La fase dell’attenzione crescente in tutte le sue dimensioni non è certamente terminata e non si vedono ombre all’orizzonte tuttavia per i grandi attori dell’Intelligenza artificiale qualche segnale di cambiamento si inizia ad avvertire. Un cambiamento che forse è anche il segno di passaggio a una fase di maggiore maturità, sia in termini di business focus da parte delle imprese utenti sia in termini di scelte di posizionamento e focalizzazione da parte delle imprese produttrici.
Un contributo prezioso per comprendere come sta cambiando questo scenario nel rapporto tra AI e finanza arriva dall’analisi di Amadeo Alentorn, Head of Systematic Equities, Jupiter AM che osserva come “nei primi due mesi del 2025, i mercati azionari hanno registrato un significativo cambiamento di leadership. Il mercato statunitense – da tempo il principale motore dei rendimenti azionari globali – ha rallentato, mentre i mercati europei (finora) sono stati in ascesa“. A fronte di questi segnali per Alentorn risulta difficile, anzi impossibile effettuare previsioni sulla durata effettiva di questo trend.
AI e finanza: cosa succede alle cosiddette “Magnifiche Sette?
Il rapporto tra AI e finanza è in larga misura determinato e caratterizzato dalle attività del gruppo di grandi aziende tecnologiche statunitensi denominato Magnifiche Sette. E i valori relativi a questi gruppo hanno subito una netta correzione a partire da metà dicembre.
Ma chi sono le Magnifiche Sette? In questo gruppo troviamo Alphabet (Google), Amazon, Apple, Meta, Microsoft, NVIDIA e Tesla tutti nomi che hanno scelto di investire in modo decisamente molto importante in intelligenza artificiale.
Alentorn osserva nella sua analisi che “Sebbene queste società siano spesso considerate come una sorta di blocco unico, in realtà operano in settori diversi e le divergenze nei prezzi delle loro azioni ne sono la dimostrazione. Ad esempio, Meta ha registrato un rialzo di circa il 20% nei primi mesi del 2025, mentre Tesla è crollata di quasi il 40%“.
Si profila un cambio di narrazione nel rapporto tra Magnifiche Sette, AI e finanza
In questo scenario è giunto il momento di osservare se non ci sia un cambiamento rilevate anche a livello di narrazione nel rapporto tra Magnifiche Sette AI e finanza.
Alentorn mette in evidenza come “Nel team di Jupiter Systematic Equities, riteniamo che, invece di seguire ciecamente l’idea che investire in sole sette aziende sia un modo semplice per ottenere esposizione a un settore vasto e diversificato come quello tecnologico, sia fondamentale analizzare ogni azienda singolarmente, valutare le opportunità che offre e prendere decisioni d’investimento informate“.
AI e finanza: dove sta avvenendo la vera rivoluzione dell’Intelligenza artificiale?
Nell’analisi dell’Head of Systematic Equities di Jupiter AM si coglie che le “opportunità più interessanti risiedono nell’individuare quali aziende – al di là dei nomi di spicco delle Magnifiche Sette – stiano realmente rendendo più efficienti i propri modelli di business attraverso l’uso dell’intelligenza artificiale. Ad esempio, le banche stanno migliorando il servizio clienti con i chatbot, mentre le aziende farmaceutiche sfruttano l’AI per accelerare la scoperta di nuovi farmaci“.
Il grande tema che emerge da questa analisi riguarda la capacità di comprendere come le grandi aziende tech riusciranno a monetizzare gli enormi investimenti che stanno effettuando e continueranno a fare.
Uno sguardo costante anche alle nuove aziende
Il nodo cruciale nel rapporto tra AI e finanza in termini di individuazione delle opportunità più interessanti riguarda anche la capacità di analizzare con attenzione lo scenario nel quale stanno “emergendo nuove aziende concorrenti in questo settore. Solo poche settimane fa, Deepseek è balzata agli onori della cronaca per aver sviluppato una soluzione altamente efficace con investimenti significativamente inferiori”.
Non c’è solo il caso Deepseek Alentorn mette in evidenza come anche la startup francese Mistral che ha lanciato Le Chat, rappresenta un altro concorrente più piccolo rispetto a realtà come OpenAI e ChatGPT, e utilizza tecniche innovative per ottenere risultati simili a quelli di Deepseek. “Queste nuove soluzioni potrebbero aumentare la competitività globale e ridefinire il panorama degli investimenti nell’AI. Tutto questo solleva dubbi su come le big tech statunitensi abbiano strutturato la loro strategia di sviluppo dell’AI e questo, forse, è uno dei fattori che sta contribuendo al declino delle Magnifiche Sette in questo inizio d’anno.