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Rendicontazione sulla sostenibilità, i “moniti” di Consob



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L’authority evidenzia gli elementi chiave per le società quotate: agevolare gli investitori nell’individuare le informazioni sugli aspetti climatici, promuovere la coerenza tra i dati finanziari e di sostenibilità, chiarire le considerazioni sugli impatti dei fattori climatici

Pubblicato il 7 gen 2025



CSRD Corporate Sustainability Reporting Directive

Con l’entrata in vigore del decreto legislativo 125/2024, che recepisce la “Corporate sustainability reporting directive” europea (CSRD), le società quotate dovranno prestare attenzione ad alcuni aspetti particolari della propria attività rispetto alla rendicontazione sulla sostenibilità. A delineare in un “richiamo di attenzione” tre punti fondamentali per le informative sul clima fornite nei bilanci delle società quotate è Consob, la Commissione Nazionale per le Società e la Borsa, che attraverso questo documento fa anche il punto sul contesto normativo di riferimento e sulle attività finora messe in campo.  

La normativa di riferimento

Nel documento la Consob sottolinea come a ottobre 2024 l’Esma, European Scurity and Markets Authority, abbia posto l’accento – nel report “The Heat is On: Disclosures of Climate-Related Matters in the Financial Statements” – sulla rilevanza per i bilanci annuali del 2024 delle priorità di vigilanza che riguardano le questioni climatiche, evidenziando quanto siano importanti la coerenza e la connessione tra le informazioni sui rischi e le opportunità climatiche che compaiono nei bilanci e le informazioni incluse nella rendicontazione di sostenibilità.

“Ciò – spiega Consob – in quanto una potenziale fonte di greenwashing può consistere – fatte salve le specificità dei bilanci e delle rendicontazioni sulla sostenibilità – nell’esistenza nella relazione finanziaria annuale di informazioni divergenti sui temi della sostenibilità. Proprio per scongiurare questo rischio l’Esma – spiega ancora Consob – invita gli emittenti, in particolare quelli che operano in settori più esposti ai fattori climatici, a specificare nei bilanci quali questioni climatiche, seppure trattate nella rendicontazione di sostenibilità, non hanno effetti finanziari, chiedendo di spiegarne il motivo.

Più di recente, a ottobre 2024, Esma ha pubblicato il Public Statement “Clearing the smog: Accounting for Carbon Allowances in Financial Statements”, per fare il punto sulle diverse modalità contabili osservate finora nei bilanci degli emittenti europei quotati riguardo ai programmi di carbon pricing, e per incoraggiare gli emittenti nel fornire un’informativa completa su come le quote di carbonio possono impattare le valutazioni di bilancio.

Il ruolo di Consob

L’authority italiana ha a sua volta realizzato diversi approfondimenti per aiutare le società quotate ad affrontare la complessità delle nuove norme, prendendo come esempio i bilanci del 2023 di un campione di emittenti dell’Ftse-Mib. “Le complessive evidenze derivanti da tali analisi – si legge sul documento – mostrano che è in atto un processo di progressivo adeguamento dell’informativa finanziaria riportata in bilancio, al fine di riflettere nella reportistica gli effetti del cambiamento climatico e della transizione verso un’economia a zero emissioni nette, pur permanendo delle significative aree di miglioramento”.

I tre aspetti chiave

Nel documento Consob punta i fari su tre elementi chiave “meritevoli di attenta considerazione, anche tenuto conto dell’entrata in vigore degli obblighi informativi in materia di rendicontazione di sostenibilità disciplinati dal decreto n. 125/2024”.

Agevolare gli investitori nell’individuazione delle informazioni sugli aspetti climatici

Al primo punto Consob “richiama l’attenzione degli emittenti sull’opportunità di riportare le informazioni sugli aspetti climatici in una specifica nota del bilancio, ovvero inserire specifici richiami alle note in cui queste ultime sono rappresentate. In particolare – prosegue l’authority – le informazioni dovrebbero essere strutturate in modo da riguardare, se ritenuti rilevanti, tra l’altro, i rischi, le incertezze e gli impatti sulle voci di bilancio ovvero le motivazioni per le quali non sono stati individuati impatti.

Coerenza tra informativa finanziaria e di sostenibilità

Nel bilancio, specifica ancora Consob, dovranno essere riportate informazioni finanziarie coerenti con le informazioni fornite al mercato, in particolare nelle rendicontazioni di sostenibilità, secondo i principi della Csrd. “Si richiama l’attenzione degli emittenti nel fornire in bilancio informazioni rilevanti che consentano agli investitori di apprezzare gli eventuali impatti sulle stime contabili delle azioni individuate all’interno di tali piani, rappresentando le valutazioni che hanno condotto a rilevare o meno impatti nel bilancio”.

Inoltre, rispetto alle modalità di contabilizzazione degli impegni climatici, secondo quanto stabilito dall’Interpretation Committee dell’Ifrs, “indipendentemente dalla conclusione in merito alla necessità o meno di effettuare un accantonamento – spiega Consob – tali impegni possono avere un impatto sul valore delle altre attività e passività dell’emittente e richiedere specifica informativa nel bilancio”.

“Analogamente – prosegue la Commissione – laddove gli emittenti dichiarino nel bilancio di fare uso di scenari nell’analisi per la valutazione del rischio climatico, è opportuno chiarire, se rilevante, in che modo gli esiti delle analisi di scenario svolte hanno informato le valutazioni contenute nei bilanci. A tal proposito, può risultare utile fornire un’analisi di sensitività dei valori espressi in bilancio, che tenga espressamente conto delle assunzioni formulate in relazione ai fattori climatici quando queste possano dar luogo a rettifiche rilevanti dei valori contabili entro l’esercizio successivo.

L’informativa sugli impatti dei fattori climatici

Consob richiama infine gli emittenti a “riportare nei bilanci informazioni finanziarie rilevanti sui temi climatici adattate alle proprie caratteristiche, al fine di far apprezzare agli investitori le analisi svolte e le connesse incertezze”, per porre rimedio al fatto che, finora, stando all’attività di vigilanza svolta dalla Commissione, “la descrizione nei bilanci sui principi contabili applicati è spesso generica e non sempre riflette le specificità degli emittenti”.

“In particolare, con riferimento al test di impairment – conclude Consob – si ricorda agli emittenti di garantire che la descrizione della metodologia utilizzata per determinare il valore recuperabile, nonché le principali ipotesi di valutazione utilizzate, sia chiara e sufficientemente precisa da consentire agli utilizzatori del bilancio di comprendere il modo in cui è stato determinato il valore recuperabile”.

Infine, la Consob sottolinea “l’importanza che gli emittenti indichino gli impatti dei fattori climatici, laddove rilevanti e stimabili con affidabilità, sulla vita utile degli attivi iscritti in bilancio, sulle valutazioni delle perdite attese su crediti e sulla misurazione dei contratti assicurativi, e forniscano informazioni utili a far comprendere le considerazioni svolte e le cause di incertezza nelle stime”.

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