Coniugare la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili con l’agricoltura è possibile. Anzi, di fronte alla crisi energetica e climatica che sta generando impatti negativi in termini di contrazione della produzione e di fluttuazioni di mercato, l’agrivoltaico si erge come un nuovo paradigma di sviluppo che ha tutte le carte in regola per contribuire a promuovere l’agricola sostenibile e a tutelare il paesaggio, riducendo il consumo di suolo.
Ed è proprio in ragione della direzione intrapresa da tempo dall’intera Unione europea verso la riduzione dell’uso di energia derivante da fonti fossili e della promozione di soluzioni sostenibili, che arriva la prassi di riferimento UNI/PdR 148:2023.
Sviluppata nell’ambito di una collaborazione tra UNI (Ente Italiano Normazione) e gli esperti di ENEA, Università Cattolica del Sacro Cuore e REM TEC, titolare di numerosi brevetti in tutto il mondo che fanno coesistere la produzione di energia da fonti rinnovabili e la produzione agricola, la prassi si pone l’obiettivo di individuare i requisiti necessari affinché un impianto fotovoltaico possa essere definito un “sistema agrivoltaico“, indicando le condizioni per la sua ottimale integrazione nel paesaggio, in accordo con la normativa vigente in materia.
La nuova prassi UNI/PdR 148 per l’agrivoltaico
L’agrivoltaico rappresenta una soluzione innovativa che cerca di massimizzare l’utilizzo delle risorse agricole e energetiche. Tuttavia, finora, l’assenza di criteri ben definiti ha reso difficile il monitoraggio a lungo termine delle prestazioni degli impianti agrivoltaici e la valutazione dei relativi costi e benefici. Per colmare questa lacuna, è stata sviluppata la prassi UNI/PdR 148, che si basa sulle linee guida ministeriali e sull’esperienza di altri paesi.
In tal senso, il documento è strutturato in modo da definire una panoramica delle tipologie e applicazioni dei sistemi agrivoltaici, classificandoli, definendone i requisiti e fissandone le best practice. L’obiettivo è assicurarsi che rispettino il principio di integrazione reciproca tra agricoltura e tecnologia fotovoltaica, in linea con la normativa vigente in materia, e che richiede di sviluppare impianti per la produzione di energia da fonte solare preservando il pieno utilizzo del terreno per l’agricoltura.
Un punto di riferimento per l’integrazione “strutturata” di energia e agricoltura
Grazie al know-how, alle competenze e professionalità pluriennali presenti nei suoi centri di ricerca di Casaccia e Portici, ENEA ha supportato la definizione delle tecnologie degli impianti fotovoltaici, tenendo conto degli ultimi sviluppi nelle celle e nei moduli commerciali, in particolare in silicio.
Per valutare in maniera oggettiva la scelta agrivoltaica rispetto ad altre soluzioni, ENEA è impegnata nell’individuare metodi di monitoraggio dei sistemi agrivoltaici, con particolare attenzione alla produzione e gestione di dati di entrambe le attività produttive. Questo è essenziale per comprendere appieno le prestazioni e il rendimento complessivo di tali sistemi.
Un altro elemento chiave nella definizione di un sistema agrivoltaico riguarda l’integrazione armoniosa nel paesaggio circostante. Per questo, i ricercatori di ENEA hanno sviluppato tecniche all’avanguardia per garantire che questi impianti si inseriscano perfettamente nell’ambiente circostante, utilizzando le più recenti innovazioni nell’analisi del territorio. Ciò significa che gli impianti possono essere realizzati senza compromettere l’aspetto estetico del paesaggio.
L’importanza di standardizzare la realizzazione dell’agrivoltaico
“L’agrivoltaico rappresenta una soluzione per coniugare la produzione di energia elettrica da fotovoltaico con quella agricola; tuttavia, ad oggi, gli impianti agrivoltaici installati non rispondono a criteri assestati e ciò rende difficile monitorarne nel tempo le prestazioni e valutare costi e benefici”, evidenzia Girolamo Di Francia, responsabile del laboratorio Sviluppo applicazioni digitali, fotovoltaiche e sensoristiche del Centro Ricerche ENEA di Portici. “In questo contesto la nuova prassi UNI/PdR 148 può fornire un valido punto di riferimento richiamandosi alle linee guida ministeriali e, come già accaduto in altri Paesi, suggerire norme e prassi per la realizzazione di impianti agrivoltaici in modo da standardizzarne la realizzazione e consentire, al contempo, il controllo delle produzioni sia di energia elettrica che di prodotti agricoli”.