Tracciabilità

Circular economy: la tecnologia RFID traccia i fusti d’acqua Maniva

Lo stabilimento di Bagolino (Brescia) ha adottato la Radio Frequency Identification per tracciare in automatico il ciclo di vita e lo stato di salute dei fusti in acciaio di Acqua Mineral Seltz, dalla linea di lavaggio e riempimento al cliente finale, e garantire il rientro in sede dei fusti, una volta svuotati del contenuto, abilitando così l’economia circolare di questi preziosi returnable items

Pubblicato il 02 Dic 2022

rfid maniva

Con un organico di 60 dipendenti dislocati nei due stabilimenti produttivi di Bagolino, alle pendici del Monte Maniva (Brescia), e Chiusi della Verna (Arezzo), il Gruppo Maniva produce 170 milioni di bottiglie all’anno, con un fatturato che supera i 20 milioni di euro. Un percorso industriale in costante evoluzione che ha visto l’azienda trasformarsi dal 1998 ad oggi da piccola realtà locale a brand di rilievo nazionale. Fortemente orientata a sviluppi tecnologici, il produttore bresciano di acqua e bevande tornato alla recente ribalta con l’acqua ufficiale Good Water della COP 27, ha lanciato un progetto innovativo che prevede l’applicazione della tecnologia RFID in linea di lavorazione dell’Acqua Maniva.

Lo stabilimento di Bagolino (Brescia) ha adottato l’RFID (acronimo inglese di Radio Frequency Identification) per tracciare in automatico il ciclo di vita e lo stato di salute dei fusti in acciaio di Acqua Mineral Seltz, dalla linea di lavaggio e riempimento al cliente finale, e garantire il rientro in sede dei fusti, una volta svuotati del contenuto, abilitando così l’economia circolare di questi preziosi returnable items. Fra le sfide affrontate dall’RFID, l’abbondante presenza di metallo, dai fusti in acciaio alla rulliera su cui scorrono, che inficiava la rilevazione dei tag portando ad intercettare anche i fusti posizionati nelle vicinanze della linea di lavorazione.

“Per proteggere l’investimento notevole nei fusti in acciaio, abbiamo scelto di affidarci alla tecnologia ormai matura dei tag RFID: la scelta della tipologia di tag, della posizione e degli apparati è stata studiata nei minimi dettagli per rendere stabile la lettura ed il salvataggio dei dati. Non si esclude che l’utilizzo della tecnologia RFID possa essere ampliata, ad esempio andando a sostituire le classiche etichette in carta che vengono attualmente apposte sui pallet” commenta Michele Pelizzari, Responsabile di Produzione dello Stabilimento di Bagolino.

Di necessità virtù con la tecnologia RFID

Nel ventaglio prodotti del Gruppo Maniva figura anche l’acqua Mineral Seltz, fornita in fusti di ultima generazione che garantiscono la purezza, la qualità e la gassatura dell’acqua minerale. Per meglio rispondere alle diverse aspettative del mercato, Maniva propone due tipi di fusti, entrambi da 20 litri: in plastica vuoto a perdere, adatto ai locali dal medio/basso consumo di acqua Seltz, e in acciaio a rendere, antiscivolo, impilabile, personalizzato e ora dotato di tag RFID.

Due le esigenze primarie che la tecnologia è chiamata a soddisfare: tracciare in modo affidabile e automatico il processo di corretto lavaggio e riempimento di ogni fusto; accertarsi che i fusti in acciaio, beni costosi di proprietà di Maniva, ritornino in sede, una volta svuotati del suo contenuto.

Per dare una risposta alle aspettative di Maniva opera la soluzione RFID in banda UHF: ad ogni fusto in acciaio è rivettato il tag on metal HARDY, acquisendo d’ora in poi un’identità digitale univoca. Il reader RFID installato nella linea del lavaggio e riempimento fusti permette di rilevare il loro transito sulla rulliera: il dato del tag è acquisito in modo automatico e permette all’azienda di disporre di informazioni puntuali.

“Durante il ciclo produttivo, il MES registra le varie fasi di lavaggio e riempimento relative al fusto – precisa Pelizzari – e, una volta ultimate, registra il timestamp, la sequenza di caratteri che rappresentano la data e/o ora dell’effettivo avvenimento di questi eventi, nel database: questo ci permette di mantenere traccia di ogni singolo riempimento del fusto, per monitorare il ciclo di vita dello stesso e disporre di informazioni preziose in caso di controlli di garanzia qualità“.

Identificare e tracciare ogni fusto fino al cliente finale

Considerando che il capitale investito per il parco fusti è ingente, l’utilizzo della tecnologia RFID mira a proteggere un simile investimento, monitorandone i vari eventi del ciclo di vita e lo stato di salute, con l’obbiettivo di tracciare ogni singolo contenitore fino al cliente finale e garantire così una gestione agile di questi returnable items.

Ad oggi il parco fusti in acciaio utilizzato da Maniva è di oltre 10.000 pezzi, tutti identificati con tag RFID, ma i volumi di vendita dell’acqua Mineral Seltz sono in crescente aumento, aprendo così l’orizzonte a nuovi investimenti nel futuro: le prossime applicazioni potenzieranno l’analisi dei dati, aggiungendo la possibilità di assegnare eventi specifici ad ogni singolo tag RFID (fusto manutenzionato, fusto difettoso, etc.), permettendo così di intercettare i contenitori all’ingresso della macchina e, se non idonei, attivare l’espulsione.

Sincronizzare la tracciabilità dei fusti all’ambiente di produzione

La sfida maggiore che l’RFID ha affrontato nello stabilimento di Maniva riguarda l’abbondante presenza di metallo nell’environment in cui opera la tecnologia, dai fusti in acciaio alla rulliera su cui scorrono e vengono tracciati, generando rimbalzi del segnale radio.

I primi test nello stabilimento erano infatti inficiati dai falsi positivi, poiché il sistema RFID rilevava anche i tag (quindi i fusti) posizionati nelle vicinanze della linea di lavorazione: un errore frequente quando l’RFID vive in spazi limitati con una forte presenza metallica.

Il problema è stato superato grazie agli engineering service messi in campo da RFID Global (Value Added Technology Provider di architetture RFID ed NFC in seno a SOFTWORK Group) per individuare la posizione ideale delle antenne in linea di lavorazione dei fusti e dei tag da rivettare sui fusti, e trovando il giusto compromesso tra potenza del segnale radio emesso dall’antenna e impostazione dei filtri RSSI nel reader, in modo da scartare la rilevazione dei tag lontani (ossia dei fusti depositati nelle vicinanze della linea di lavorazione, che non devono essere rilevati).

Alberto Abrami, RFID Technical Specialist in RFID Global by Softwork racconta “Dopo i primi test nel nostro laboratorio, abbiamo collaudato il sistema RFID UHF nello stabilimento Maniva di Bagolino dove, oltre alle capacità performanti dei tag e dei reader scelti, abbiamo perfezionato l’operatività dell’RFID per sincronizzare la tracciabilità dei fusti alle particolarità dell’ambiente, caratterizzato da un’abbondanza di metalli, e alle aspettative di Maniva: il risultato di questa collaborazione è un tasso di rilevazione del 100%, eliminando anche il problema iniziale delle letture tag indesiderate (falsi positivi)”.

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