LO STUDIO

Reporting Esg, imprese in ritardo nel monitoraggio dei progressi



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Soltanto una su tre tiene sotto controllo i risultati delle proprie strategie sulla sostenibilità. Tra i settori meno attrezzati emergono il manifatturiero, il tecnologico e l’agroalimentare. I risultati dell’analisi di TreeBlock

Pubblicato il 25 mar 2025



TreeBlock

C’è un divario significativo tra le strategie di sostenibilità adottate dalle imprese e la loro capacità di misurarne concretamente i progressi. A evidenziarlo è un’analisi sulle sfide e sulle opportunità che si aprono con la compliance alle nuove normative europee sulla sostenibilità, recentemente pubblicata da TreeBlock, società specializzata nel monitoraggio e nel nell’accelerazione dell’innovazione sostenibile in Italia.

Le imprese e le nuove regole

Grazie alla spinta delle nuove normative europee e alla crescente attenzione di consumatori e investitori, la sostenibilità è sempre più al centro delle strategie delle imprese italiane. Anche a causa delle rapide evoluzioni che stanno interessando il settore, un problema che sta emergendo è il divario che si è aperto tra l’elaborazione di strategie di sostenibilità e la loro effettiva misurazione.

A confermarlo è anche l’ “European Private Sector SDG Stocktake 2024”, secondo cui il 69% delle aziende europee dichiara di conoscere approfonditamente gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) dell’Agenda 2030, e il 59% li ha integrati nelle proprie strategie. Ma nonostante questo soltanto un terzo delle aziende è realmente in grado di monitorare i progressi compiuti nel settore.

La proposta di legge Omnibus

A introdurre importanti modifiche nel settore è la proposta di legge Omnibus sulla sostenibilità, in cui l’Unione Europea punta a semplificare gli obblighi normativi per le imprese senza penalizzare l’impegno per la lotta al cambiamento climatico. Quattro i regolamenti principali su cui la proposta di legge interviene:

  • Meccanismo di Adeguamento del Carbonio alle Frontiere (Cbam): con l’aggiornamento delle norme di punta esentare i piccoli importatori e a migliorare l’efficienza nei controlli per le imprese soggette alla normativa.
  • InvestEU: incentivare gli investimenti, mobilitando 50 miliardi di euro in finanziamenti pubblici e privati.

Verso una ridefinizione degli obblighi per le imprese

“Le direttive europee in materia di sostenibilità stanno ridefinendo gli obblighi delle imprese – spiega Stefan Grbovic, Ceo e co-founder di TreeBlock – La proposta di legge della Normativa Omnibus semplifica la rendicontazione Esg, riducendo significativamente i dati richiesti e coinvolgendo meno aziende. Tuttavia, molte imprese dovranno comunque raccogliere dati accurati e verificabili per rispettare le normative, garantendo trasparenza e conformità. Questo rappresenta un’opportunità per migliorare la competitività delle aziende – aggiunge – ma anche una sfida per chi non dispone ancora degli strumenti necessari per raccogliere e monitorare queste informazioni”.

I settori più preparati e quelli “a rischio”

Secondo quanto stimato da TreeBlock, energia, trasporti, sanità, finanza e infrastrutture digitali sono i settori più preparati per affrontare le nuove normative sulla sostenibilità, essendo in grado di integrare pratiche sostenibili nei propri modelli operativi e di adottare best practice consolidate. A distinguersi sono il settore energetico, che ha accelerato l’adozione di strumenti di monitoraggio delle emissioni, e il finance, per l’integrazione di parametri Esg nei propri modelli di valutazione del rischio.

A evidenziare difficoltà sono invece le aziende con modelli di business tradizionali o a bassa digitalizzazione: “Il mancato adeguamento alle nuove direttive – spiega TreeBlock – potrebbe tradursi in una perdita di competitività e in difficoltà di accesso ai finanziamenti, sempre più legati a parametri di sostenibilità”.

Manifatturiero, energia e agroalimentare

A distinguersi nel panorama complessivo per la peculiarità delle sfide che stanno affrontando in ambito sostenibilità sono – secondo TreeBlock – tre comparti:

  • Il manifatturiero, che si trova ad affrontare una trasformazione che richiede ingenti investimenti in innovazione e tecnologie a basse emissioni.
  • Il settore tecnologico, in prima linea nell’adozione di standard Esg, ma alle prese con le criticità legate all’elevato consumo energetico e allo smaltimento dei rifiuti elettronici.
  • L’agroalimentare, che per la sua esposizione ai cambiamenti climatici sta implementando pratiche di filiera sostenibile, pur fronteggiando il crescente aumento dei costi di produzione.

Misurare il proprio impatto ambientale e sociale

“Le aziende non possono più limitarsi a dichiarazioni d’intenti sulla sostenibilità, ma devono dotarsi di strumenti concreti per misurare e migliorare il proprio impatto ambientale e sociale – conclude Grbovic – La Csrd è un’opportunità per le aziende di integrarsi in un’economia più sostenibile e responsabile. Le Pmi, in particolare, possono trarre vantaggio da strumenti come TreeBlock One per risparmiare risorse, migliorare la competitività e accedere più facilmente a gare d’appalto pubbliche”.

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