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L’Infrastructure Academy di Hilti guida l’innovazione sostenibile nelle costruzioni



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Dalla teoria alla pratica, come rendere sostenibili i progetti infrastrutturali: servono sistemi di rating e metodologie per misurare l’impronta ambientale di un’opera, l’aiuto della digitalizzazione e il coinvolgimento delle comunità locali. Le evidenze emerse nel corso della terza edizione della conferenza organizzata con AIS (Associazione Infrastrutture Sostenibili)

Pubblicato il 23 ott 2024



sostenibilità infrastrutture

La terza edizione della Infrastructure Academy di Hilti Italia – che fornisce all’industria mondiale delle costruzioni e dell’energia prodotti, sistemi, software e servizi tecnologicamente all’avanguardia – si è conclusa con un bilancio positivo. La conferenza, dedicata all’innovazione infrastrutturale nel mercato delle costruzioni e organizzata in collaborazione con l’Associazione Infrastrutture Sostenibili (AIS) – che promuove la diffusione della cultura della progettazione, realizzazione e gestione di infrastrutture secondo criteri di sostenibilità ESG – , ha messo quest’anno in luce temi di grande attualità che hanno a che fare con la digitalizzazione, l’innovazione e la sostenibilità. Durante la giornata, due tavole rotonde e vari case studies hanno illustrato come progetti e cantieri sostenibili possano garantire al contempo produttività e sicurezza nel settore delle infrastrutture. Tra gli oratori, vi erano rappresentanti di entità come ANAS, STUDIO SPERI, ICMQ, SINA, ASPI, AMPLIA Infrastructure, ITALFERR, ANCE Roma e TELT.

“L’Infrastructure Academy di Hilti punta ad essere il luogo d’incontro dove esperienze, dati e conoscenze convergono in un’ottica di sinergie, con l’obiettivo di apportare un cambiamento positivo e duraturo nel mondo delle infrastrutture. Esplorare nuove soluzioni assieme ai nostri Partner e Clienti ci proietta verso un futuro delle costruzioni sempre più sostenibile”, dichiara l’AD di Hilti Italia, Alessandro Savino.

La sostenibilità delle infrastrutture tra protocolli e certificazioni

La sostenibilità nell’ambito delle infrastrutture è un concetto che deve essere “esercitato” quotidianamente attraverso una convergenza pragmatica di pratiche emerse durante l’Infrastructure Academy.

I Protocolli, come ENVISION®, sono abilitatori fondamentali. Questo sistema di rating consente di valutare la sostenibilità a 360° delle infrastrutture, di qualsiasi dimensione e tipologia, e attraverso tutto il ciclo di vita dell’opera, dalla sua pianificazione e progettazione, alla realizzazione, fino all’operation e al fine vita. Così il protocollo invita a ripensare la sostenibilità non solo a livello ambientale (aspetto che in Italia è maggiormente normato) ma anche a livello sociale, di confronto con la comunità, di resilienza dell’opera, ed economico, in relazione alla creazione dell’indotto in uno specifico contesto.

Uno spazio importante è quello occupato da Metodologie e Certificazioni, come LCA (Life Cycle Assesment) che misura l’impatto ambientale di un’opera lungo tutto il suo ciclo di vita, dalla produzione dei materiali alla costruzione, dall’uso alla manutenzione, fino alla dismissione e permette di individuare strategie più sostenibili, riducendo l’impronta ecologica delle infrastrutture e la EPD (Environmental Product Declaration), etichetta ambientale di tipo III, conforme agli standard ISO e basata sui risultati dell’LCA che fornisce informazioni trasparenti e verificabili sull’impatto ambientale di un prodotto lungo il suo ciclo di vita, rendendo anche possibile il confronto di prodotti simili.

Nell’indirizzare concretamente la sostenibilità delle infrastrutture ci pensano anche i Position Paper di AIS (Associazione Infrastrutture Sostenibili), veri e propri documenti di indirizzo metodologico a disposizione di progettisti e imprese che consentono di individuare gli obiettivi di sviluppo sostenibile e definire le strategie, sia nei singoli aspetti, che più in generale rispetto al cantiere nel suo insieme. Inoltre, grazie all’elaborazione di metriche e punteggi permettono di valutare in quale classe di sostenibilità̀ si colloca l’opera.

Che ruolo spetta a digitalizzazione e inclusione della comunità

Da non sottovalutare è l’importanza della digitalizzazione che costituisce un facilitatore strategico per migliorare sia la produttività che la sostenibilità dei cantieri e delle opere. Secondo un recente studio CRESME, negli ultimi 30 anni la produttività nell’ambito dell’edilizia è diminuita di 20 punti e la digitalizzazione, attraverso ad esempio BIM e pre-industrializzazione, offre grandi opportunità di cambiamento.

Nel rapporto di KPMG Emerging Trends in Infrastructure, si evidenzia il crescente ruolo dei cittadini e degli stakeholder sociali rispetto alle scelte e ai processi decisionali, progettuali e costruttivi di opere ad alto impatto sui territori. Secondo il report “la consapevolezza e l’interesse pubblico nei confronti della resilienza e della sicurezza delle infrastrutture non è mai stata così alta.” La “territorializzazione dell’opera”, attraverso la costruzione di un dialogo con il territorio e politiche di inclusione per il benessere della comunità, diventa pertanto un fattore strategico.

La sostenibilità è anche una questione di materiali, tecnologie e cultura

La sostenibilità, oggi, rappresenta una delle sfide più complesse e al contempo stimolanti per aziende come Hilti, che operano in un settore tradizionalmente ad alta intensità di risorse come quello delle costruzioni. La sfida è duplice e coinvolge sia aspetti operativi e tecnologici, sia questioni di natura strategica e culturale. La sostenibilità, infatti, non è solo una questione di materiali e tecnologie, ma anche culturale e richiede un cambiamento di mentalità evidenzia Veronica Pirovano, Head of Sales di Hilti Italia.

Costruire per il futuro è un impegno collettivo a generare valore duraturo

Il pensiero, la progettazione, la costruzione e l’opera finale devono essere sostenibili fin dall’inizio e rimanere tali per tutto il ciclo di vita dell’infrastruttura. È evidente che la sostenibilità comporta sia un valore aggiunto che un costo extra per le aziende, stimato tra il 4% e il 6% dei ricavi, secondo uno studio ANCE. La convinzione che adottare pratiche sostenibili implichi costi maggiori è diffusa, ma nel lungo termine questa scelta si dimostra vantaggiosa. Ottimizzando gli investimenti attraverso l’intera catena del valore e rispettando le normative, le aziende possono significativamente ridurre interruzioni, ritardi e penali. Ciò si traduce in una gestione dei cantieri più efficiente e in un maggiore ritorno economico. Un cambiamento di paradigma che richiede tempo e impegno da parte di tutti.

Operare nel settore dell’edilizia e delle infrastrutture è un privilegio”, conclude Luigi Ancona, Sales Director di Hilti Italia, che sottolinea come “questo lavoro ci permette di creare e vivere opere che durano oltre la nostra vita. Costruire per il futuro non può prescindere da due principi fondamentali: la consapevolezza e la generosità. Abbiamo la responsabilità di costruire in modo sostenibile, per generare valore per i territori. Solo attraverso una riflessione profonda sull’impatto ambientale e sociale possiamo generare un valore duraturo. La sostenibilità diventa così non solo un obiettivo, ma un impegno collettivo del settore verso un domani migliore”.

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