L’agricoltura utilizza il 70% dell’acqua mondiale. Solo in Italia vengono utilizzati per questo settore circa 100 milioni di metri cubi d’acqua ogni anno. Inoltre, l’incremento della popolazione mondiale raddoppierà la richiesta di cibo entro il 2050, implicando anche un aumento della produzione agricola e quindi dell’impiego di acqua. Conseguenze? Entro il 2030 il mondo potrebbe affrontare una crisi idrica globale del 40%. La possibile soluzione però pare esistere: il suo nome è vertical farming.
Perché il vertical farming può debellare la crisi idrica
Per dirlo in parole semplici, per vertical farming si intende un metodo agricolo innovativo che prevede la coltivazione di piante in strati impilati verticalmente, spesso in un ambiente controllato come una serra o una fattoria al coperto. Questa tecnica consente la massima efficienza in termini di spazio e può aumentare la resa dei raccolti riducendo al minimo l’uso del suolo. Consente inoltre la produzione tutto l’anno e può ridurre l’impronta di carbonio della produzione alimentare.
Planet Farms, aziende leader nel vertical farming in Europa fondata nel 2018 a Milano, spiega che starebbe proprio qui “la concreta soluzione per produrre cibo ovunque nel mondo e vicino ai consumatori, garantendo allo stesso tempo un utilizzo responsabile delle risorse naturali“. La società ha infatti sviluppato un sistema di coltivazione unico al mondo che permette di controllare tutti i parametri fondamentali per la crescita di una pianta garantendo un processo il più naturale possibile.
Nello stabilimento Planet Farms di Cavenago, alle porte di Milano, con una superficie netta di coltivazione di 10.000 metri quadri dedicata alla produzione di verdure in foglia ed erbe aromatiche, entra un seme ed esce un prodotto finito, grazie a un sistema di produzione in grado di garantire la sicurezza degli alimenti e di escludere shock climatici improvvisi capaci di compromettere il regolare approvvigionamento alimentare e le qualità del prodotto.
La crisi idrica globale incombe
Parlare oggi di forme di agricoltura ad alto carattere tecnologico, come quella del vertical farming, è inevitabile. Il rischio di una crisi idrica globale è all’orizzonte, avverte il World Water Development Report 2023 delle Nazioni Unite (scaricabile a questo indirizzo), pubblicato dall’UNESCO per conto di UN-Water e coordinato dal World Water Assessment Programme dell’UNESCO. Davanti a 2 miliardi di persone (il 26% della popolazione) che non possono contare su acqua potabile sicura e 3,6 miliardi (46%) senza accesso a servizi igienico-sanitari adeguatamente gestiti, la situazione è destinata ad aggravarsi nei prossimi decenni, in particolare all’interno dei centri urbani mettendo a rischio i mezzi di sussistenza, in particolare in termini di sicurezza alimentare e accessibilità all’elettricità.
Si prevede che la popolazione urbana globale che dovrà far fronte alla scarsità d’acqua raddoppierà da 930 milioni nel 2016 alla cifra di 1,7-2,4 miliardi entro il 2050. Anche la crescente incidenza di siccità estreme e prolungate sta mettendo a dura prova gli ecosistemi, con conseguenze disastrose sia per la flora che per la fauna.
Acqua: solo insieme si può condividere e gestire in modo sostenibile
L’appello per scongiurare una catastrofe imminente è quello di investire in solidi meccanismi di cooperazione internazionale. Il rapporto, riconoscendo l’acqua come patrimonio condiviso dell’umanità, sostiene la necessità di un’azione unitaria che coinvolga governi, aziende, scienziati, società civile e comunità, comprese quelle indigene, per ideare e attuare soluzioni concrete. La condivisione collaborativa ed equa e la gestione sostenibile sono al centro di questo imperativo.
I partenariati e la cooperazione sono essenziali per accelerare i progressi verso l’SDG (Sustainable Development Goal) numero 6 e realizzare i diritti umani all’acqua e ai servizi igienico-sanitari. Salvaguardare la sicurezza idrica, alimentare ed energetica attraverso una gestione sostenibile dell’acqua, fornire servizi di approvvigionamento idrico e igienico-sanitario a tutti, sostenere la salute umana e i mezzi di sussistenza, mitigare gli impatti dei cambiamenti climatici e degli eventi estremi e sostenere e ripristinare gli ecosistemi e i preziosi servizi che forniscono, sono tutti pezzi di un grande e complesso puzzle. Solo attraverso partnership e cooperazione i pezzi possono unirsi. E ognuno ha un ruolo da svolgere.
Crisi idrica e i benefici del vertical farming
In questo scenario, il modello di vertical farming di Planet Farms rappresenta una risorsa fondamentale dell’agricoltura tradizionale, contribuendo a fornire risposte rispetto agli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, come il problema dell’urbanizzazione, della sicurezza alimentare, dell’accesso al cibo, della scarsità di acqua, del consumo del suolo e della tracciabilità.
Grazie a software e sistemi di intelligenza artificiale che monitorano costantemente lo sviluppo delle colture (dalla semina alla raccolta) e aiutano a gestire acqua, temperatura e luce necessarie alla crescita delle piante, il processo produttivo di Planet Farms consente un notevole risparmio di risorse. Rispetto ai sistemi di coltivazione tradizionali, Planet Farms consente di risparmiare oltre il 95% dell’acqua e il 90% di suolo, tanto che la produzione di 1 ettaro di suolo Planet Farms corrisponde alla produzione di circa 300 ettari in campo aperto con agricoltura tradizionale.
L’unica acqua consumata per la coltivazione degli ortaggi è quella assorbita dall’apparato radicale della pianta, necessaria per la crescita e trattenuta all’interno di ogni singola foglia. Inoltre, l’acqua in eccesso, quella di evaporazione e quella di irrigazione sono costantemente riutilizzate: vengono riprese da un circuito chiuso ad alta efficienza, trattate, purificate, reintegrate dei sali minerali necessari alle piante, e reimmesse nel sistema. C’è anche da dire che i prodotti Planet Farms sono pronti al consumo e non devono essere lavati, perché sono coltivati in ambienti controllati e con un processo automatizzato, il che comporta un ulteriore risparmio d’acqua. Il consumatore è la prima persona a entrare in contatto con il prodotto quando apre la busta.
L’ambiente controllato del vertical farming offre poi condizioni ottimali per la crescita delle piante, aumentando la produttività e la resa delle colture rispetto all’agricoltura tradizionale. Questo può aiutare ad alleviare la pressione sulle risorse idriche esistenti, consentendo di ottenere più cibo con meno acqua. Inoltre, la produzione di cibo in ambienti controllati può richiedere meno uso di pesticidi e fertilizzanti, limitando la contaminazione dell’acqua.
Per la sua natura, l’agricoltura verticale può essere implementata in aree urbane, riducendo la necessità di trasporto di cibo su lunghe distanze. Questo, a sua volta, può contribuire a ridurre le emissioni di gas serra legate al trasporto. Ma può essere praticata anche in regioni con scarse risorse idriche o in aree aride dove l’irrigazione tradizionale potrebbe essere problematica. Questo approccio consente la produzione di cibo localmente, riducendo la dipendenza dalle importazioni alimentari.
Le previsioni di mercato del vertical farming
Secondo le ultime stime (marzo 2023) il mercato globale dell’agricoltura verticale, crescendo a un CAGR del 24,13%, si attesterà ad un valore di 15,43 miliardi di dollari entro il 2027 (rispetto ai 6,5 miliardi di dollari del 2023). A guidare la crescita del vertical farming, fattori come il crescente rischio di una crisi idrica globale, l’aumento della popolazione globale, l’accelerazione degli investimenti, il declino della superficie agricola, il problema della deforestazione e la rapida urbanizzazione. Una versione integrale del report è disponibile sul sito di ResearchAndMarkets.
Tuttavia, la crescita del mercato sarebbe messa a dura prova da ostacoli che riguardano la necessità di mantenere temperatura, umidità e circolazione dell’aria in una fattoria verticale, la mancanza di forza lavoro tecnicamente qualificata e i pesanti costi di investimento iniziali. Alcune tendenze degne di nota possono includere la crescente penetrazione dell’agricoltura verticale, l’adozione dell’intelligenza artificiale, la riduzione dell’impatto ambientale nell’agricoltura verticale e l’alto rendimento associato.
Diverse ricerche (come ad esempio quella di Fortune Business Insights) sono concordi nell’affermare che tra i tre segmenti che caratterizzano il vertical farming (idroponica, acquaponica e aeroponica), la coltura idroponica, una tecnica di coltivazione fuori suolo in cui la terra è sostituita da un substrato inerte ricco di sostanze nutritive, rappresenta la maggior parte della quota di mercato globale e continuerà a rimanere dominante nel periodo di previsione. Questo per la maggiore capacità di rendimento e il potenziale nei confronti della crisi idrica.
Consenso anche sul fatto che a livello geografico, il mercato in più rapida crescita è il Nord America a causa di fattori quali il tasso allarmante di esaurimento del livello dell’acqua, la presenza di stati colpiti dalla siccità e un aumento delle preoccupazioni ambientali. Anche l’Europa e l’Asia Pacifico hanno svolto un ruolo sostanziale nello sviluppo della tecnologia agricola, che li ha aiutati a conquistare quote significative nel mercato globale dell’agricoltura verticale.