Cosa è l’EAM, Enterprise Asset Management
EAM sta per Enterprise Asset Management e si riferisce in termini generali a tutto ciò che riguarda la gestione delle risorse aziendali, ossia quegli asset che per l’organizzazione rappresentano un valore. La definizione di Asset secondo ISO 55000:2014 è questa: “An asset is an item, thing or entity that has potential or actual value to an organization. The value will vary between different organizations and their stakeholders, and can be tangible or intangible, financial or non-financial”.
Indipendentemente dunque dal fatto che l’Asset sia fisico o meno, il primo elemento che risulta immediato è che esso ha un valore per l’Organizzazione e questo valore può essere differente (differentemente percepito o valutato) per gli Stakeholders. Inoltre questo valore può variare nel tempo, nel corso della sua vita. Indipendentemente da come un’organizzazione sceglie di gestire i propri asset questi avranno nel tempo un differente valore e porteranno con loro dei costi di gestione. Tutto questo potrà inevitabilmente impattare sull’organizzazione stessa.
L’EAM e il ciclo di vita dei prodotti
È importante dunque comprendere il Ciclo di Vita di un Asset, ossia da quando viene creato a quando muore. Quali sono i Rischi, quali asset sono strategici per una azienda e quali meno. La valutazione dei Rischi, una attività sistematica di identificazione, misurazione, valutazione e trattamento del rischio (UNI 11230), è una disciplina essenziale per determinare le azioni necessarie al fine di salvaguardare il corretto “Ciclo di Vita” previsto per un Asset. “Vulnerabilità” (specifiche degli Asset) che possono generare problemi sugli asset a seguito del loro impiego devono essere valutate e gestite all’interno dei piani di manutenzione. In molti casi la manutenzione viene considerata esclusivamente un “costo” ed un “male necessario”. L’individuazione di un modello efficiente di manutenzione invece diventa una grande opportunità in grado di avere effetti positivi su tutte le dimensioni economiche ed operative dell’organizzazione.
Terry Wireman, (in Benchmarking Best Practices in Maintenance, Reliability and Asset Management: Updated for ISO 55000) individua 10 pratiche differenti per affrontare il processo di Manutenzione. In generale se si guarda dal punto di vista dell’organizzazione la migliore pratica è quella/e “che permettono a un’azienda di ottenere un vantaggio competitivo sui suoi concorrenti nel processo di manutenzione”, se si osserva invece dal punto di vista della funzione manutenzione è “assicurare che tutti gli asset aziendali soddisfino e continuino a soddisfare la funzione di progettazione per cui sono stati creati”.
La disciplina della manutenzione
Terry Wireman individua ed illustra circa 10 differenti approcci per affrontare il tema la disciplina della “maintenance”, in generale possiamo comunque indentificare questi approcci:
- Manutenzione Preventiva: il focus di questa pratica è sulla pianificazione.
- Inventario ed Approvvigionamento: il focus di questo processo è basato sull’avere pezzi di ricambio in modo da gestire ogni necessità.
- Manutenzione Predittiva: l’obiettivo è utilizzare informazioni provenienti da diversi aree (IoT, ecc..) per implementare modelli dinamici di gestione delle manutenzioni.
- Ottimizzazione Finanziaria degli Asset: questo approccio consente di bilanciare tutte le informazioni disponibili (costo degli assset, della manutenzione, impatti economici di “fermi”
ecc…) da un punti di vista economico-finanziario e scegliere di conseguenza il modello di manutenzione più efficace economicamente
Sempre con riferimento allo Standard ISO 55000:2014, ma non considerando questo perimetro come esclusiva fonte di analisi, vediamo che i benefici che possono derivare da una efficace gestione degli Asset sono molteplici. In sintesi:
● Il miglioramento delle performance finanziarie, ottimizzando e quindi diminuendo l’impatto dei costi finanziari legati ai processi di gestione e maintenance degli asset.
● L’aumento del Livello di Informazione relativa agli asset. La conoscenza esatta dei Rischi che possono impattare sulle performance operative, le opportunità ed il valore di questi asset per l’Organizzazione. Comprendere anche il valore degli asset e definire il modello di gestione, quindi il modello decisionale. Ottimizzare le prestazioni degli asset può incidere significativamente sulle performance e sui risultati attesi dall’organizzazione.
● La gestione del Rischio (e le perdite finanziarie che possono derivarne) minimizzando l’impatto sociale ed ambientale. Questo significa anche essere in grado di dimostrare in modo più trasparente e completo i risultati ottenuti in ambito di sostenibilità.
● La revisione e il miglioramento continuo delle “practice” in essere.
EAM – Definizioni di Asset Management ed Asset Management System
Il concetto di Asset è ormai chiaro, ma se ci muoviamo all’interno della PA-55 o della ISO55000 troviamo anche la definizione di Asset Management e Asset Management System. L’Asset Management ha la finalità di determinare e implementare modelli organizzativi finalizzati a generare il massimo valore possibile per l’organizzazione degli asset gestiti. Il Piano Strategico di Gestione degli Asset è dunque il processo ed il luogo dove gli obiettivi strategici e di business si basano sulla gestione operativa degli asset.
Il Sistema di Gestione degli Asset in termini generali è un insieme di elementi che interagiscono al fine di definirne gli obiettivi e le politiche di gestione, nonché tutti i processi operativi necessari al raggiungimento degli obiettivi. Il Sistema di Gestione degli Asset agisce principalmente su queste sei dimensioni: Risorse, Competenze, Consapevolezza, Comunicazione, Informazione, Documentazione.
L’Asset Management Systems rappresenta invece le attività che sono eseguite durante il ciclo di vita degli asset al fine di consentire il raggiungimento degli obiettivi che l’organizzazione ha stabilito per gli asset gestiti.
Nelle Aziende le funzioni che si occupano della gestione degli asset devono gestire una quantità di Informazioni e di Eventi, spesso indipendenti dall’organizzazione stessa, che richiedono piattaforme efficienti ed ottimizzate per poter prendere le scelte migliori.
Piattaforme di CMMS (Computerized Maintenance Management System) o EAM (Enterprise Asset Management) forniscono una opportunità di successo nel definire i migliori processi di gestione.
Indicatori e Relazioni tra EAM e Sostenibilità
Abbiamo visto come gli asset possano influire in modo significativo sulla solidità di una organizzazione e sul suo impatto sociale. Alcuni indicatori forniscono una “misura” delle dimensioni che normalmente sono considerabili rilevanti nella gestione di un asset. Pertanto, qualunque sia il modello organizzativo e tecnologico implementato, è utile andarle ad osservare nel tempo.
La sostenibilità è un approccio ampio e complesso, spesso concettualizzato in termini di “triple bottom line” (TBL), ed implica che le organizzazioni creeranno più valore nel lungo periodo se prendono in considerazione questioni ambientali, sociali ed economiche. Usando un PAM (physical asset management), la sostenibilità potrebbe essere raggiunta attraverso una gestione efficace delle prestazioni e dei costi a breve/lungo termine, permettendo all’organizzazione di soddisfare o superare costantemente le aspettative di responsabilità sociale e soddisfare gli obiettivi delle parti interessate.
Le performance in termini di sostenibilità possono essere misurate attraverso un costrutto di 3 dimensioni:
· La prima dimensione è relativa agli indicatori Finanziari, in particolare a questi 5: ROI, ROA, crescita delle vendite, crescita dei profitti e quota di mercato;
· La seconda dimensione è relativa i fattori gli Ambientali e gli elementi principalmente in analisi 3: il consumo di risorse, la percentuale di materiali riciclati e la quantità di rifiuti prodotta;
· La terza dimensione riflette la sostenibilità sociale (relativamente ai dipendenti) ed i fattori di in perimetro sono 3: il tasso di turnover, la soddisfazione dei dipendenti e la motivazione dei dipendenti
Alcune dimensioni consentono una analisi analitica delle performance generate dagli asset, informazioni essenziali per valutare i modelli in uso di gestione degli asset ed applicare algoritmi di confronto e validazione. Le prime dimensioni sono di natura tecnica (caratteristica dell’asset) l’ultima di natura economica rispetto all’organizzazione.
▪ Il tempo che l’asset potrà svolgere la sua funzione senza guasto (MTBF – Mean Time Between Failure)
▪ Il tempo stimato necessario per ripristinare l’asset alla sua funzione una volta che si è verificato un guasto (MTTR – Mean Time To Repair). In questa dimensione ne impatta un’altra, ovvero il tempo che intercorre tra la segnalazione di guasto e l’inizio dei lavori (MTTA – Mean time to acknowledge). Rilevante è anche la dimensione che misura il tempo medio che intercorre tra guasti non riparabili (MTTF – Mean time to failure).
▪ I profitti attesi dall’asset rispetto al suo costo (ROA), Return on Assets. Questo è un indicatore che illustra la profittabilità di un’ azienda rispetto alle risorse impiegate per svolgere la propria attività.
EAM, SDGs e performance di sostenibilità
Un articolo, “Development of a Model Linking Physical Asset Management to Sustainability Performanc: An Empirical Researc”, (Damjan Maletič,Matjaž Maletič,Basim Al-Najjar, and Boštjan Gomišček), approfondisce le relazioni tra gli asset fisici, Physical Asset Management (PAM), e le performance in termini di sostenibilità, in particolare individuando 4 Macro-Aree principali che sottintendono i PAM, ossia: Gestione del Rischio, Valutazione delle Prestazioni, Gestione del Ciclo di Vita e Politica/Strategia di gestione degli asset. Agendo opportunamente su queste Aree si ottimizza la vita degli asset, quindi il loro costo e le relative performance. In ultimo una gestione ottimizzata degli asset genera valore da un punto di vista Finanziario, Ambientale e Sociale.
La stessa ISO.org assume che lo standard ISO55000 contribuisce a 7 punti dei 17 previsti dal Sustainable Development Goals (SDGs), in particolare questo standard mappa:
● GOAL 6: CLEAN WATER AND SANITATION
● GOAL 7: AFFORDABLE AND CLEAN ENERGY
● GOAL 8: DECENT WORK AND ECONOMIC GROWTH
● GOAL 9: INDUSTRY, INNOVATION AND INFRASTRUCTURE
● GOAL 11: SUSTAINABLE CITIES AND COMMUNITIES
● GOAL 12: RESPONSIBLE CONSUMPTION AND PRODUCTION
● GOAL 13: CLIMATE ACTION
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