Restituire una fotografia attendibile degli investimenti che le aziende agricole italiane hanno fatto o programmato per soluzioni di agricoltura 4.0, analizzando anche quali siano i benefici ottenuti o attesi da queste scelte, e quali le criticità che gli imprenditori si attendono di poter riuscire a risolvere grazie al digitale. Sono i temi al centro di una nuova indagine promossa dall’Osservatorio Smart Agrifood della School of management del Politecnico di Milano in collaborazione con l’Università degli studi di Brescia, giunta alla sua seconda edizione.
Obiettivo dell’iniziativa è cercare di andare in profondità nei criteri che guidano le realtà italiane dell’Agrifood nel loro percorso verso l’innovazione, suddividendo le scelte di investimento a seconda della loro tipologia e su quella che i ricercatori definiscono come “modalità di possesso”, per capire cioè in che percentuale si preferisca avere tecnologie di proprietà, tecnologie in condivisione con altri player o tecnologie di terzi.
Per le realtà che sono già entrate nell’ottica 4.0 la ricerca vuole inoltre fare luce su quale sia il percorso che all’interno di un’azienda porta alla scelta delle soluzioni adottare, partendo dai singoli fabbisogni e valutando poi l’utilizzo e i benefici ottenuti. Per quelle che invece hanno ancora in programma di fare questo salto, lo studio si propone di capire su quali settori vengano principalmente indirizzate le scelte di investimento.
Questo strumento potrà così essere particolarmente utile, oltre che per gli stessi imprenditori agricoli, anche per tutte le realtà che indirizzano a questo settore le loro attività e che producono soluzioni per l’agricoltura 4.0, che avranno un mezzo in più per capire in quale direzione sta andando il mercato e quali siano le esigenze maggiormente avvertite dagli utenti.
Tra i dati principali emersi dalla ricerca pubblicata nel 2018, che aveva contato su un campione di 900 questionari, era emerso che tra gli obiettivi principali degli agricoltori che investivano in soluzioni 4.0 al primo posto c’era il contenimento dei costi di produzione, al secondo l’aumento della produzione, al terzo la riduzione del consumo di agrofarmaci e al quarto la semplificazione – o riduzione del lavoro – grazie ai benefici introdotti dall’automazione. Il 55% degli intervistati aveva inoltre specificato di essere ormai orientato ad adottare soluzioni 4.0, anche se la maggior parte di questo campione, pari al 54%, ha detto di aver iniziato in questo percorso di digitalizzazione da meno di cinque anni.
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