L’appuntamento con la presentazione del report dell’Osservatorio Smart Agrifood è da sempre qualcosa di più di un importante confronto sui risultati di un anno di ricerca nel rapporto tra innovazione e mondo agroalimentare. L’appuntamento con questo convegno è anche l’occasione per capire come stanno cambiando, sul piano economico e sociale oltre che tecnologico, le possibilità di trovare una nuova sintesi tra le necessità produttive del settore primario, la ricerca di nuove forme di sviluppo sostenibile e la possibilità di garantire alle imprese agricole nuove forme di competitività legate al contrasto ai cambiamenti climatici.
Il convegno dell’Osservatorio Smart Agrifood, in calendario in prossimo 13 febbraio dalle 9.30 alle 13.30 – vai QUI per maggiori informazioni e per iscriverti – sarà l’occasione per rispondere a molti degli interrogativi che sono nell’orizzonte delle imprese agricole e del mondo agroalimentare e che hanno un risvolto sempre più importante per tutto il mondo ESG.
Un’agenda unica, con le figure di riferimento dell’agricoltura e dell’innovazione agritech in Italia
L’edizione 2025 dell’Osservatorio Smart Agrifood rappresenta una occasione unica per avere una visione completa dell’agritech del nostro paese. Il convegno conta sui rappresentanti delle principali organizzazioni e imprese più attente e impegnate sui temi dell’innovazione tecnologica e digitale e sui temi della competitività del settore primario e dell’agroalimentare.
L’Osservatorio vedrà a confronto figure come Massimiliano Giansanti, Presidente, COPA e Confagricoltura, Ettore Prandini, Presidente, Coldiretti, Raffaele Drei, Presidente, Confcooperative Fedagripesca, Gianpiero Calzolari, Presidente, Granarolo, Cesare Baldrighi, Presidente, Origin Italia.
Un secondo tavolo di confronto conta a sua volta su una rappresentanza particolarmente significativa di realtà tra le più attive sui temi dell’innovazione come Camilla Lunelli, Vicepresidente, Ferrari Trento, Marco Beghini, Direttore Globale Sostenibilità, Barilla, Pier Maria Saccani, Direttore generale, Consorzio Tutela Mozzarella di Bufala Campana, Marco Caprai, CEO, Arnaldo Caprai.
Con uno sguardo allargato ai vantaggi per il sistema agroalimentare il convegno conta sulle riflessioni di Simone Aibino, Responsabile dell’Area Innovazione, Digitalizzazione e Progetti Speciali di CDP e Membro del CdA del National Research Centre for Agricultural Technologies
mentre sui risultati della ricerca si aprirà il confronto con Marianna Bolognesi, Project Coordinator Settore Zootecnico CAI – Consorzi Agrari d’Italia, con Giuseppe Di Giorgio, AgriManager, Agriturismi Badiula, con Silvia Renata Motta, Dirigente Dip. Agricoltura, ERSAF Lombardia, con Simone Nardin, Amministratore Delegato, per poi allargare l’orizzonte del confronto anche a Luca Brondelli di Brondello, Presidente, Enapra e Vicepresidente, Confagricoltura a Elisabetta Falchi, Amministratrice, Azienda Falchi, a Mauro Negri, Sustainability Manager, Azienda Bio Cantina Sociale Orsogna e a Cristian Ottelli, Marketing e Vendite, Perla Del Garda.
Infine, sui temi del Carbon farming le evidenze della ricerca saranno oggetto di un confronto con Irene Criscuoli, Ricercatrice, CREA, Gianluca Cavicchioli, Direttore, Unione Provinciale Agricoltori di Siena, Leonardo Bellaccini, Enologo e Direttore di Produzione, San Felice Wine Estates.
Cambiamenti climatici e agricoltura: un approccio sempre più pragmatico
Pragmatismo è forse il termine che meglio identifica i risultati della ricerca per quanto attiene alla relazione tra innovazione e azioni per contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici. Un invito ad essere pragmatici, a mettere da parte le prese di posizione basate sull’ideologia, è l’atteggiamento che sta caratterizzando l’approccio degli imprenditori del settore primario. Chiara Corbo, direttore dell’Osservatorio Smart Agrifood si prepara al confronto del convegno, nel quale saranno presenti i rappresentanti di organizzazioni e imprese che sono oggi di riferimento per l’innovazione nel settore agrifood, ricordando l’importanza di fare riferimento ai dati e alla concretezza che da sempre caratterizza gli operatori del settore.
“I cambiamenti climatici sono un dato di fatto – osserva -, non si tratta di interpretare dei fenomeni, ma di prendere atto di una trasformazione in corso e decidere come agire. Il 2024 è stato un anno in cui, ancora più che in passato, il cambiamento climatico ha fatto sentire i suoi effetti. Dal punto di vista del settore primario ha avuto ricadute importantissime sulla capacità produttiva, sulla qualità dei prodotti, sui prezzi”.
Solo per citare qualche esempio la carenza idrica ha portato a una riduzione della produzione di olio al Sud, mentre, al contrario, le piogge eccessive hanno impattato negativamente sulla produzione di frumento, in altre aree del nostro paese. Pragmatismo significa anche che non è più il momento di interrogarsi sui fattori di rischio legati ai cambiamenti climatici, ma di definire strategie precise e progetti per intervenire e agire.
“Ormai – aggiunge -, in molti workshop e focus group con stakeholder di settore una delle preoccupazioni principali per la sostenibilità delle imprese è rappresentata proprio dalle minacce del cambiamento climatico”. Un impatto che si sente anche in termini di volatilità dei prezzi e dunque come ulteriore difficoltà nel gestire la redditività delle imprese agricole, che devono peraltro affrontare anche altre sfide, come i cambiamenti negli stili di vita e nelle abitudini alimentari dei consumatori, nella crescita della competizione internazionale e negli impatti che hanno e avranno gli scenari geopolitici internazionali. Tutti elementi non più percepiti come distanti e tutti con un impatto diretto e importante sulla competitività delle imprese.
Un confronto sulle prospettive di sviluppo
In questo contesto le aziende agricole e agroalimentari sono di fronte a un dilemma: “da un lato lo scenario complessivo scoraggia gli investimenti – prosegue – e, come vedremo dai dati della ricerca, quest’anno si sentono gli effetti di questa tendenza. C’è infatti un rallentamento nell’acquisto dei macchinari agricoli, e una minore propensione a investire in generale. Nello stesso tempo appare anche sempre più evidente che investire nell’innovazione, in particolare nel digitale, rappresenta una risposta molto concreta per garantire sostenibilità e competitività“.
Nel convegno si potrà osservare molto bene come l’utilizzo di soluzioni come ad esempio i DSS (Decision Support System) ha portato, attraverso ottimizzazione della gestione agronomica a risultati che migliorano il conto economico, la competitività, l’impatto ambientale e la qualità dei prodotti. Come? Riducendo l’utilizzo di fertilizzanti, ad esempio, ottimizzando l’uso di tutte le risorse produttive, intervenendo per tempo nel momento in cui si presentano rischi o minacce.
Il prossimo 13 febbraio il confronto farà riferimento a dati concreti, a benefici misurati e monetizzati, anche allo scopo di dimostrare che molti interventi, magari nati e concepiti come azioni anche per contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici, hanno permesso di raggiungere benefici economici molto concreti con riduzioni dei costi e miglioramenti nelle rese produttive.
Come cambia il rapporto con l’innovazione
Il 2024 ha offerto poi una serie di indicazioni anche in termini di evoluzione del rapporto con l’innovazione digitale. Davanti a un processo che dovrebbe mettere sempre al centro l’uomo è venuto il momento di superare le preoccupazioni verso una tecnologia che sostituisce le persone. Corbo sottolinea come in tante interviste sia emerso che l’innovazione digitale ha permesso di migliorare la qualità del lavoro e con questa anche la qualità della vita. Il fattore che più di altri ha permesso di consolidare questa consapevolezza è da attribuire in particolare al ruolo delle soluzioni di analisi ed elaborazione dati, agli strumenti che permettono di prendere decisioni in modo più consapevole, preciso ed efficiente, e che consentono, nello stesso tempo, di ridurre lo stress legato a un processo decisionale sempre più complesso, sempre più ricco di variabili e di incertezze, in particolare per le tematiche ambientali.
Un altro tema di confronto riguarda l’evoluzione del rapporto con l’innovazione in un mercato che vive uno spostamento degli investimenti dal mondo hardware al software, con una propensione a premiare soluzioni che rientrano nel quadro del Farm Management Information System e che puntano a far crescere l’intelligenza e la capacità di conoscenza delle imprese agricole.
Intelligenza artificiale tra campo e filiere
Grandi aspettative e attenzione sarà poi rivolta al ruolo dell’Intelligenza artificiale. Si tratta di una tecnologia che sta evolvendo anche se non è tra le tecnologie predominanti nell’Agricoltura 4.0. Il numero delle soluzioni mappate che utilizzano l’AI è in grande crescita così come cresce il numero delle startup che adotta lIntelligenza artificiale nelle proprie soluzioni.
Infine, uno degli ambiti che meglio rappresenta il pragmatismo del mondo agricolo in relazione ai cambiamenti climatici è rappresentato dalle prospettive del carbon farming che sarà ampiamente trattato in occasione del convegno dell’Osservatorio.
Dalle novità relative alla normativa, al mercato dei crediti di carbonio, alle pratiche agricole per arrivare alle sfide legate al monitoraggio, alla misurazione e alla valutazione dei crediti di carbonio, ovvero alle prospettive aperte dagli strumenti per misurare e rendicontare le performance del carbon farming. E anche in questo senso un ruolo sempre più importante è affidato al digitale.