Agrifood: in Piemonte un progetto per il tracciamento del bestiame con la blockchain

Grazie al progetto Pinin, finanziato dal POR FESR 2014-2020 – Piattaforma Bioeconomia Regione Piemonte e con la partecipazione del CSI Piemonte, dell’Università di Torino e di altri tredici partner con capofila Consoft Sistemi

Pubblicato il 01 Dic 2020

Raffaella Smarrelli

Centro di Eccellenza Blockchain e Iot CSI Piemonte

tracciamento bestiame blockchain

Al giorno d’oggi lo sviluppo delle imprese italiane che operano nell’agroalimentare è sempre più legato alla capacità di innovare con il digitale. In particolare, a tali imprese si richiede non solo attenzione alla competitività o alle nuove esigenze dei consumatori, ma anche un ripensamento generale dei modelli di produzione che tenga conto di nuovi temi come la trasparenza e la sostenibilità ambientale. Obiettivi che, tuttavia, sono difficilmente conseguibili con i mezzi tradizionali. Nell’ottica di accelerare tale processo di innovazione nasce il progetto PIemuNt chèINa (Pinin), che mira a costruire un’infrastruttura distribuita e decentralizzata al servizio del territorio basata su blockchain per la tracciabilità e autenticazione dei prodotti agroalimentari, con il tracciamento del bestiame tramite blockchain, istituendo un ecosistema di filiera.

Il progetto Pinin per l’agroalimentare piemontese

Il progetto è finanziato dal POR FESR 2014-2020 – Piattaforma Bioeconomia Regione Piemonte e prevede la partecipazione del CSI Piemonte, dell’Università di Torino e di altri centri di ricerca e aziende ICT, per un totale di 13 partner con capofila Consoft Sistemi S.p.A. (www.pinin-project.eu). PININ ha raggiunto il secondo posto nella categoria Ricerca e Università del “Premio Innovazione 4.0″ alla 14° edizione dell’evento “Automation & Testing”.

Attualmente, i sistemi di raccolta automatizzata dei dati di tracciabilità adottati dalle aziende agroalimentari risultano spesso scarsamente condivisi e per nulla omogenei. Esistono molte soluzioni che, di fatto, penalizzano l’efficienza di filiera e la precisione del dato tracciato e nello stesso tempo complicano l’esperienza del singolo utente, costretto, ad esempio, a utilizzare diverse App o siti in cui copiare il codice del lotto del prodotto. Inoltre, la parcellizzazione e la centralizzazione del sistema di tracciabilità su singole aziende mina la fiducia del consumatore in quanto altamente autoreferenziale.

Obiettivi ed effetti del progetto di tracciamento del bestiame

La storia di PININ parte dai pascoli alpini piemontesi, con l’obiettivo di tracciare i movimenti del bestiame sui pascoli. Il progetto prosegue poi scendendo lungo la filiera della carne con la possibilità di considerare anche altri ambiti, come quello dei latticini. In ogni fase le informazioni del lotto del prodotto sono conservate su blockchain, assieme alle informazioni sui lotti di materie prime o semilavorati da cui sono derivati. Il CSI Piemonte, in particolare, lavora su un tema specifico: far sì che la tecnologia blockchain permetta anche la tracciabilità dell’utilizzo dei fondi europei per l’allevamento del bestiame nei pascoli alpini, semplificando contestualmente i processi di verifica delle domande pervenute.

Tra i vantaggi attesi troviamo di certo una maggiore trasparenza nella erogazione dei fondi europei, ma non solo. Il progetto consentirà di evitare gli sprechi in un’ottica di economia circolare, promuovendo i prodotti a km 0 e razionalizzando l’utilizzo dei pascoli alpini per garantire la conservazione della cotica erbosa e preservare, quindi, la biodiversità.

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Il ruolo della blockchain nel progetto di tracciamento Pinin

La principale innovazione messa al servizio di tali obiettivi è certamente la blockchain. Grazie a questa tecnologia è possibile tenere traccia, in modo trasparente e immutabile, dei capi associandoli poi ai pascoli, sia in ottica di verifica delle contribuzioni sia in merito alla tracciabilità dei prodotti bovini e caseari nella filiera successiva.

Questo sistema apporta notevoli vantaggi sia per gli attori della filiera sia per il consumatore finale. Gli operatori della filiera, sfruttando la tecnologia blockchain possono garantire precisione, qualità e veridicità delle informazioni, riducendo i costi e creando contemporaneamente una rete di coordinamento e collaborazione per la condivisione delle informazioni lungo la filiera. Dal punto di vista dei consumatori, in fase di preacquisto essi potranno verificare in tempo reale la genuinità del prodotto che intendono comprare, direttamente dal proprio smartphone. Ma il vantaggio chiave derivante dall’utilizzo della blockchain nell’ambito agri-food è senza dubbio quello della disintermediazione e distribuzione delle responsabilità, ossia la possibilità di non avere bisogno di un unico trusted third party che certifica periodicamente la veridicità del dato per conto di tutti gli attori dell’ecosistema. Un sistema distribuito e decentralizzato rappresenta, infatti, una soluzione al problema dell’imposizione di un sistema proprietario da parte di un singolo attore della filiera alle altre entità, e permette inoltre il riutilizzo in catene di fornitori diverse.

Conclusioni

Le caratteristiche del decentramento, della fiducia e della scalabilità della blockchain sono certamente centrali nella realizzazione del progetto PININ. Ma è l’integrazione con l’IoT (Internet of Things) a portare un ulteriore miglioramento rispetto alle soluzioni esistenti. Al momento, infatti, non è pensabile effettuare un controllo puntuale su tutti i capi del territorio piemontese. Da qui nasce l’idea di un sistema IoT inserito in un collare per la tracciatura geolocalizzata, anche non in tempo reale, dei capi o parte di essi nelle mandrie, al fine di effettuare i dovuti controlli relativi agli spostamenti del bestiame sulle varie aree a pascolo.

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