Tra il 2014 e il 2015 anche i progetti più innovativi nel campo dell’agrifood hanno rischiato di rimanere impantanati nella crisi economica, e le aziende che li avevano messi a punto hanno rischiato di bloccarsi. E ad esempio il caso di Penelope, che nel 2009 ha brevettato il sistema ValueGo per il tracciamento e la garanzia dall’origine al consumo dei prodotti della filiera agroalimentare. “La crisi ha colpito – dice al Sole24ore il fondatore di Penelope, Francesco Marandino, poi due partnership internazionali ci hanno consentito di uscirne”.
Così Penelope è diventata competence center per le soluzioni di Cisco rivolte all’agrifood, comprese quelle che si basano sulla sensoristica e sui tag Rfid. L’altra partnership è quella con Pwc sul programma Food Trust per migliorare al collaborazione tra i soggetti che fanno parte della filiera dell’agroalimentare.
Un degli sviluppi più interessanti per il futuro, sostiene Marandino, riguarda la blockchain: “Stiamo implementando miglioramenti – continua – basandoci sul protocollo blockchain. Pensiamo al controllo delle materie prime dal punto di vista ispettivo o degli enti di certificazione: la blockchain ci garantisce la compatibilità del dato misurato con il disciplinare di produzione di quel medesimo dato”.
Se per il passato c’è un rimpianto, è che il pubblico non abbia sfruttato appieno le opportunità che gli si sono presentate davanti: “Cisco e Pwc ci hanno consentito di andare all’estero – conclude Marandino – Ma avremmo potuto aumentare il fatturato con nuove soluzioni se la PA italiana fosse stata più efficiente. Abbiamo progetti di ricerca del 2013 che si sono aggiudicati finanziamenti pubblici di cui non è arrivato nemmeno l’acconto”.