Agrifashion, natura e innovazione protagonisti (anche) in passerella

Ecco li “Oscar Green” di Coldiretti dedicati alle startup attive nell’agricoltura, sostenuti da Campagna Amica. Dagli occhiali tattili in lana di pecora pugliese ai jeans invecchiati nella paglia irpina, ecco il meglio dei 1.147 progetti in gara, tutti all’insegna della tecnologia

Pubblicato il 31 Gen 2018

agritech

Più di 1.100 startup agricole, messe in piedi da imprenditori under 35, che si sfidano a colpi di innovazione e di creatività per trovare un collegamento tra il mondo dell’agrifood e quello della moda. E’ il tema del contest “Oscar Green”, organizzato da Coldiretti con il sostegno di Campagna Amica, giunto alla fase finale.  Tra i progetti arrivati in finale ci sono gli occhiali tattili di lana di pecora pugliese, i jeans con i tessuti invecchiati nella paglia irpina, i cravattini di seta “aromatizzati” grazie al legno delle Barrique “andate in pensione” dalle cantine in Toscana.

Tra le case history messe in evidenza durante la presentazione dei finalisti e la premiazione, nei giorni scorsi a Roma, quello di Martina Vicini, studentessa che si occupa della società zootecnica di famiglia attraverso lo smartphone grazie a un’app, tenendo sotto controllo il robot per la mungitura mentre studia in biblioteca.

Nelle case history dell’agrifood anche gli scarti diventano moda e arredo

Ma c’è spazio anche per il recupero degli scarti: è il caso del pugliese Donato Mercadante, che ha ricevuto il premio nella categoria “Fare rete”, che ha trasformato uno scarto di produzione come la lana di cuscini e materassi dismessi, per creare pantofole, gomitoli colorati, suppellettili e addirittura occhiali, grazie a un progetto ideato insieme al laboratorio “pecore attive” .

Dalla Lombardia viene Stefano Chiesa, premiato nella categoria “Crea”, per aver inventato una eco-vernice per imballaggi alimentari a base di polpa e passata. Davide Busca, da Savona, ha presentato la sua idea di Take away di pesce azzurro cotto a bordo dei pescherecci e veduto al dettaglio sulla banchina del porto, mentre l’abruzzese Emanuele Grima ha avuto l’idea di produrre il sale spray, aromatizzato e iposodico, che ha ricevuto il riconoscimento nella categoria “impresa 2.terra”. Ad aggiudicarsi il premio “we green” il campano Vito Pagnotta, con l’idea del Jeans contadino, la pugliese Fabiana Fassi si è classificata prima nella categoria “Agri you”, grazie alla sperimentazione del primo co-living contadino, la coabitazione di diversi gruppi sociali provenienti da più parti del mondo nella stessa comunità. “Con questo progetto di produzione sociale di zafferano, tisane di canapa, albicocche d’antan ed erbe officinali – afferma – insieme a cinque donne siamo tornate al Sud. Abbiamo tante idee, e quindi apriamo le porte ai talenti”.

Startup agricole nel segno della multifunzionalità

“Quando nel 2001 ho promosso la legge sulla multifunzionalità delle imprese agricole – commenta l’ex ministro delle politiche agricole Alfonso Pecoraro Scanio – si pensava al massimo agli agriturismo. Oggi le connessioni con l’ambiente, le nuove tecnologie, il benessere sono la multifunzionalità 4.0 delle giovani startup agricole”.

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