Spreco alimentare

Food waste: la principale causa è nel consumo domestico

In Italia siamo dei cultori del cibo, ma anche di cattive abitudini. Quello che manca è un’istruzione alimentare, che evidenzi le perdite e i rischi dello spreco alimentare e insegni ai consumatori l’importanza della prevenzione, del riutilizzo e del recupero

Pubblicato il 03 Feb 2023

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Si spreca ancora troppo cibo in Italia e nel mondo. Secondo i dati di uno studio CREA (con la collaborazione di REF Ricerche e il supporto di indagine e analisi di GFK-Italia), il Bel Paese registra una quantità di spreco alimentare domestico che si aggira in media sui 370 grammi a settimana per famiglia.

In questo contesto, le filiere della carne e del pesce risultano tra le più virtuose: sommando gli avanzi del cibo portato in tavola e gli alimenti buttati perché scaduti o andati a male, gli sprechi complessivi di carne e pesce arrivano appena al 6% in peso dello spreco medio di una famiglia. Risultati che sono stati confermati da una recente pubblicazione dell’Osservatorio sugli sprechi alimentari del CREA in cui si riporta uno spreco domestico della sola carne stimato in appena 11 grammi a settimana per famiglia (3% dello spreco medio).

Emerge, quindi, in termini assoluti, come i punti critici della filiera siano il settore primario (soprattutto il comparto ortofrutticolo, cerealicolo e della pesca) e la fase di consumo domestico che risulta essere tra le principali cause dello spreco (oltre il 50%), seguita da quello della produzione (oltre il 30%). Il restante è riferito ai servizi di ristorazione e distribuzione all’ingrosso e dettaglio. Dati alla mano, ciò che ne consegue è la necessità di investire nella consapevolezza dei consumatori rispetto al problema dello spreco alimentare che può contribuire ad aumentare l’attenzione e a ridurre gli sprechi.

Carni Sostenibili promuove la sostenibilità di filiera anche attraverso il consumo responsabile

Con l’obiettivo di promuovere la produzione sostenibile e il consumo consapevole di carni e salumi, Carni Sostenibili, associazione italiana senza scopo di lucro che rappresenta tutte le filiere della lavorazione e trasformazione delle carni (bovine, suine e avicole), ha realizzato una piattaforma di comunicazione digitale, supportata dalla pubblicazione di studi e ricerche, per promuovere una corretta informazione scientifica e la sua diffusione, in merito alla sostenibilità ambientale, economica e sociale dell’intera filiera della carne.

In occasione della Giornata Nazionale contro lo spreco alimentare (5 febbraio 2023), l’associazione lancia un piccolo vademecum anti-spreco con un “consulente d’eccezione”, lo Chef Antonello Colonna.

“In Italia siamo dei cultori del cibo – spiega lo Chef – viviamo di tradizioni e di abitudini, ma anche di cattive abitudini. Siamo infatti dei consumatori seriali. Soprattutto quello che manca è un’istruzione alimentare, siamo tanto informati, ma non siamo istruiti. Spesso compriamo i prodotti senza farci delle domande. Servirebbe una campagna più aggressiva che evidenzi le perdite e i rischi dello spreco alimentare e insegni ai consumatori l’importanza della prevenzione, del riutilizzo e del recupero”.

Secondo lo chef Colonna per combattere lo spreco alimentare occorre tenere sotto controllo gli acquisti, senza eccedere nelle quantità, al fine di scegliere solo ciò che è davvero necessario. Andare al supermercato a “pancia piena” per evitare l’effetto compulsività. E infine, leggere bene le etichette, facendo attenzione agli ingredienti, data di scadenza e indicazioni per la conservazione.

Cucinare riutilizzando gli avanzi è un’arte che va insegnata

Se è vero che il consumatore italiano si rivela ancora uno “sprecone”, c’è da dire che l’Italia è stato il primo Paese in Europa che ha scelto di dotarsi di uno strumento normativo di contrasto allo spreco alimentare con la legge n. 166/2016 (“legge Gadda”) che prevede una serie di misure per ridurre la produzione di rifiuti ed estendere il ciclo di vita dei prodotti con finalità di riuso e riciclo, oltre ad incentivare la redistribuzione delle eccedenze alimentari.

Un passo importante, considerando che a livello europeo i dati non sono incoraggianti: lo spreco alimentare, infatti, ha raggiunto 87,6 milioni di tonnellate di alimenti, per una media di 173 chili a persona. Si stima che in media circa un terzo del cibo prodotto ogni anno nel mondo venga perso prima del consumo. E, secondo i dati, convertendo tale quantità in calorie, circa il 24% di tutto il cibo prodotto viene perso o sprecato tra il campo e la tavola. Inoltre, secondo una ricerca condotta su scala europea, solo 6 persone su 10 riadattano le ricette in base al cibo avanzato.

“Saper cucinare con creatività riutilizzando gli avanzi – sottolinea lo chef Colonna – è un’arte. Ma oggi si ha poco tempo e spesso poca voglia correndo il rischio di buttare cibo che avrebbe potuto avere una nuova vita. Per esempio, con la carne avanzata si possono realizzare tante idee gustose, dalle polpette alla carne in umido, rappresentando così le nostre abitudini alimentari”.

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