L’INIZIATIVA

Un “digital twin” per portare nel mondo la Basilica di San Pietro



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A firmare il progetto “AI-Enhanced Experience” è Microsoft, su commissione del cardinale Gambetti. Grazie al gemello virtuale dell’edificio sarà possibile esplorare da remoto anche gli angoli che a occhio nudo non si potrebbero raggiungere.  Brad Smith: “Esperienza memorabile per tutti coloro che vogliono approfondire storia e significato di questo luogo straordinario”

Pubblicato il Nov 19, 2024



san pietro

L’Intelligenza artificiale entra nella Basilica di San Pietro dalla porta principale, grazie a un progetto di collaborazione tra la Fabbrica di San Pietro e Microsoft. L’obiettivo dell’iniziativa, che prevede la creazione di un “gemello virtuale” dell’edificio, è di consentire a pellegrini e visitatori di tutto il mondo di ammirare e interagire con la basilica di San Pietro anche nei suoi punti inaccessibili, dove l’occhio umano non riuscirebbe ad arrivare.

“La Basilica di San Pietro: AI-Enhanced Experience”, questo il nome del progetto, è il primo su scala globale in cui l’intelligenza artificiale viene utilizzata in un luogo di culto così rilevante. Alla base di questa scelta innovativa c’è la scelta del cardinale Mauro Gambetti, arciprete della Basilica e presidente della Fabbrica di San Pietro, che ha voluto “aprire” le porte di San Pietro, in occasione del Giubileo, anche verso chi non potrà essere fisicamente a Roma.

Una roadmap lunga due anni

All’idea, che per la prima volta fu formulata due anni fa, hanno lavorato le migliori professionalità nel campo dell’innovazione digitale, guidate e affiancate degli esperti della Fabbrica di San Pietro. In una sessione durata tre settimane sono state scattate da Droni, fotocamere e laser oltre 400mila immagini in alta risoluzione, utilizzate in un secondo momento per dare vita a un modello 3D della Basilica preciso fin nei dettagli.

A elaborare i dati della fotogrammetria messi a disposizione da Iconem ci ha pensato in un secondo momento l’AI for Good Lab di Microsoft, perfezionando così al millimetro il gemello digitale. In sostanza gli algoritmi di intelligenza artificiale hanno colmato le lacune, migliorato i dettagli e creato una ricostruzione virtuale della Basilica senza soluzione di continuità. Contemporaneamente, l’intelligenza artificiale è stata utile per rilevare, mappare e segnalare le vulnerabilità strutturali della Basilica, come crepe e tessere di mosaico mancanti.

La Basilica e l’innovazione digitale

“Siamo giunti a definire un piano coordinato di servizi e di attività di comunicazione per una ‘Basilica in uscita’. In questi anni, non senza fatica, abbiamo affrontato la splendida sfida del rapporto tra l’uomo e la tecnica con lo spirito di fraternità, che ha animato importanti collaborazioni improntate alla circolarità, di competenze, di punti di vista e di mezzi, con il comune obiettivo di favorire la crescita umana delle persone – afferma il cardinale Mauro Gambetti – Abbiamo così potuto strutturare un sistema informativo della Fabbrica, mettere a servizio degli Uffici un Enterprise Resource Planning (Erp) e avviare il processo di informatizzazione della gestione documentale, archivistica e delle risorse umane; inoltre, abbiamo realizzato il primo step del Building Information Modeling (Bim) della Basilica”.

“Poi – aggiunge sono state create piattaforme e app per offrire servizi ai pellegrini e ai visitatori al fine di favorirne l’esperienza in San Pietro; e sono stati resi maggiormente comprensibili, tramite i linguaggi multimediali, l’impiego dell’Intelligenza Artificiale e la proposta di corsi di formazione, i significati custoditi dal complesso monumentale. In tal senso, lo sforzo è quello di decodificare per l’uomo di oggi, con l’ausilio della tecnologia digitale, l’intreccio di storia, arte e spiritualità che fanno della Basilica un unicum al mondo. D’altronde – concude – la Chiesa fa questo da sempre, cercando di comunicare la propria fede nel divino attraverso i linguaggi del tempo e del contesto culturale di appartenenza”.

Un’esperienza memorabile

“L’intelligenza artificiale ci permette di ammirare questa Basilica in una modalità unica e innovativa mai vista in precedenza – aggiunge Brad Smith, vice chairman e presidente di Microsoft – Questa partnership, che unisce istituzioni e innovazione tecnologica, ha creato un’esperienza memorabile per tutti coloro che vogliono approfondire storia e significato di questo luogo straordinario”.

Un nuovo processo di comunicazione

“Quando abbiamo una ispirazione è come se si accendesse una luce. E questo progetto, spero, potrà accendere tante luci nel mondo. Così, con la Basilica nello spazio digitale, inizia un nuovo processo di comunicazione, con una nuova opera d’arte che prosegue sul cammino di coloro che hanno lavorato alla bellezza del messaggio che parte dal cuore della cristianità – afferma Padre Enzo Fortunato, direttore della Comunicazione della Basilica di San Pietro che anticipa- Il 25 novembre presenteremo, insieme al Cardinale Arciprete, in accordo con gli organi competenti, il piano di comunicazione della Basilica di San Pietro”.

San Pietro “raggiunge” i fedeli nel mondo

“Siamo stati animati da un desiderio che non è semplicemente estetico o legato a un’innovazione tecnologica – spiega il coordinatore del progetto Microsoft, Padre Francesco Occhetta – Molte persone cercano uno spazio sacro in cui potersi ritrovare davanti a Dio e la ricostruzione digitale della Basilica potrà aiutare questo incontro in ogni angolo del mondo. Per questo motivo, questa visione in 3D ricollega l’architettura sacra al corpo di San Pietro e ne rappresenta un prolungamento”.

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