Un importante passo in avanti nella ricerca sui benefici nutrizionali, economici e ambientali della produzione di carne è stato compiuto con la pubblicazione degli atti ufficiali della Dichiarazione di Dublino sulla rivista scientifica Animal Frontiers. Voce quindi a più di 1000 gli scienziati di tutto il mondo che hanno aderito al progetto, contribuendo attraverso studi e ricerche al fine di raggiungere una visione equilibrata del futuro dell’agricoltura e dell’allevamento animale.
Alla ricerca di soluzioni basate sulla scienza per le sfide della zootecnia
La Dichiarazione di Dublino si inserisce in un momento cruciale per il settore zootecnico globale, che deve affrontare sfide senza precedenti in termini di approvvigionamento e sostenibilità, richiedendo sempre più urgentemente soluzioni basate su evidenze scientifiche che aiuterebbero a far fronte anche a diverse situazioni in cui cade vittima di semplificazione, riduzionismo o fanatismo.
Da un lato, c’è un urgente bisogno di aumentare la disponibilità di alimenti di origine animale, come carne, latticini, uova e pesce, al fine di soddisfare le esigenze nutrizionali di circa tre miliardi di persone che rischiano arresto della crescita, deperimento, anemia e ad altre forme di malnutrizione. Dall’altro lato, i sistemi di produzione animale devono affrontare problematiche legate alla biodiversità, ai cambiamenti climatici, ai flussi di nutrienti e al benessere degli animali per rispettare l’approccio One Health.
I benefici della produzione e del consumo di carne
Gli alimenti di origine animale sono ricchi di nutrienti essenziali e sostanze benefiche per la salute, che spesso mancano nelle diete globali, anche tra le persone con reddito elevato. Sebbene le persone con risorse economiche abbondanti possano ridurre il consumo di carne, latticini e uova, questo approccio non è raccomandato per l’intera popolazione, soprattutto per gruppi con elevati fabbisogni nutrizionali come bambini, donne in gravidanza e allattamento, donne in età fertile, anziani e malati cronici. Diverse evidenze scientifiche, tra cui quelle di natura bio-evolutiva, antropologica, fisiologica ed epidemiologica, sottolineano che il consumo regolare di carne, latticini e uova come parte di una dieta bilanciata apporta vantaggi significativi per la salute umana.
Gli animali d’allevamento svolgono un ruolo insostituibile nel riciclo dei sottoprodotti alimentari e nel mantenimento del flusso materiale circolare in agricoltura. Essi convertono biomassa non commestibile in alimenti di alta qualità e possono valorizzare terre marginali. I sistemi di allevamento ben gestiti offrono numerosi benefici come il sequestro del carbonio, il miglioramento del suolo e la protezione della biodiversità. Semplici soluzioni, come ridurre drasticamente il numero di animali, potrebbero causare problemi ambientali su larga scala, rendendo necessarie azioni più complesse e mirate nel settore dell’allevamento. L’allevamento sostenibile offre invece soluzioni per l’attuale sfida di mantenere l’equilibrio con le risorse del nostro pianeta.
La Dichiarazione di Dublino promuove l’informazione oggettiva
Gli atti pubblicati nella Dichiarazione di Dublino evidenziano l’importanza di un approccio scientificamente fondato nel consumo e nella produzione di carne, non solo per la salute umana, ma anche dal punto di vista economico e ambientale. Le ricerche condotte da centinaia di scienziati hanno dimostrato in modo convincente i numerosi benefici associati al consumo di carne, e molte di queste evidenze hanno visto una convergenza proprio nella Dichiarazione di Dublino.
“In un contesto in cui il dibattito intorno alla produzione e al consumo di carne è sempre più polarizzato e spesso penalizzato da fake news e mancanza di informazioni oggettive, la Dichiarazione di Dublino assume un valore eccezionale – commenta Giuseppe Pulina, presidente di Carni Sostenibili, l’organizzazione che promuove il consumo consapevole e la produzione sostenibile di carne, e fra gli scienziati firmatari del progetto – Mai come oggi un approccio che privilegi il dato e l’indagine scientifica su quello ideologico non solo è auspicabile ma necessario per tutelare la salute dei cittadini e favorire l’operato dei decisori”.