Sono i progetti che prevedono l’utilizzo dell’intelligenza artificiale generativa quelli che guidano in Italia la crescita del mercato nell’AI, che nel 2024 ha raggiunto numeri che testimoniano una crescita rapida e impetuosa. Secondo i dati dell’ultima edizione dell’Osservatorio Artificial Intelligence del Politecnico di Milano, infatti, nell’anno appena trascorso il valore del mercato dell’AI è arrivato a 1,2 miliardi di euro, segnando un +58% rispetto al 2023. Il 43% di questo valore è rappresentato da progetti di GenAI. La spesa media più alta si è registrata nei comparti Telco&Media e Insurance, poi l’Energy, il Resource&Utility e il Banking&Finance. Tra i settori che crescono più rapidamente, inoltre compare anche il GDO&Retail, mentre la PA rappresenta il 6% del mercato, pur con un tasso di crescita che oltrepassa il 100%. In questo contesto le imprese italiane viaggiano a un ritmo più lento rispetto alla media UE, anche se sono più propense ad adottare strumenti di intelligenza artificiale pronti all’uso.
Approcci agili e strategie di lungo periodo
“Il 2024 evidenzia una crescita incessante di interesse e di spesa dedicata all’Artificial Intelligence, a fronte di un’offerta di mercato in fermento e in continua evoluzione – spiega Alessandro Piva, direttore dell’Osservatorio Artificial Intelligence – I decisori aziendali sono chiamati oggi ad affiancare approcci agili e veloci con una strategia di lungo periodo che permetta di traguardare obiettivi di produttività individuale, efficienza nei processi e capacità di innovare prodotti, servizi e modelli di business”.
Un campo in grande evoluzione
“L’Intelligenza Artificiale ha dimostrato la possibilità di raggiungere risultati immaginabili fino a poco tempo fa – sottolinea Nicola Gatti, Direttore dell’Osservatorio Artificial Intelligence – I recenti sviluppi internazionali, ad esempio la tensione tra DeepSeek e OpenAI, mostrano però quanto sia ancora un campo di ricerca in grande evoluzione in cui si possono osservare grandi cambiamenti in pochissimo tempo. Questa ragione è alla base delle attuali politiche internazionali dirette a sostenere la ricerca scientifica e tecnologica, come ad esempio la Fondazione Fair recentemente finanziata attraverso il Pnrr.”
Punti di forza e criticità in Italia
“Analizzando l’ecosistema dell’Intelligenza Artificiale nel suo complesso, le progettualità e gli ambiti di impiego, possiamo dire che l’Italia ha tra i suoi punti di forza un’attività di ricerca di valore e un mercato in forte espansione – afferma Giovanni Miragliotta, Direttore dell’Osservatorio Artificial Intelligence – Tuttavia, persistono le difficoltà nel far crescere realtà imprenditoriali innovative, nell’adozione delle Pmi e nella lenta integrazione della PA. Sono in aumento corsi universitari e Its con percorsi sulle tecnologie AI, e i cittadini italiani hanno ormai una conoscenza diffusa, ma molto superficiale, dell’Intelligenza Artificiale. La vera sfida, quella della trasformazione abilitata dalle nuove capacità delle macchine, è appena cominciata”.
Le soluzioni più utilizzate
Analizzando le soluzioni di Intelligenza Artificiale più adottate in Italia, spiccano con il 34% del totale quelle che riguardano i progetti di Data Exploration, Prediction & Optimization Systems: si tratta per lo più di soluzioni per la previsione della domanda, l’ottimizzazione dei flussi di trasporto o dei piani di produzione, l’identificazione di attività anomale o fraudolente. Seguono le soluzioni di Text Analysis, Classification & Conversation Systems, che rappresentano il 32% del totale oltre a essere quelle che sno cresciute più rapidamente durante l’anno, con un +86%. In terza posizione i Recomendation Systems, al 17%, un comparto in cui la GenAI sta dando un contributo, catturando tramite i Large Language Models la semantica dell’interazione con i beni e servizi fruiti, e ricavando suggerimenti pertinenti.
L’adozione nelle Pmi
Ciò che salta agli occhi quando si analizza l’adozione delle soluzioni di intelligenza artificiale nelle piccole e medie imprese è il fatto che questa sia sensibilmente inferiore al tasso di adozione nelle grandi aziende. Dai dati dell’osservatorio emerge infatti che il 58% delle Pmi è interessato al tema, grazie all’attenzione mediatica e allo sviluppo di un mercato di strumenti pronti all’uso e low-cost, ma solo il 7% delle piccole e il 15% delle medie imprese ha avviato progetti. Si tratta nella maggior parte dei casi di soluzioni per l’efficienza operativa e per l’ottimizzazione dei processi produttivi. A frenare le piccole e medie imprese è soprattutto, secondo i dati dell’osservatorio, la loro immaturità nella gestione dei dati. Quando all’Ai generativa, a utilizzarla nelle piccole e medie imprese è soltanto l’8% del totale.
Come viene percepita l’AI
Il 2024 è stato l’anno della consapevolezza sull’intelligenza artificiale generativa: l’89% degli italiani, infatti, afferma di averne sentito parlare, con un +32% rispetto all’anno precedente. Gli italiani sono inoltre meno diffidenti sull’AI: il 59% ha un’opinione favorevole su questa tecnologia (ma nel 2023 i favorevoli erano il 68%), contro il 47 degli inglesi e il 42% dei francesi. A preccupare di più gli scettici sono il rischio di manipolazione delle informazioni attraverso strumenti di AI, come i Deepfake, e l’impatto sul mercato del lavoro.
Come viene utilizzata l’AI
Il 31% delle interazioni degli italiani con l’intelligenza artificiale è dovuto a task di lavoro, meno che in Uk (40%) ma più che in Francia (29%). Tra chi utilizza l’Ai per lavoro, però, soltanto il 17% dà una valutazione molto positiva, come in Francia, mentre nel Regno Unito i soddisfatti sono il 40%. Nonostante questo, in ogni caso, soltanto il 15% del campione italiano è contrario all’utilizzo dell’AI per motivi professionali.