Agrifood Tech e Smart Farming come prospettiva per la ripresa del nostro Paese, traducendo il concetto di spreco in una preziosa risorsa da reinserire nel processo produttivo, ossia la capacità di saper ricodificare tutti gli attori della filiera verso un principio cardine: quello della sostenibilità.
La qualità della vita dipende sempre più dalle abitudini dei consumatori, dal comportamento di questi nei confronti dell’ambiente e dalle scelte relative al consumo di cibo quotidiano. Esiste una profonda consapevolezza nell’individuo sull’opzione migliore da selezionare, affinché i suddetti comportamenti quotidiani siano il più environment-friendly possibili. Ciò reca in sé anche la consapevolezza circa la riduzione degli sprechi, fattore di essenziale importanza, la cui ripetizione non sarà mai superflua.
Si ha così l’inevitabile formazione di una coscienza ambientale che porta l’individuo a una continua riflessione, e a una ricerca di soluzioni innovative per la transizione ecologica. Di qui l’esigenza di trasformare tutto ciò che attualmente risulta un danno per l’ambiente e per l’esistenza umana, in un valore aggiunto.
Agrifood Tech, cos’è
Il termine Agrifood Tech identifica, in estrema sintesi, una visione del futuro della filiera agricola e agroalimentare secondo la quale, grazie alle tecnologie digitali, l’intero comparto aumenterà la propria competitività.
Come noto, il sistema agroalimentare italiano, dopo un periodo di estrema debolezza e difficoltà dovuta alla questione pandemica, ha come obiettivi proprio la trasformazione digitale e la transizione ecologica di tutti quei processi che si sostanziano nella produzione Made in Italy.
Il tutto sarà possibile grazie ai fondi messi in campo dall’esecutivo nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR): un forte stimolo per poter rendere la supply chain più efficiente, smart e sostenibile. Tuttavia, risulta necessario comprendere se il boom di investimenti sarà, appunto, sostenibile in termini di efficienza e di efficacia e pertanto, sarà essenziale valutare i limiti e la reale conoscenza dei canali informativi disponibili in tema di Smart Farming, ovvero una tipologia di agricoltura tradizionale con nuove soluzioni digitali e tecniche.
Una prospettiva incoraggiante dall’Osservatorio Food Sustainability
Secondo l’Osservatorio Food Sustainability un quarto delle 7.120 startup agrifood censite nel mondo persegue obiettivi di sostenibilità, soprattutto in termini di produzione e consumo responsabili, lotta alla fame e crescita economica sostenibile e inclusiva. Complessivamente hanno raccolto 5,6 miliardi di dollari di finanziamenti, pari a un investimento medio di 7,7 milioni di dollari.
Nel panorama internazionale Norvegia, Israele e Uganda si aggiudicano la posizione più competitiva nell’ambito delle startup agrifood sostenibili. L’Italia, invece, occupa la dodicesima posizione con 22 startup agrifood sostenibili e 23 milioni di dollari raccolti. Tuttavia, la penisola presenta un mercato in evidente crescita rispetto agli anni precedenti: 15 startup sostenibili in più (erano 7 nel 2019, il 13% del totale) e 23 milioni di dollari di investimenti raccolti contro i 300mila dollari di un anno fa, pari a un finanziamento medio di un milione di dollari.
L’idea che sia possibile mantenere, diffondere e quindi far crescere l’attuale livello di produzioni e di consumi, ma in modo “sostenibile”, cioè con fonti energetiche e risorse rinnovabili e con il riciclo, risulta oltreché obbligo evidente, anche considerando gli ultimi dati riguardanti la crisi climatica, ma comunque un adempimento di fattibilità concreta, visti i dati di cui alla narrativa che precede.
Bravo Innovation Hub: l’acceleratore per il Mezzogiorno
Il settore Agrifood per una startup può essere un grandioso moltiplicatore per accedere a un network di contatti di settore. Tali contatti potranno essere di vitale importanza, in quanto se sfruttati al meglio riusciranno a sostenerne la crescita e l’accesso alla filiera.
Il Ministero dello Sviluppo economico, in questa prospettiva, si pone a supporto delle nuove e giovani realtà dando una scossa al mondo delle startup grazie al “Bravo Innovation Hub”, il programma di accelerazione per le società più innovative del Sud del Paese che permette di offrire soluzioni innovative all’intera filiera agro-alimentare aumentando in maniera esponenziale il livello di maturità digitale del Paese e il suo potenziale competitivo.
ANGI per lo sviluppo dell’Agrifood Tech
Partendo dai precedenti dati e presupposti, ANGI, Associazione Nazionale Giovani Innovatori, si fa pioniera di queste idee, accompagnata dall’Associazione Giovanile di Confagricoltura con la quale ha deciso di siglare un protocollo d’intesa per la trasformazione tecnologica e digitale degli ecosistemi dell’Agritech e dell’Agrifood.
Come osserva il presidente dei giovani di Confagricoltura Francesco Mastrandrea “oggi il settore primario deve avvalersi della tecnologia e del digitale per essere più competitivo, ma anche più sostenibile dal punto di vista ambientale ed economico. Attraverso questa collaborazione proseguiremo coinvolgendo sempre più le nostre imprese, attraverso iniziative di formazione e divulgazione della cultura dell’innovazione”.
E così il presidente ANGI Gabriele Ferrieri sostiene “occorre favorire l’incontro tra imprenditori agricoli e operatori nazionali e internazionali che possono affiancarli nei processi di innovazione aziendale. Fondamentali – continua – sono gli obiettivi nell’ambito della formazione dei giovani che entrano nel mondo del lavoro in una fase di crisi economica. Non meno importanti le attività finalizzate alla maturazione collettiva di una nuova consapevolezza dell’agricoltura e dell’alimentazione che guardano alla sostenibilità, all’ambiente e alla tutela delle biodiversità”.
Il suddetto protocollo prevede l’avvio di progetti congiunti nel campo dell’innovazione, con particolare attenzione alla promozione ed al supporto di nuove imprenditorialità in termini economici e territoriali in Italia e nel mondo, nonché alla didattica per i giovani. Nello specifico, verranno promosse iniziative di formazione e sviluppo per imprese e startup agroalimentari, anche con un focus specifico sul Mezzogiorno, fornendo ai giovani innovatori nuovi strumenti, anche didattici, per essere più competitivi sui mercati.
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