Con quali aspettative e timori i CEO stanno affrontando il 2025? Cosa si può imparare dall’analisi del loro atteggiamento? Quali segnali si possono trarre? Il 28° Annual Global CEO Survey di PwC permette di disporre di una visione allargata di come i decisori aziendali guardano ai prossimi 12 mesi, ma prima di entrare nel merito di questo focus della ricerca come ESG360 volgiamo dedicare un’attenzione speciale all’analisi del 2025 dalla prospettiva dei climate friendly investment.
L’atteggiamento dei CEO verso i climate friendly investment
A fronte della richiesta di esprimere una valutazione in merito ai risultati ai climate friendly investment negli ultimi cinque anni, la ricerca mette in evidenza che oltre due terzi degli amministratori delegati italiani ammette di non avere ancora sperimentato un impatto significativo sui risultati aziendali.
I dati relativi a questa tipologia di investimenti sono decisamente promettenti. I climate friendly investment esprimono una forte potenzialità di far crescere i ricavi. ma è appunto una potenzialità tanto che solo una quota del 20% dei CEO italiani si sente di dichiarre di aver registrato una crescita. A livello global la situazione è decisamente migliore e si arriva al 33% global. Decisamente più consistente la quota: 69% in Italia, di CEO che non ha registrato effetti sui ricavi effetti sui ricavi. Naturalmente più bassa, 56%, a livello global.
Nel paragone rispetto alle aspettative del 2024 la ricerca registra una netta diminuzione nel numero dei CEO che hanno accettato tassi di rendimento inferiori allo scopo di premiare e4 indirizzare le risorse verso investimenti sostenibili. In cifre, lo scorso i CEO italiani disposti ad accettare un minore rendimento rappresentavano il 39% mentre quest’anno questa quota era ferma al 21%. Nel paragone con la visione global i CEO pronti a rinunciare a migliori rendimenti per la sostenibilità erano il 41% e sono scesi al 25%.
Cosa ha frenato i climate friendly investment nel 2024
Quali sono le cause che hanno portato a quest cambiamento nell’approccio? La ricerca mette in evidenza le difficoltà legate alla complessità delle normative e all’incoerenza tra regolamenti locali e nazionali piuttosto che alla mancanza di stabilità ovvero alle improvvise modifiche della legislazione.
Interrogati proprio su questo tema i CEO italiani nel 29% dei casi citano la complessità normativa come principale ostacolo di un’azione a favore del clima. A livello globale la percentuale scende al 24%.
L’altra ragione che ha messo in affanno i climate friendly investment è rappresentato dal ridotto interesse di molti stakeholder esterni per una quota di CEO del 26% che anche in questo caso scende a livello global per assestarsi al 20% global.
Ultimo punto, ma certo non meno importante il rischio di un minor rendimento per i climate friendly investment viene indicato dal 16% dei CEO a livello italiano e dal 18% a livello globale.
Ottimismo per la crescita economica
La 28° Annual Global CEO Survey di PwC ha visto il coinvolgimento di 4.701 CEO in 109 Paesi e territori. Realtivamente all’Italia i CEO sono stati 122 italiani che si sono espressi non solo sui climate frinedly investment ma su una serie di temi. Il risultato generale e fondamentale esprime una doppia lettura del futuro: da una parte c’è ottimismo dal punto di vista delle possibilità di crescita economica, nello stesso tempo è viva la preoccupazione specifica per la sostenibilità a lungo termine della propria azienda.
I CEO italiani si sono espressi nel 64% dei casi positivamente in termini di aspettative di crescita economica mondiale per i prossimi 12 mesi. A livello mondiale si registra un 58% di CEO ottimisti.
Nel momento in cui si spassa dalla visione globale a quella nazionale l’atteggiamento cambia. Si raffredda il clima di fiducia nella specifica crescita economica a livello nazionale dove in ogni caso i CEO italiano sono più ottimisti di quelli di altri paesi europei. In Italia il 43% dei CEO si aspetta una crescita nel 2025, in Germania la quota di CEO che credono nella crescita si ferma al 16&, in Francia al 24% mentre sono più ottimisti in UK dove la quota di CEO fiduciosi è al 61%, in Spagna dove arriva al 72% e in USA al 66%.
Cosa sono i climate friendly investment
Può essere utile fare il punto nello specifico sul tema Climate Friendly Investment ricordando che si tratta di una modalità d’investimento che tiene conto dell’impatto ambientale e promuove la sostenibilità con una attenzione speciale alle logiche ESG. Si tratta di investimenti indirizzati verso attività e progetti che contribuiscono a ridurre le emissioni di CO2, migliorano, ad esempio, l’efficienza energetica e supportano l’adozione di energie rinnovabili.
Uno degli aspetti chiave di questi investimenti è la valutazione del rischio climatico. Gli investitori cercano di evitare aziende e settori che sono altamente dipendenti dai combustibili fossili, scegliendo invece di finanziare imprese impegnate nella transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio. Questo approccio non solo mira a generare profitti, ma anche a promuovere una responsabilità sociale e ambientale.
Un esempio di climate friendly investment può essere l’acquisto di azioni di aziende cleantech o climatech che producono tecnologie pulite, come pannelli solari, turbine eoliche o veicoli elettrici. Inoltre, gli investitori possono scegliere fondi comuni di investimento o ETF (Exchange Traded Funds) focalizzati su indici di sostenibilità o specifici settori ESG.