Agrifood: segnali positivi (+6,1%) per l’export agroalimentare dell’Europa

Nel periodo gennaio – settembre 2021 il commercio agroalimentare UE è cresciuto del 6,1% rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno per un valore di 239,5 miliardi di €. 

Pubblicato il 05 Gen 2022

AGRIFOOD-EUROPA-2022

Segnali di ripresa e di sviluppo, anche in termini di export, per l’agroalimentare europeo. Nel periodo gennaio – settembre 2021 analizzato nel report “Monitoring EU Agrifood Trade: Developments January – September 2021” della Commissione europea (link al report completo) si segnala una importante crescita del commercio agroalimentare UE: il valore totale ha segnato uno sviluppo del 6,1% rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno arrivando a 239,5 miliardi di €. 

La crescita è stata sostenuta dalle esportazioni che sono aumentate dell’8%, arrivando a 145,2 miliardi di €. Nel contempo le importazioni sono cresciute del 3,5 %, per un fatturato complessivo pari a 94,2 miliardi di € con un’eccedenza del commercio agroalimentare di 51 miliardi di € per i primi nove mesi dell’anno, e con un aumento del 17% rispetto allo stesso periodo del 2020.

Il mercato che ha risposto meglio alla domanda di beni agroalimentari europei è rappresentato dagli Stati Uniti, che hanno registrato una crescita del 15%, sorretta primariamente da esportazioni di vino e liquori, prodotti dell’industria dolciaria e cioccolato. Sono cresciute le esportazioni anche verso la Corea del Sud anche in questo caso grazie all’industria vinicola vino, alla carne suina, al frumento e al frumento segalato. Buoni risultati anche per esportazioni agroalimentari verso il Regno Unito nel 2021 con un aumento di 166 milioni di € e verso la Svizzera. Con il segno rosso invece le esportazioni in direzione di Arabia Saudita, Hong Kong e Kuwait.

In termini di importazioni agroalimentari, la crescita ha premiato il Brasile, con un aumento importante pari al 16 % rispetto allo stesso periodo del 2020, ma anche l’Indonesia, l’Argentina, l’Australia e l’India. Da segnalare la forte diminuzione (2,9 miliardi di €, pari al 27 %) delle importazioni provenienti dal Regno Unito, di minore entità ma comunque importanti anche le diminuzioni nelle importazioni da USA,  Canada, Nuova Zelanda e Moldavia.

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