Partito nel 2018, PerFORM WATER 2030 (acronimo di Platform for Integrated Operation Research and Management of Public Water towards 2030) si poneva la mission di realizzare un living lab di importanza strategica per il settore delle acque pubbliche, attraverso l’adozione e lo sviluppo di tecnologie e pratiche innovative improntate sui principi dell’economia circolare, per disegnare un futuro più efficiente e sostenibile per il Servizio Idrico Integrato.
Frutto della collaborazione delle eccellenze industriali e universitarie lombarde, il progetto sviluppato da Gruppo CAP, la green utility che gestisce il servizio idrico integrato della Città metropolitana di Milano, diventa oggi uno dei sei modelli di sviluppo innovativo selezionati da Regione Lombardia perché guidati da eccellenze imprenditoriali lombarde che si sono distinte per competitività nella filiera di riferimento, collaborazione tra mondo imprenditoriale e sistema della ricerca, respiro internazionale, capacità di generare nuove idee in risposta ai bisogni delle persone e della società.
Il Servizio Idrico Integrato in ottica di economia circolare
Sviluppato nell’ambito del POR (Programma Operativo Regionale), del FESR (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale) 2014-2020, e della Call d’innovazione “Accordi per la Ricerca e l’Innovazione” di Regione Lombardia, PerFORM WATER 2030 è stato premiato dall’iniziativa “Lombardia Innovativa”, il riconoscimento che Regione Lombardia dedica alle filiere di eccellenza che adottano modelli innovativi, in grado di generare valore e accrescere la competitività del territorio nell’ambito degli otto ecosistemi del Programma Strategico Triennale: nutrizione, salute e life science, cultura e conoscenza, connettività e informazione, smart mobility e architecture, sostenibilità, sviluppo sociale, manifattura avanzata.
“Questo riconoscimento da parte di Regione Lombardia ci spinge a proseguire con ancora maggiore convinzione nella strada intrapresa verso l’innovazione tecnologica, investendo in ricerca, attivando collaborazioni, contaminazioni e sinergie con le eccellenze del territorio per costruire insieme il mondo di domani – spiega Alessandro Russo, presidente e amministratore delegato di Gruppo CAP – Con PerFORM Water 2030 abbiamo trasformato i nostri impianti e le nostre strutture in veri e propri laboratori dove progettare oggi la gestione del servizio idrico del futuro, per garantire la qualità dell’acqua, e recuperare energia e risorse in ottica di economia circolare”.
PerFORM Water 2030 si pone oggi come modello per promuovere la cooperazione a lungo termine tra diverse realtà industriali, di ricerca e istituzioni locali. Il progetto ha portato infatti alla realizzazione di impianti sperimentali, all’industrializzazione di diverse attività generate, e al miglioramento della competitività delle aziende che operano nel settore idrico.
PerFORM WATER 2030: un modello che promuove la transizione tecnologica e ambientale
PerFORM WATER 2030 ha preso in considerazione quattro ambiti tematici:
- il primo è quello dell’Acqua, con focus sul controllo della qualità delle acque di approvvigionamento e l’ottimizzazione delle reti di distribuzione, il monitoraggio e la rimozione degli inquinanti emergenti e delle emissioni in atmosfera, l’ottimizzazione dei processi di trattamento delle acque reflue;
- il secondo è quello dei Fanghi di depurazione, con focus sulla progettazione e implementazione di misure per la riduzione della quantità prodotta e la valorizzazione termica con contestuale recupero di energia e materia;
- il terzo è dedicato al Recupero di Energia e Materia all’interno degli impianti di depurazione (biogas a biometano), con contestuale riduzione delle emissioni in atmosfera;
- il quarto riguarda la Valorizzazione Economica e Sociale delle tecnologie impiegate negli altri tre ambiti, attraverso il coinvolgimento di tutti gli stakeholder e l’analisi avanzata dei costi e della tariffazione del servizio idrico.
Unico nel suo genere non solo in Lombardia, ma nell’intero Paese, ha coinvolto 6 realtà industriali, 2 università e 1 istituto di ricerca, ognuno dei quali ha messo a disposizione le proprie competenze tecniche in un contesto di contaminazione di idee, progetti e conoscenze specifiche per dare vita a una piattaforma diffusa di ricerca, sviluppo e implementazione di tecnologie e strumenti decisionali, per un investimento di circa 9 milioni di euro.
Gruppo CAP è stato il capofila dell’intero progetto, che ha visto la collaborazione di aziende quali GeneGIS GI, che si occupa di sistemi informativi per l’ambiente, MMI (Modellistica e Monitoraggio Idrologico), SEAM Engineering, che si occupa della realizzazione di impianti in campo ambientale, il gruppo nel settore chimico SIAD, Veolia Water Technologies Italia e VOMM (impianti per il trattamento e valorizzazione energetica dei fanghi).
Il coordinamento scientifico è stato affidato al Politecnico di Milano, in particolare dai dipartimenti Ingegneria Civile e Ambientale, Energetica e Gestionale, con la partecipazione dell’Istituto di Ricerca sulle Acque del Consiglio Nazionale delle Ricerche (IRSA-CNR) e dei dipartimenti di Scienze dell’Ambiente e della Terra, Informatica, Sistemistica e Comunicazione e di Scienza dei Materiali dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca.