La combinazione di tecnologie avanzate come l’Industrial Internet of Things (IIoT), l’intelligenza artificiale e il cloud con l’esperienza del proprio team è la chiave per sbloccare performance migliori in un mondo post-pandemia. È quanto emerge dal 90% delle risposte a una recente survey realizzata da Aveva, multinazionale inglese specializzata nel settore dei software industriali per la trasformazione digitale e la sostenibilità, che ha preso a campione 850 esperti di trasformazione digitale in diversi settori industriali, come quello manifatturiero, nonché quello agroalimentare su larga scala e le industrie attive nel Food&Beverage, nelle infrastrutture, nell’energy e nelle industrie chimiche. L’intelligenza Artificiale e l’automazione, secondo il report, sono considerate tecnologie sempre più necessarie per tenere il passo con i competitor, mentre per più della metà degli intervistati in Cina e Germania (rispettivamente il 56% e il 55%) la trasformazione digitale rappresenta la priorità assoluta nel 2022, con investimenti destinati alle soluzioni per la forza lavoro, la cybersecurity, le strategie per i connected worker e il cloud.
L’85% delle aziende, secondo lo studio, intende incrementare gli investimenti a favore della trasformazione digitale nel corso del prossimo triennio allo scopo di affrontare i cambiamenti climatici, adottare l’automazione e aprire la porta ai benefici prestazionali dati dalle tecnologie avanzate.
“I dirigenti del settore industriale fanno leva sugli advanced analytics e l’innovazione digitale per ripensare il modo di progettare, ingegnerizzare e operare – sottolinea Ravi Gopinath (nella foto), Chief strategy officer e Chief cloud officer di Aveva – Combinare dati complessi, in tempo reale e accurati con l’alta scalabilità del cloud, degli smart analytics e dell’intelligenza artificiale significa consegnare gli strumenti giusti ai team dei vari settori per poter collaborare meglio, operare con agilità e spingere i risultati ad un livello superiore. Tutto ciò è destinato a trasformare il modo in cui viviamo e lavoriamo”.
Dal sondaggio emerge, inoltre, che la pandemia ha rafforzato l’attenzione verso la necessità di intraprendere urgentemente azioni a favore del clima, elemento che il 90% delle realtà industriali cita quale importante area di intervento. Nove aziende su dieci (89%) si sono impegnate a raggiungere l’obiettivo di zero emissioni di CO2 e intendono affrontare il cambiamento climatico entro i prossimi cinque anni. L’attenzione alla sostenibilità è sempre più un prerequisito per avere successo, hanno sottolineato gli intervistati.
Accadrà così, secondo l’85% del campione, che la domanda stimolata dalla sostenibilità promuoverà maggior innovazione lungo la catena del valore, con in testa Germania, Austria e Svizzera.
Circa l’80% delle realtà industriali è impegnato a rispettare le normative ambientali o fare addirittura meglio di quanto queste prevedano, mentre l’83% dichiara di voler assegnare la priorità alla transizione verso fonti di energia rinnovabili. Il sostegno della circolarità e del riciclo all’interno della catena del valore è importante per l’83% dei clienti, con l’America Latina in testa (44% delle aziende).
“In Aveva ci impegniamo ad assistere i nostri clienti a sbloccare i vantaggi della trasformazione digitale per promuovere efficienza e sostenibilità. Di fronte all’accelerazione in atto nel mondo dell’industria, le soluzioni Aveva tracciano un percorso che aiuta a raggiungere gli obiettivi Net Zero, aumentando redditività e sostenibilità – conclude Gopinath – Il nostro studio dimostra che Performance Intelligence, la capacità di Aveva di combinare dati e funzionalità di analytics basate sulla AI abbracciando l’intero ciclo di vita industriale, sta accelerando la sostenibilità in molti business. Il 75% delle aziende è sulla strada che porta a concretizzare la Performance Intelligence, mentre l’89% conferma il proprio impegno nei confronti della sostenibilità”.