L’evoluzione degli edifici verso modalità di gestione più intelligenti e sostenibili non rappresenta soltanto una trasformazione architettonica o tecnologica, ma implica anche profonde ripercussioni sul mercato del lavoro e sulle competenze richieste in particolare in termini di green skill. In questo contesto, le aziende si trovano di fronte alla sfida di identificare e colmare le lacune in termini di competenze “green” e “smart”, fattori oggi imprescindibili per rimanere competitivi in un settore in rapido mutamento.
La formazione continua e l’upskilling emergono in questo senso come strumenti cruciali per preparare la forza lavoro a rispondere efficacemente alle nuove esigenze, trasformando gli ostacoli in opportunità di crescita professionale e sviluppo imprenditoriale.
Smart Building e nuove competenze: quali opportunità di lavoro
Nel contesto attuale, caratterizzato da un’intensa transizione verso l’edilizia intelligente, il settore degli smart building si configura come un fertile terreno di opportunità professionali. Questa evoluzione non solo implica l’adozione di tecnologie avanzate per la gestione ottimizzata delle risorse energetiche e la minimizzazione dell’impatto ambientale, ma sollecita anche una riflessione approfondita sulle competenze richieste dal mercato del lavoro. Le figure professionali attualmente più ricercate spaziano dagli ingegneri specializzati in automazione edilizia ai data scientist, i quali lavorano per interpretare efficacemente i dati raccolti dai sistemi integrati negli edifici. Inoltre, la crescente domanda di comfort e sicurezza personalizzata alimenta la necessità di sviluppatori di software dedicati alla gestione degli spazi abitativi e lavorativi, delineando un panorama lavorativo in rapida espansione che richiede un continuo aggiornamento delle competenze.
Gap di competenze green e smart: la sfida per le imprese
Le imprese impegnate nella realizzazione e gestione di edifici intelligenti e sostenibili si trovano di fronte a una significativa sfida: il gap di competenze nel campo delle tecnologie green e smart. Nonostante l’urgente necessità di incorporare sostenibilità e innovazione nei nuovi progetti edilizi, molte aziende evidenziano una carenza di personale adeguatamente formato in queste nuove discipline. Questo divario non riguarda solo le competenze tecniche, ma si estende anche alle capacità di gestione del cambiamento e di integrazione tra sistemi tradizionali e innovazioni tecnologiche. Per le imprese, investire in formazione significa non solo migliorare la propria competitività sul mercato, ma anche contribuire attivamente alla trasformazione del settore verso pratiche più sostenibili e rispettose dell’ambiente.
Formazione e upskilling: come colmare il divario
Per affrontare efficacemente il gap di competenze nel settore dell’edilizia smart e sostenibile, è fondamentale che le aziende adottino strategie proattive di formazione e upskilling dei propri dipendenti. Questo processo va ben oltre il semplice aggiornamento professionale; si tratta di una vera e propria trasformazione culturale che deve essere guidata dalle alte direzioni aziendali con il supporto delle istituzioni educative. Programmi di formazione specializzati, partnership con università, e l’utilizzo di piattaforme online per corsi in tempo reale sono solo alcuni degli strumenti che possono essere impiegati per sviluppare le competenze necessarie a gestire le complessità dei moderni smart building. Inoltre, un focus particolare dovrebbe essere posto sulla formazione interdisciplinare, che permette ai professionisti di acquisire una visione olistica del processo edilizio, essenziale per innovare con consapevolezza e responsabilità.

L’analisi condotta da analisi condotta dalla Community Smart Building di TEHA
Secondo l’analisi condotta dalla Community Smart Building di The European House – Ambrosetti (TEHA), la filiera estesa degli Smart Building in Italia genera attualmente 174 miliardi di euro di fatturato e 38 miliardi di euro di Valore Aggiunto, occupando 515 mila addetti. Un comparto che ha tutte le potenzialità di creare ulteriori 200 mila nuovi posti qualificati e specializzati entro il 2030.
Una prospettiva molto importante nella quale però si deve riscontrare la difficoltà per le imprese nel reperire profili idonei: come osserva il report TEHA per 8 posizioni aperte su 10 (83,7%) sono richieste competenze green e smart, ma nel 57,6% dei casi non si trovano candidati adeguati.
In generale il mercato si deve confrontare con una forza lavoro caratterizzata da un basso livello di istruzione e da un’età mediamente alta, e per questo è molto importante rafforzare l’offerta formativa nelle scuole e nelle ITS Academy, proprio per sviluppare le competenze necessarie alla transizione verso un’edilizia più sostenibile e innovativa.
Smart building e nuove competenze: il ruolo della formazione on-the-job
L’upskilling e la formazione sono centrali per ridurre il gap di competenze, anche perché occorre considerare che solo il 13% degli occupati nel settore ha la laurea, mentre il 54% ha la licenza media e il 7% nessun titolo di studio. Le aziende della filiera degli Smart Building sono attive in programmi di formazione on-the-job e collaborazioni con Università e ITS Academy e la scuola svolge un ruolo chiave nella formazione delle competenze green e smart, come appare dai risultati raggiunti dalle ITS Academy, che tra il 2015 e il 2024 ha coinvolto 147 istituti, 46.616 studenti e oltre 1.800 percorsi formativi, con il supporto di 2.422 imprese e 226 associazioni di imprese. Il risultato vede qualcosda come l’87% dei diplomati trovare lavoro entro un anno.
Benedetta Brioschi, Partner e Responsabile Community Smart Building di TEHA Group ha osservato che “Gli smart building rappresentano un’importante opportunità per generare occupazione qualificata nel settore edilizio e, al contempo, contribuire alla decarbonizzazione del comparto. Tuttavia, esiste un forte gap da colmare in termini di competenze green&smart, che gli operatori del settore faticano a reperire sul mercato del lavoro. Per affrontare questa sfida, sarà fondamentale investire in politiche di upskilling e reskilling, potenziare l’offerta formativa nelle scuole e rafforzare la collaborazione con le ITS Academy. Solo così potremo creare le professionalità necessarie a supportare questa transizione“.