come biofertilizzanti. I lombrichi vengono infine utilizzati come integrazione alimentare per i gamberetti, chiudendo il cerchio.

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