Sostenibilità

Agricoltura in prima linea per la transizione sostenibile dell’Italia: i dati di AGRIcoltura100



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Il 55,3% delle aziende agricole presenta un livello elevato di sostenibilità e il 78,9% di queste sono quelle che hanno investito di più in tecnologie e tecniche agricole all’avanguardia. Questi i dati della quarta edizione di AGRIcoltura100, un progetto di Reale Mutua e Confagricoltura che misura il contributo dell’agricoltura alla crescita sostenibile del Paese

Pubblicato il 20 mag 2024



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L’agricoltura italiana sta giocando un ruolo da protagonista nel percorso di transizione sostenibile del Paese, anche in ragione della consapevolezza crescente che solo attraverso investimenti mirati a ridurre l’impiego di risorse ambientali si potrà garantire un futuro sostenibile per la filiera agroalimentare.

L’innovazione tecnologica e digitale costituisce un elemento chiave per gestire la transizione sostenibile, attenuare i rischi e migliorare l’impatto ambientale e sociale. Tant’è che negli ultimi due anni, quasi sette aziende su dieci (69,5%) hanno intrapreso investimenti in questa direzione, puntando principalmente su tecnologie e tecniche agricole all’avanguardia. Inoltre, le imprese più innovative sono la quasi totalità (il 78,9%) di quelle con il maggior livello di sostenibilità.

Sono i dati emersi dalla quarta edizione di AGRIcoltura100, il progetto promosso da Reale Mutua e Confagricoltura con il fine di valorizzare il contributo dell’agricoltura alla crescita sostenibile del Paese.

Il modello di misurazione della transizione sostenibile dell’agricoltura

L’iniziativa AGRIcoltura100, alla sua quarta edizione, si basa su una ricerca campionaria alla quale hanno partecipato 3.132 imprese agricole, un campione in costante crescita rispetto alle 1.850 del 2020. L’indagine, l’analisi dei risultati e la redazione del rapporto sono state effettuate da Innovation Team, società del Gruppo Cerved.

Il modello di misurazione della sostenibilità di AGRIcoltura100 si basa su 260 variabili raccolte tramite questionari, raggruppate in quattro aree e 17 fattori di sostenibilità. Questi includono sostenibilità ambientale (E), sociale (S), gestione dei rischi e delle relazioni territoriali e nella filiera (G) e qualità dello sviluppo (D).

L’analisi produce un punteggio sintetico, chiamato Indice AGRIcoltura100, che valuta il livello di sostenibilità raggiunto da ciascuna impresa e dal settore agricolo nel complesso.

Livelli elevati di sostenibilità per il 55% delle aziende

La nuova edizione del Rapporto AGRIcoltura100 conferma l’impegno dell’agricoltura italiana nel migliorare il proprio impatto a livello ambientale, sociale ed economico (altrimenti sintetizzato nell’acronimo ESG).

Nello specifico, il 55,3% delle aziende del settore presenta un alto livello di sostenibilità, in aumento rispetto sia al 2023 sia al 2020, quando la percentuale era del 48,8%. Allo stesso tempo, le imprese con un livello base di sostenibilità sono diminuite, passando dal 20% di quattro anni fa al 12,1% attuale.

Agricoltura: la cultura della sostenibilità è radicata

I dati evidenziano che la cultura della sostenibilità è profondamente radicata nelle aziende del settore. Il valore principale che le aziende attribuiscono alla transizione sostenibile dell’agricoltura è quello di migliorare la qualità del prodotto anche a garanzia della salute dei consumatori, un aspetto considerato fondamentale o molto importante dall’85,7% delle imprese.

Al secondo posto tra i valori di sostenibilità si colloca l’impegno per l’ambiente (76,3%). Seguono le relazioni con la filiera (70,1%), la valorizzazione della comunità locale (67,4%), l’investimento in innovazione (67,1%) e la consapevolezza del ruolo sociale dell’impresa verso i lavoratori e la comunità (65,8%), valore quest’ultimo in crescita di oltre 5 punti percentuali rispetto al 2022.

Un driver di competitività e crescita anche sul piano economico

Inoltre, il miglioramento della sostenibilità ha un impatto positivo sui risultati economici. Nelle imprese con un livello elevato di sostenibilità, gli indici di produttività sono superiori del 40%, la redditività è doppia e la quota di imprese che sperimentano una fase di crescita è tripla rispetto quelle che dispongono di un livello di sostenibilità base, tutti elementi che evidenziano gli evidenti vantaggi economici di lungo termine nell’investire nello sviluppo di modelli di business sostenibili.

Il presidio della sostenibilità è multidimensionale

La quarta edizione del Rapporto AGRIcoltura100 conferma la straordinaria capacità del settore di farsi volano di crescita e sviluppo per il territorio e l’intero Paese – ha dichiarato Luca Filippone, Direttore Generale di Reale Group In questo percorso la sostenibilità è un fattore chiave di successo, e un driver di competitività e crescita anche sul piano economico che le aziende dimostrano di presidiare in modo multidimensionale, tanto cioè nella sua componente ambientale quanto nelle ricadute positive sulla collettività e la gestione dei rischi. Come compagnia mutualistica, l’attenzione alla sostenibilità è da sempre connaturata al nostro modo di fare impresa e attraverso questo Rapporto e la partnership con Confagricoltura confermiamo ogni anno la nostra storica vicinanza al settore, che accompagniamo nel suo percorso di crescita”.

Fortissima la correlazione tra livelli di sostenibilità e risultati di business

“La cultura della sostenibilità sta progressivamente diventando consapevolezza, si sta consolidando e diffondendo in tutto il Paese – ha sottolineato Massimiliano Giansanti, presidente di ConfagricolturaUna scelta giusta anche dal punto di vista economico in funzione della fortissima correlazione tra livelli di sostenibilità e risultati di business. Quindi, le imprese più sostenibili sono anche quelle che ottengono i migliori risultati di produttività e redditività, e viceversa. L’Italia è il paese che registra il maggior valore aggiunto delle produzioni di derivazione agricola. Ed è da questo elemento che occorre porre le basi per la ripartenza del settore, programmando il futuro dell’agricoltura”, ha concluso.

Le aziende vincitrici della quarta edizione di AGRIcoltura100

Le aziende più virtuose sono state premiate a Palazzo della Valle, sede di Confagricoltura, alla presenza del ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Marina Calderone.

Le aziende con il livello più elevato di sostenibilità a livello generale (ESGD) sono state:

  1. Società Agricola PezzaViva Nuova (Torre Santa Susanna, BR, Puglia). Attività: aziende miste.
  2. Società Agricola La Pandolfa Noelia Ricci (Predappio, FC, Emilia Romagna). Attività: Viticoltura.
  3. Società Agricola Col D’Orcia (Montalcino, SI, Toscana). Attività: Viticoltura.

Sono state riconosciute, inoltre, 8 menzioni speciali:

  • Fratelli Robiola Paolo e Lorenzo S.S. (Caluso, TO, Piemonte). Attività: aziende miste.
  • Domenico Manca (Alghero, SS, Sardegna). Attività: Aziende miste.
  • Santissima Annunziata (San Vincenzo, LI, Toscana). Attività: Olivicoltura.
  • GROW-UP Impresa Sociale Agricola (Pinerolo, TO, Piemonte). Attività: Aziende miste.
  • Fattoria Campoperi Società Agricola (Castellina in Chianti, SI, Toscana). Attività: Viticoltura.
  • Tenuta di Montegiove Società Semplice (Montegabbione, TR, Umbria). Attività: Aziende miste.
  • Società Agricola Principi di Porcia e Brugnera (Azzano Decimo, PN, Friuli Venezia Giulia). Attività: Aziende miste.
  • Cooperativa Intercomunale Lavoratori Agricoli (Novellara, RE, Emilia-Romagna). Attività: Aziende miste

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