Viviamo un periodo che consegna all’agroalimentare tante nuove responsabilità, da quelle che guardano a questo settore con enormi speranze per riuscire a rispondere a tre grandissimi obiettivi alimentare il pianeta, contribuire al contrasto ai cambiamenti climatici e alla sostenibilità ambientale e garantire prodotti alimentari sempre migliori con la massima garanzia di qualità e di sicurezza alimentare.
Per le imprese di questo settore che vivono quotidianamente i territori e l’ambiente, sono sfide che fanno parte del senso stesso dell’agricoltura, ma c’è la necessità di un cambiamento culturale importante, di tanta innovazione che permetta prima di tutto di aumentare il livello di conoscenza delle imprese in tutte le direzioni: verso l’ambiente, verso la gestione delle risorse, verso le imprese dell’agroalimentare e verso i consumatori finali.
La trasformazione dei sistemi alimentari nel segno della sostenibilità e della competitività è oggi una grandissima partita che si gioca sui terreni della cultura e dell’innovazione, del senso di responsabilità verso le persone, i territori, l’ambiente e della necessità di creare valore. Ma dietro ogni nuovo impegno ci sono sempre nuove opportunità. E oggi più che mai per affrontarle c’è bisogno di conoscenza, di dati, di una cultura che sia in grado di trasformare questi dati in informazioni e le informazioni in decisioni.
In termini molto semplici, si può affermare che il primo obiettivo oggi è quello di “fare di più con meno” e soprattutto di “fare meglio in ogni singolo punto della filiera“. Ma questa semplificazione nasconde la necessità prioritaria di portare integrazione nelle filiere e di garantire quella visione di insieme che è alla base di ogni vera trasformazione.
All’Agri Data Green Summit organizzato da xFarm Technologies, questi temi hanno rappresentato i segni distintivi di una serie di testimonianze che uniscono i temi dell’innovazione, della sostenibilità, della trasformazione di filiera con quelli della concretezza e di una cultura dell’agroalimentare, del cibo e dell’ambiente che permettono di comprendere come sia nata e si stia sviluppando una nuova forma di valore.
Simbiosi: un rapporto nuovo con la produzione alimentare, tra sostenibilità e innovazione
Piero Manzoni, fondatore e CEO di Simbiosi
Simbiosi è la capogruppo di alcune società riconducibili a Neoruralehub S.r.l., la prima Nature Based Solutions Valley avviata su intuizione di Giuseppe Natta, pioniere della economia circolare fin dagli anni settanta. Società che sviluppano tecnologie, soluzioni e brevetti impiegabili in molte applicazioni finalizzate al risparmio di risorse naturali (aria, acqua, materiali e suolo) ed energetiche.
Basandosi sui concetti dell’economia circolare, sulle “Nature Based Solution” ed osservando e studiando l’efficienza degli ecosistemi naturali basati su progetti di ricerca durati 25 anni, Simbiosi ha sviluppato il know how, la competenza e le tecnologie per replicare quanto fa la natura, aggregando innovazioni e proponendo soluzioni globali, per impiegare responsabilmente le risorse naturali (energia, acqua, materiali e suolo) e ottimizzarne l’uso, diminuendo la quantità di CO2 emessa, recuperando risorse dagli scarti e producendo energia da risorse rinnovabili innovative e, infine, combattendo i cambiamenti climatici, fornendo così nuove forme di resilienza.
Dall’azienda agricola, all’industria agroalimentare di trasformazione e processo, fino al recupero degli scarti, Simbiosi propone di coniugare economia e ambiente lungo tutta la filiera agroalimentare contribuendo al raggiungimento dei principali obiettivi globali.
“Le tecnologie sono compagne dell’uomo e hanno, se applicate e studiate in modo corretto, la possibilità di simulare ciò che farebbe la natura in tempi più veloci e applicate in condizioni specifiche. Permettono all’uomo di progredire senza danneggiare il pianeta, ma vanno sicuramente sviluppate continuamente. La tecnologia deve essere anche accompagnata da dati attendibili, i risultati devono essere misurati e certificati”.
Gli ingredienti fondamentali dell’innovazione
Deborah Piovan, divulgatrice scientifica e imprenditrice agricola, presidente di Nogalba
L’industria agroalimentare si trova di fronte molte sfide a cui rispondere: sostenibilità ambientale, crescita esponenziale della popolazione, cambiamenti climatici, malattie e insetti che attaccano le colture. Per rispondere a queste sfide è necessario continuare a fare ricerca per innovare.
I tre ingredienti dell’innovazione sono:
- la ricerca scientifica e tecnologica che si alimentano a vicenda
- la formazione degli operatori per mostrare cosa può fare l’innovazione tecnologica per l’agricoltura
- la comunicazione delle sfide e degli strumenti per risolverle
Deborah Piovan si definisce “I’m an agronomist” per sottolineare che è necessario accogliere le competenze nel processo di produzione del cibo e soprattutto, valorizzarle. E’ fondamentale avere la consapevolezza di cosa succede per individuare soluzioni sostenibili.
Dati e sostenibilità, un binomio inscindibile per l’innovazione
Uberto Resta Pallavicino, imprenditore agricolo e fondatore rete imprese agricole BluMartesana
Rete Imprese BluMartesana rappresenta l’idea di sottoporre un più largo spazio territoriale (non limitato alla sola azienda agricola, ma allargato a tutti i vicini) per dare al territorio un’uniformità di immagine, manutenzione, gestione, e dimensione. Dare uniformità gestionale ad una certa porzione del territorio restituisce una qualifica estetica e oltremodo, una dimensione economica. Avrebbe senso dare vita a una gestione uniforme del mercato delle produzioni con la disponibilità di territori più vasti con una amministrazione che rispetta le loro esigenze. Parliamo di gestione agricola che rispetta i criteri benefit e ha un certo costo di gestione perché guidata dalla raccolta dati che permettono di efficientare i processi.
Il binomio dati e sostenibilità è inscindibile perché rispetto ad un obiettivo di gestione, prima si pensava che “buttare” più fertilizzanti restituisse un maggior risultato. Ma nel momento in cui si gestiscono i dati, si riescono ad utilizzare i fertilizzanti nella quantità e maniera richiesta effettivamente per ottimizzare il valore di produzione. Tra buttare e usare c’è di mezzo la parola “quantità”.
L’IoT gioca un ruolo fondamentale. Il nostro ultimo progetto consiste nel rendere irrigabile, con una fertirrigazione di una rete sotterranea per circa 180 ettari, un certo territorio. Per essere svolto in maniera efficace deve essere misurato e gestito su necessità. IoT e sensori permettono di avere il controllo costante dell’umidità del terreno fino a 40 centimetri di profondità e attivare le pompe che da un punto di partenza di raccolta di acque reflue determinate da un allevamento lattiero caseario possano essere distribuite senza che i terreni siano schiacciati da trattori e con un risparmio di tempo e risorse.
Un network agricolo basato sull’innovazione per migliorare l’impatto di filiera
Michele Zerbini, Soft Wheat & Flours Italy & Galliate Mill Purchasing Senior Manager, Barilla
La responsabilità che Barilla ha scelto di assumersi rispetto alla sostenibilità della filiera agricola nasce una quindicina di anni fa quando, con la prima Environmental Product Declaration, si è accorta che le fasi più impattanti nella produzione cerealicola erano la fase agricola e di produzione. Quindi, ha deciso di investire per migliorare l’impronta ecologica, l’impatto ambientale e la sostenibilità della filiera agricola che sta alla base dei suoi prodotti. Sia per migliorare l’impatto dal punto di vista ESG, che a livello di supply chain security e di garanzia di qualità della filiera.
Il ruolo dei DSS è di dare consigli live all’agricoltura in modo da performare meglio, quindi migliorare la produzione. Il ruolo dei Big Data è l’evoluzione di questi sistemi, che permette di fornire consigli ancor più precisi sulle operazioni agricole. I sistemi sono numerosi e l’interoperabilità è fondamentale per mettere a bordo le soluzioni più adatte e creare un unicum offrendo consigli derivanti da diverse sorgenti e strumenti. Questo significa creare un network agricolo che migliori l’impatto di filiera.
Tracciabilità e sostenibilità parole chiave per la filiera agricola
Giacomo Fanin, Cereal Dock
Tracciabilità e sostenibilità sono fondamentali per la filiera agricola e dei semi oleosi che sono al centro delle attività di Cereal Dock. Tracciabilità che permette di fornire tutta una serie di informazioni ai clienti del Gruppo e restituire una premialità maggiore agli agricoltori. Cereal Dock è impegnata su questi progetti dal 2012 lavorando con 11 mila agricoltori a cui offre un aiuto concreto per migliorare la coltivazione.
Per perseguire la dinamica delle certificazioni, è fondamentale disporre di strumenti come il Sistema Green che si basa su uno schema di certificazione sviluppato insieme a CSQA 10 anni fa e che ora evolve con le tecnologie di xFarm con un sistema Green+ per raccogliere informazioni e dare all’agricoltore uno strumento a supporto dell’azienda.
Innovazione digitale per ottimizzare gli input produttivi e raggiungere obiettivi di sostenibilità ambientale ed economica
Chiara Corbo, direttrice dell’Osservatorio Smart Agrifood, Politecnico di Milano, Università degli studi di Brescia
In questo momento storico è più che mai necessario parlare di innovazione di fronte alle sfide dell’agrifood che si trova obbligato a dover aumentare la produzione per sostenere la crescita della popolazione, ma sfruttando le risorse in maniera più efficiente senza impattare negativamente sull’ambiente. In questo senso, l’innovazione digitale è uno dei fattori che può aiutare perché consente di utilizzare gli input produttivi in maniera efficiente e mirata e raggiungere obiettivi di sostenibilità ambientale ed economica.
E questo oggi è più necessario che mai visto l’aumento inaudito dei prezzi delle materie prime, dei fertilizzanti e dell’energia. Ancora, la necessità di valorizzare i dati che vengono raccolti lungo la filiera alimentare per fornire indicazioni precise, valorizzare il prodotto nei confronti del consumatore finale.
Abbiamo bisogno di innovazioni che consentono di raccogliere, analizzare e condividere dati con gli stakeholder, alla base del concetto di Agricoltura 4.0 che presuppone non solo l’uso di tecnologie, ma un’ecosistema di tecnologie che dialogano tra loro all’interno di un’azienda e delle filiere.
Sicuramente tutte quelle tecnologie che mettono a valore i dati che si creano in campo e percorrono la filiera sono quelle a cui prestare attenzione. Quindi sicuramente tutto il mondo della sensoristica, dei sistemi di supporto alle decisioni, il mondo dell’irrigazione di precisione, le soluzioni di big data analytics e Blockchain alle quali il settore guarda sempre con più attenzione.
La sfida di trasformare un’azienda agricola in ottica 4.0
Tarquinio Malgieri, Azienda Agricola Malgieri
Nel trasformare un’azienda agricola in ottica 4.0 contribuisce sicuramente l’utilizzo di sensori e di piattaforme digitali che permettono di raccogliere dati dalle attrezzature e dai campi per ottimizzare le produzioni ed essere sostenibili. L’obiettivo è ottenere un prodotto di qualità al contempo sostenibile. Oggi non possiamo più agire in maniera casuale, ma entrare in campo con cognizione per inquinare meno ed evitare ogni forma di spreco. E questo è possibile solo con l’innovazione.
Innovazione per l’efficienza energetica dell’industria di trasformazione
Fabio Ventura, Ceo Tomato Farm
Il tema dell’energia e dell’efficienza energetica è sul tavolo di tutti per una questione di costi ed emissioni. Per questo, la sostenibilità abbraccia completamente il tema. Gli strumenti che abbiamo per ottenere efficienza li troviamo nell’innovazione digitale. Tutto parte dagli strumenti più elementari come le attrezzature in fabbrica di ultima generazione, ma quello su cui stiamo lavorando riguarda l’innovazione di processo. Strumenti di digitalizzazione che consentano di analizzare il dato dall’inizio, da quando la pianta viene trapiantata fino a quando il pomodoro viene lavorato. Questi dati consentono di analizzare i consumi in campo e in azienda e quindi individuare i punti da efficientare per intervenire in modo preciso sulla riduzione dei consumi. Il che si traduce in sostenibilità ed efficienza. Per fare ciò, la qualità del dato è fondamentale.
Un “cervello” grande per risparmiare risorse e migliorare la qualità
Mattia Onofri, Responsabile frutta in Conserve Italia
Fare innovazione di impresa significa analizzare in primis la geolocalizzazione delle aziende sulle quali si investe con strumenti digitali da cui si ricevono poi i dati da elaborare per monitorare gli impianti del frutteto. Tra gli obiettivi che vogliamo raggiungere c’è il risparmio idrico, la riduzione del numero dei trattamenti e tanti altri che afferiscono al grande tema della sostenibilità. Dati, sostenibilità e innovazione tecnologica devono viaggiare insieme. Per allinearsi serve un “cervello grande”. xFarm Technologies è il nostro.
Digital farming e sostenibilità stanno trasformando l’agrifood
Giovanni Causapruno, AgriFood Business Unit Manager di xFarm Technologies
Digital farming e sostenibilità stanno trasformando il mondo dell’agrifood. Due elementi che oggi si combinano perfettamente perché attraverso la sensoristica in campo e la dotazione di strumenti digitali alle aziende agricole, xFarm Technologies raccoglie i dati dal campo che vengono valorizzati dal punto di vista della sostenibilità e sfruttati dalla filiera e quindi, dalle food companies per analizzare la loro situazione, valorizzare la loro impronta carbonica e comprendere le cause delle emissioni di CO2. Capire quali sono le aziende che si comportano meglio e quali best practices mettono in campo, aiuta quelle più “indietro” in questo percorso nel replicarle e colmare il gap.
“xFarm Technologies supporta questo percorso che unisce innovazione e sostenibilità fornendo strumenti di filiera per raccogliere i dati, ma anche seguendo la parte di supporto e project management aiutando le aziende agricole a usare l’app xFarm attraverso la formazione e coordinando i progetti a lungo termine verso un obiettivo comune con gli attori di filiera. Oggi ci sono diverse aziende che sono avviate sulla strada della trasformazione digitale e della sostenibilità, ma vediamo quanto sia importante supportarle e accompagnarle”.
L’innovazione digitale al servizio della sostenibilità della filiera del tartufo
Francesco Urbani, Urbani Tartufi
Urbani Tartufi nasce nel 1872 e oggi è arrivata alla sesta generazione. Un’azienda leader mondiale nel settore del tartufo che negli ultimi anni sta affrontando una domanda in continua crescita. La famiglia Urbani ha creato la prima filiera al mondo del tartufo in Umbria. Un’agricoltura di piante micorizzate che vengono fatte crescere nei terreni più calcarei e pendenti della Regione.
“Ad oggi, abbiamo piantato 300 ettari in tutta Italia. Solo nel prossimo anno ne pianteremo altri 300 ettari in Umbria. Tratteniamo ogni anno 3 tonnellate e mezzo di CO2 per ettaro e diamo una speranza ai nostri agricoltori che nei nostri terreni potevano ambire solo a questa produzione. Abbiamo oltre 100 ettari di piantagioni e irrigare ad “occhio” o lavorare il terreno solo per mesi prestabiliti non funziona più. Per seguire una filiera vincente, anche in termini di sostenibilità, occorrono agricoltore, innovazione digitale e capo fila. E oggi grazie a xFarm Technologies questo è molto più semplice non solo per noi tartuficoltori”.
Il coinvolgimento degli attori di filiera per raggiungere obiettivi di sostenibilità
Paolo Bulgarelli, Milk Purchasing Quality Manager, Parmalat
In Parmalat la sostenibilità è intesa a 360 gradi. Quella ambientale, sociale ed economica senza tralasciare quella nutrizionale legata al latte come alimento sostenibile per le persone sia dal punto di vista dell’accessibilità, che come qualità nutrizionale intrinseca. I dati hanno un ruolo fondamentale, ma servono anche software per analizzarli al meglio e correlarli per porsi obiettivi di miglioramento. Lactalis globalmente si è data obiettivi:
- Uno sul climate e quindi sulla riduzione dell’impatto climatico, sicuramente il net zero entro il 2050 ma anche obiettivi intermedi di scope 1 e 2 e in prospettiva di scope 3.
- Un secondo sul packaging
- Il terzo è dedicato al benessere animale
Coinvolgere gli attori di filiera è poi fondamentale: occorre fare assessment, far capire i punti critici e come migliorarli, e far comprendere come le innovazioni impattano sulla qualità del latte e sulla redditività.
L’innovazione per portare la sostenibilità in campo
Matteo Peyron, Senior Sustainability Consultant DSS+
Il grosso dell’impatto ambientale di un prodotto food proviene dalla prima fase di produzione. In sostanza, tutto ciò che succede in campo. Arrivare a raccogliere dati in questa fase non è semplice, servono strumenti digitali che rendano scalabile questa raccolta. Raccogliere dati con i moduli di sostenibilità di xFarm permette di entrare nelle aziende agricole senza gravare sul lavoro degli agricoltori perché grazie ad un sistema di supporto alle decisioni si può ridurre l’impatto ambientale suggerendo agli agricoltori come ottimizzare l’uso di risorse e fertilizzanti. I risultati sono poi misurabili e tracciabili e permettono di capire con precisione dove e come intervenire.
Il valore dei dati dalle imprese agricole all’industria agroalimentare
Matteo Vanotti, fondatore xFarm e agricoltore
I dati sono importanti perché da un lato servono per efficientare l’agricoltura, in termini di riduzione di tempi e costi e di sostenibilità nell’utilizzo corretto delle risorse. Ma hanno un valore anche nelle filiere agroalimentari che possono godere dei parametri di tracciabilità e sostenibilità per valorizzare il prodotto che arriva nelle mani dei consumatori.
xFarm è una startup AgTech e ha creato lo strumento per collezionare questi dati. Una piattaforma digitale sviluppata ad hoc permettere all’agricoltore di gestire la sua azienda con una serie di servizi agronomici per l’efficienza e l’efficacia delle operazioni.
“Possiamo definirci Technology Partner e Advisor perché conosciamo la materia e cerchiamo di costruire uno strumento tecnologico adatto alle realtà a cui ci rivolgiamo”.
L’agricoltura Neorurale di Simbiosi per un rapporto responsabile con l’ambiente
Adriano Ravasio, Agriservice Manager Simbiosi
Con l’approccio “agricoltura neorurale“, Simbiosi intende prendere gli aspetti legati alla ruralità e quindi alla tradizionale produzione di cibo, riconvertendoli. Abbiamo la fortuna di lavorare vicino alla città e quindi agli ambiti urbani, il che concede una possibilità di cambiamento fornendo non solo servizi produttivi, ma anche benefici per le comunità limitrofe. Questo si trasforma in paesaggio e turismo e quindi bellezza e biodiversità. Dobbiamo capire che l’agricoltura può offrire beni legati ad un territorio.
Si parla sempre più di agricoltura rigenerativa, che non riguarda più un mero approccio sostenibile e quindi di riduzione dell’impatto, ma consiste nel ricreare quello che è stato degenerato. Purtroppo, questo concetto per adesso si applica esclusivamente al fattore suolo, un elemento fondamentale da cui parte la produzione e capitale naturale che consente di mantenere la produttività attuale e futura. Ma la lista degli elementi fondamentali per un ecosistema è molto più lunga e comprende servizi che possono rimanere nascosti e non manifestarsi quando mancano.
“Il nostro obiettivo è tutelare questi elementi che sono biodiversità, fauna, flora e microorganismi prima che si manifesti un problema di mancanza. Su questo c’è da fare molta cultura e informazione. Simbiosi è stata un po’ pioniera di questo modello di rigenerazione ambientale ed è sua responsabilità rendere evidenti i benefici a livello produttivo”.