Come spiega Amazon, il carbonio è il quarto elemento più abbondante in tutto l’universo, ed è anche un componente primario di tutta la vita conosciuta sulla Terra. Quando si combina con l’ossigeno, crea anidride carbonica (CO2). Molte attività industriali, compresa la combustione di combustibili fossili come carbone e petrolio, l’agricoltura e i cambiamenti nelle destinazioni del suolo, come la deforestazione, rilasciano grandi quantità di CO2 aumentando la concentrazione di gas serra nell’atmosfera, il che altera il normale equilibrio termico del pianeta, portando nel corso degli anni a mutamenti importanti dal punto di vista climatico e ambientale.
Come parte degli impegni per aumentare la sostenibilità e ridurre le emissioni di carbonio, nel 2019 Amazon ha co-fondato The Climate Pledge e insieme agli altri 216 firmatari, da allora si impegna a raggiungere il net-zero carbon entro il 2040, praticamente dieci anni prima di quanto stabilito dall’accordo di Parigi. Nello specifico, AWS riduce il consumo di energia nei data center grazie all’innovazione, come la progettazione di sistemi di raffreddamento che riducono il consumo di energia e acqua e l’utilizzo di dati dei sensori in tempo reale per adattarsi alle mutevoli condizioni meteorologiche. Inoltre, la scalabilità di AWS consente un elevato utilizzo delle risorse e la sua infrastruttura cloud globale è realizzata utilizzando l’hardware ottimizzato per i carichi di lavoro gestiti dai clienti.
Come evidenziato nel report “The Carbon Reduction Opportunity of Moving to Amazon Web Services” pubblicato da 451 Research, le aziende europee sono ormai consapevoli che spostare i loro carichi di lavoro di elaborazione dai data center locali al cloud AWS può aiutarli a ridurre la loro impronta di carbonio dell’88%. Inoltre, una volta che AWS sarà alimentata al 100% da energia rinnovabile, obiettivo raggiungibile entro il 2025, le aziende potrebbero potenzialmente ridurre le emissioni di carbonio da un carico di lavoro medio fino al 96%.
Oltre agli sforzi dell’azienda, le organizzazioni di molti settori con cui collabora stanno lavorando per fissare obiettivi di sostenibilità e impegnarsi a raggiungerli. Per misurare i progressi verso i loro obiettivi, stanno implementando sistemi e costruendo applicazioni per misurare e monitorare i dati sulle emissioni di carbonio. Su questa scia, in occasione del Mobile World Congress 2022, Amazon ha rilasciato Customer Carbon Footprint Tool: disponibile per tutti i clienti senza alcun costo, questo strumento aiuterà a raggiungere gli obiettivi di sostenibilità con un’attenzione all’impronta di carbonio della propria infrastruttura cloud.
Come utilizzare il Customer Carbon Footprint Tool
Per accedere al calcolatore, occorre aprire la AWS Billing Console e cliccare su Cost & Usage Reports. Poi scorrere fino a Customer Carbon Footprint Tool:
Tutti i valori in questa sezione riflettono il periodo di tempo selezionato. E’ possibile visualizzare anche le emissioni in base alla geografia, e per servizio AWS.
La seconda sezione mostra le statistiche delle emissioni di carbonio su base mensile, trimestrale o annuale:
La terza e ultima sezione illustra come il percorso di AWS verso il 100% di energia rinnovabile per alimentare i suoi data center avrà un effetto positivo sulle emissioni di carbonio aziendali nel tempo:
In questo senso, può essere d’aiuto anche il Sustainability Pillar of AWS Well-Architected che contiene sei principi di progettazione per la sostenibilità nel cloud, e mostra come ottenere il miglior utilizzo con il numero minimo di risorse necessarie, e riducendo anche gli impatti a posteriori.
Man mano che la situazione climatica diventa più grave, sempre più aziende si ritengono responsabili della riduzione delle loro impronte di carbonio. Anche Google e Microsoft hanno recentemente implementato dashboard simili per i loro clienti Cloud.
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