1500: è il numero di imprese e startup operanti nel settore agroalimentare guidate da giovani imprenditori nell’area di Milano, Lodi, Monza e Brianza registrate nell’anno 2021, con un organico complessivo di quasi 3 mila addetti. Crescono dell’1% rispetto all’anno precedente e del +9% in cinque anni. E’ quanto emerge da un’elaborazione dell’Ufficio Studi, statistica e programmazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi su dati registro imprese, aggiornati all’anno 2021. Numeri che fanno delle startup innovative in ambito agroalimentare, 44 in tutto, il 14% del complessivo italiano.
E sono state proprio loro le protagoniste del Tavolo Giovani #Agrifood Tech organizzato dalla Camera di commercio di Milano, Monza Brianza e Lodi, martedì 22 febbraio 2022. Tavolo Giovani è l’iniziativa che mette a disposizione una piattaforma, fisica e virtuale, per dare visibilità alle giovani imprese innovative e per creare occasioni di networking e di confronto, oltre che di apprendimento reciproco e di collaborazione non solo tra le startup, ma anche tra le giovani imprese e realtà già consolidate sul mercato, investitori ed ecosistema per ricadute positive a cascata sulla filiera.
12 startup hanno presentato i loro progetti in ambito agrifood tech. Da quella che sviluppa sistemi intelligenti di monitoraggio e diagnostica per salvaguardare la salute delle api, a quella che propone robot che automatizzano le tecniche di coltivazione fuori suolo allargando la platea di persone a cui si rivolgono queste tecniche, a quella che commercializza serre tailor made per la coltivazione automatica di verdure, a quella che monitora attraverso sensori la salute e lo stress delle piante, a quella che raccoglie e analizza i dati per aiutare l’agricoltore alle prese con i cambiamenti climatici a gestire al meglio le proprie coltivazioni. Tutte soluzioni accomunate dalla volontà di contribuire attivamente alla costruzione di sistemi agroalimentari più sostenibili e, con i fondi messi a disposizione dal PNRR l’opportunità è ora più che mai tangibile.
Del resto, come aveva individuato l’anno scorso l’Osservatorio Food Sustainability del Politecnico di Milano la pandemia e l’emergenza sanitaria hanno visto un’accelerazione nell’iniziativa delle startup impegnate a portare innovazione nel mondo agroalimentare. Nello specifico, ad essere aumentate sono le imprese che focalizzano i propri progetti su specifici obiettivi di sviluppo sostenibile: sui temi della sicurezza alimentare, della lotta alla fame, nella creazione di condizioni per un’agricoltura sostenibile, ma anche con lo sguardo rivolto al mondo dei consumatori per favorire lo sviluppo di un rapporto più consapevole e responsabile verso il cibo, per garantire modelli sostenibili di consumo, per allineare la produzione alle esigenze dei consumatori, e per favorire una crescita economica nell’agroalimentare che sia nello stesso tempo sostenibile e inclusiva.
“Pensiamo che – interviene Alvise Biffi, membro di giunta della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi – creare sinergie tra agricoltura e tecnologia possa apportare miglioramenti che si traducono in vantaggi competitivi per le imprese. I Tavoli sono un’iniziativa che la Camera di commercio ha ideato per aiutare i giovani imprenditori ad avere visibilità e creare networking con realtà già consolidate, ma anche un’occasione di confronto tra gli stessi startupper che possono così condividere esperienze e a volte avviare collaborazioni”.
MYEASYFARM: le giuste decisioni per ottimizzare competitività e redditività, preservando l’ambiente
Sempre secondo i dati dell’Osservatorio Food Sustainability gli agridata o food data, ovvero i dati relativi al mondo agroalimentare fanno da padrone, segno che l’innovazione passa dalla capacità di raccogliere dati, gestirli, trasformarli in conoscenza e metterli a beneficio dei produttori e dei consumatori. Sono infatti 744 le startup, pari al 41% del totale che focalizzano i loro progetti sulla gestione dei dati, per ottimizzare la produzione, per ridurre gli sprechi. 352 startup pari al 20% del totale sono invece attive nel Food Processing con attività di innovazione a livello di ricerca di ingredienti naturali e food innovation. L’11% delle startup, pari a 205, sono invece orientate a una innovazione specifica sul campo in particolare con sistemi per l’agricoltura di precisione.
MyEasyFarm è una startup francese AgTech dedicata a supportare la gestione delle aziende agricole sposando gli obiettivi del precision farming: ottimizzare la competitività e la redditività, preservando al contempo l’ambiente e le risorse di cui si dispone. Il tutto facendo leva sulla vastissima mole di dati disponibili oggi al settore agroalimentare. L’omonima piattaforma raccoglie, gestisce, trasferisce ed elabora i dati agricoli da diverse fonti (campi, satelliti, droni, macchine Ag, meteo, sensori IoT) per migliorare i cicli colturali e ridurre gli input.
Con MyEasyFarm, è possibile definire gli appezzamenti di terreno, pianificare il lavoro stagionalmente e quotidianamente, assegnare attrezzature e uomini ad ogni compito, collaborare e condividere informazioni facilmente con il team, monitorare l’andamento del lavoro in tempo reale e analizzare i risultati delle campagne. A queste funzionalità smart, si affianca MyEasyCarbon: un sistema MRV (Monitoring Reporting Verification) che aiuta agricoltori, cooperative e agro-industrie a misurare e ridurre le emissioni di carbonio e a stoccare la CO2 nel suolo.
MyEasyCarbon permette di: stabilire lo scenario di riferimento del carbonio per l’azienda e simulare i potenziali guadagni derivanti da un cambiamento delle pratiche colturali, documentare gli interventi in ogni appezzamento nel corso del progetto low carbon, senza inserire dati, grazie ai dati Sentinel Satellite e al feedback automatico delle attrezzature agricole o dei cellulari dei conducenti e calcolare il saldo annuo effettivo dei Crediti di Carbonio generati dall’operazione.
“La nostra forza è nell’interoperabilità delle macchine e dei sensori. Collaboriamo con diverse aziende che producono macchine agricole tra cui Gruppo AGCO, John Deere, New Holland e siamo compatibili anche con diverse aziende di sensoristica – precisa Vittorio Boneschi, Responsabile Business Development MyEasyFarm – Abbiamo registrato un grande boom in Italia con il credito di imposta, ma comunque il 50% del nostro mercato è in Francia. Il prospetto per quest’annata è di riuscire a fatturare il primo milione entro il 2023″.
AGRICOLUS: semplifica e valorizza il lavoro sul campo con la data science
Agricolus è una startup innovativa che sviluppa soluzioni per l’Agricoltura 4.0. Nata nel 2017 dall’unione delle attività di ricerca della software house di Perugia TeamDev e di Aedit, spin off della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, ha la mission di supportare le aziende agricole e i professionisti del settore nel semplificare e valorizzare il lavoro in campo.
L’idea nasce dalla passione dei fondatori per il territorio umbro, ma soprattutto per la “terra” e per chi la coltiva, gli agricoltori. Da qui l’intuizione di importare in Italia le tecnologie innovative legate all’agricoltura, già molto diffuse in America, per supportare l’agricoltore alle prese con i repentini cambiamenti climatici, a gestire e monitorare al meglio le proprie coltivazioni.
“Agricolus è una piattaforma per gli agricoltori del futuro, sempre più smart e tecnologici, insoddisfatti di soluzioni troppo complesse e inaccessibili – afferma Lorenzo Cassinelli di Agricolus – Così, l’agricoltore è in grado di concentrarsi esclusivamente sui processi agronomici, incrementando l’efficienza e la sostenibilità del proprio lavoro. È un cambio di paradigma. Le decisioni sono guidate sempre più dai dati empirici. C’è sempre meno spazio per intuizioni, credenze, colpo d’occhio”.
L’elemento che contraddistingue la piattaforma è la possibilità di integrare dati raccolti da fonti diverse, fornendo un sistema completo di supporto alle decisioni. Nello specifico, Agricolus propone soluzioni personalizzate a seconda delle esigenze colturali delle aziende o delle organizzazioni del settore (associazioni di categoria, cooperative, distributori):
- mappatura dei campi con registrazione puntuale ed elaborazione dei dati (sistemi GIS) raccolti in tempo reale da sensori, per formulare decisioni personalizzate nel tempo e nello spazio;
- immagini satellitari utili per il telerilevamento dello stato di salute delle colture, attraverso l’elaborazione di indici di vegetazione (vigoria, stress idrico, livello di clorofilla);
- modelli previsionali che ottimizzano l’impiego degli input (acqua, fertilizzanti, fitofarmaci), previa elaborazione di dati ambientali, e consentono l’attuazione di interventi mirati, riducendo l’impatto ambientale ed incrementando la produttività e la qualità del prodotto (agricoltura di precisione)
- DSS (Decision Support Systems) che affiancano e supportano l’agricoltore nel suo processo decisionale, suggerendo gli interventi più appropriati da effettuare sulla base di informazioni raccolte, interpretate ed integrate automaticamente (database ed algoritmi sofisticati) affinché il dato grezzo acquisisca significato diventando consiglio agronomico. Grazie al machine learning, anno dopo anno, il processo diventa più accurato, diminuendo la quantità dei dati necessari da analizzare.
SMART ISLAND : robot e visione artificiale per monitorare le coltivazioni da remoto
Smartisland è una startup siciliana giovane, dinamica e innovativa che dal 2014 opera nel campo del precision farming progettando e distribuendo nuove tecnologie per migliorare l’approccio di consumatori e aziende al settore agroalimentare. Tra i suoi numerosi riconoscimenti spiccano il premio StartCup Sicilia e il Premio Nazionale dell’Innovazione 2015, dove si è classificata tra le finaliste. Dal 2016, Smartisland ha deciso di intraprendere un percorso di accelerazione con Digital Magics, un incubatore di start up innovative certificato, quotato dal 2013 alla Borsa di Milano.
Il loro prodotto per l’agritech, Smart Farm, è un software cloud di intelligenza e visione artificiale che monitora e analizza continuamente la salute, lo sviluppo e lo stress delle piante, attraverso sensori e telecamere installati nelle colture. La tecnologia utilizzata consente di raccogliere dati climatici sul campo e durante tutte le fasi di lavorazione, di aggregarli in un database e di fornire analisi predittive all’agricoltore tramite piattaforme web e mobile, garantendo tracciabilità e rintracciabilità di ogni prodotto, anche al consumatore. Obiettivi: garantire alimenti sani, rintracciabilità, qualità e sostenibilità per una filiera efficiente e con maggiori ricavi.
Questo prodotto tecnologico attinge i propri dati dal campo, dove i vari Robot Daiki estrapolano giornalmente dati da porzioni di terreno soggetti a monitoraggio, siano essi coltivati oppure no. I dati campionati vengono trasmessi attraverso la tecnologia di trasmissione LoRa ad un hub dati dove l’unità effettua un’analisi in grado di distinguere tra diversi tipi di informazioni e stabilisce priorità diverse quando si tratta di colture.
Il sistema fornisce informazioni su resa agricola, stato di fertirrigazione e livelli di concimazione consentendo agli agricoltori di monitorare lo stato delle loro colture e quindi pianificare un’irrigazione e una fertilizzazione più efficienti, prevedendo allo stesso tempo avversità che potrebbero danneggiare la coltivazione.
La tecnologia di Smartisland include anche fertirrigatori che, secondo le misurazioni dei sensori dei nodi Daiki, possono innaffiare o fertilizzare le piante nel modo in cui ne hanno bisogno. I controllori rendono possibile la comunicazione tra sensori e fertirrigators. Lavorano come un ponte, occupandosi dell’automazione sia dei processi di irrigazione che di concimazione sulla base delle informazioni raccolte.
“Daiki è in grado di rilevare il passare di diverse stagioni. È in grado di imparare da solo, il che significa che può adattarsi al modo in cui cambia il tempo. È un robot intelligente in grado di prevedere cosa accadrà dopo – aggiunge Maria Luisa Cinquerrui, fondatrice e CEO di Smartisland – La modularità consente al sistema di adattarsi a diversi tipi di colture, nonché di soddisfare le esigenze che ogni coltivatore può avere”.
Ad oggi, circa 300 robot Daiki sono stati installati in tutto il paese. In tutte le 20 regioni italiane, c’è almeno un robot Smartisland che monitora lo stato delle colture. Pertanto, il prodotto viene utilizzato in diverse colture e condizioni, il che fornisce agli sviluppatori ancora più informazioni con cui lavorare. Nel continuare a perfezionare il sistema, il team siciliano sta lavorando all’integrazione di più sensori nei robot, oltre che a più servizi da offrire agli agricoltori. Come per ogni start-up vivace, lo sviluppo non è mai veramente finito, come sottolinea Cinquerrui.
“Qualcosa su cui stiamo lavorando è la valutazione della qualità effettiva dei prodotti che vengono coltivati con il nostro sistema. Ma continueremo anche a studiare e ricercare le esigenze che gli agricoltori hanno per aiutarli a migliorare i loro prodotti”.
3BEE: contribuisce alla salvaguardia delle api e degli ecosistemi
3Bee è un’azienda e startup agritech fondata nel 2017 da Niccolò Calandri (PhD in ingegneria elettronica) e Riccardo Balzaretti (PhD in biologia e apicoltore) che sviluppa sistemi intelligenti di monitoraggio e diagnostica per la salvaguardia della salute api e per tutelare il patrimonio di biodiversità che ci circonda, strettamente legato alla loro sopravvivenza. Attraverso l’applicazione di tecnologie innovative come IoT, intelligenza artificiale e machine learning, 3Bee permette agli apicoltori di monitorare costantemente e anche a distanza, i propri alveari, intervenendo solo quando necessario.
3Bee si impegna ad arrestare il rapido declino degli impollinatori, da cui dipendono circa quattro specie su cinque di piante coltivate e di piante da fiore selvatiche nell’UE, che contribuiscono a quasi 15 miliardi di euro della produzione agricola annuale dell’UE e supportano la varietà di fonti alimentari che consentono una dieta diversificata e ricca di nutrienti. L’aumentata moria e il rischio di estinzione a causa del cambiamento climatico, dell’inquinamento e dei pesticidi, sta riducendo drasticamente l’efficacia delle colture, riducendone la resa del 60% con un danno economico nell’ordine dei miliardi non solo per la produzione di miele ma anche di cibo.
Unendo le anime dei due CEO con competenze in biologia e apicoltura ed ingegneria elettronica, 3Bee ha portato sul mercato una soluzione che permettesse di aumentare l’impollinazione e la resa delle colture. Hive Tech è un sistema di sensori IoT biomimetici che permette di controllare da remoto gli alveari e di generare un sistema di supporto alle decisioni degli agricoltori. Monitorando peso, temperatura, umidità e intensità sonora, l’apicoltore è costantemente informato su ciò che accade all’interno dell’alveare, potendo intervenire, solo qualora necessario, per affrontare imprevisti o anomalie e tutelare al meglio le api, abbassando al contempo le emissioni di Co2. Ma non finisce qui, perché i dati vengono salvati in database centrale e analizzati in modo aggregato con rilevazioni sullo stato di salute del territorio dove le api sono presenti, riuscendo a mappare con un alveare circa 10 km quadrati.
“Grazie ad Hive Tech e al sistema di supporto alle decisioni dell’agricoltore abbiamo ridotto la mortalità delle api del 30% negli ultimi due anni e aumentato il margine economico di oltre 4000 euro ad apiario. E’ un beneficio per l’apicoltore, ma anche per l’ambiente – spiega Niccolò Calandri, fondatore e CEO di 3Bee – Per aumentarne la portata, abbiamo attivato una seconda linea di business che permette di vendere alle aziende crediti di carbonio generati dai nostri apicoltori. Negli ultimi anni siamo riusciti a portare 5 milioni di euro nelle tasche dei nostri apicoltori. I nostri apicoltori stanno piantumando 100 mila alberi in Italia, e sono interessati a monitorarne la salute perché producono nettare, creano pascolo. Allo stesso tempo, gli alberi assorbono CO2 che rivendiamo come crediti“.
CONNECTING FOOD: blockchain e controllo qualità per una filiera trasparente
Connecting Food è una startup francese che si presenta come “partner della trasparenza”: ha, infatti, lavorato ad un sistema blockchain capace generare l’equivalente digitale o digital twin di ogni lotto alimentare, tracciando ogni sua movimentazione lungo la filiera, per assicurarne la conformità e ripristinare la fiducia dei consumatori, che possono verificare in autonomia la veridicità delle informazioni riportate sul packaging dei prodotti. Del resto, oggi il 32% dei consumatori è disposto a pagare di più per un prodotto realmente trasparente (studio PWC, 2020) del quale possono conoscere l’origine e i metodi di trasformazione.
“Abbiamo scelto di lavorare con Hyperledger Fabric, blockchain privata su licenza supportata dalla fondazione Linux. La piattaforma permette di creare valore aggiunto sfruttando i dati (gli ordini, le bolle di spedizione, le certificazioni possedute da ogni produttore) presenti lungo le catene di produzione, dalla semina alla raccolta, dalla produzione all’imballaggio e dal confezionamento allo scaffale” racconta Alessandro Conti, Country Manager Italy Connecting Food.
Il modulo proprietario di controllo qualità digitale, LiveAudit®, opera in modo complementare alla blockchain, assicurando che ogni attore della filiera rispetti gli impegni presi. Lo si può utilizzare per verificare i criteri imposti dalle specifiche di prodotto (grezzo, semilavorato o prodotto finito). Allo stesso modo, durante la produzione, invece di effettuare controlli a campione per accertare i criteri qualitativi, LiveAudit® effettua un controllo continuo, 7giorni/7 e in tempo reale.
“La web-app rappresenta una finestra sulla trasparenza dalla quale è possibile rilevare i dati di tracciabilità e di controllo qualità verificati da Connecting Food e registrati sulla blockchain. La soluzione è disponibile già da alcuni anni ed è utilizzata, su scala industriale, sia da grandi gruppi come da piccoli produttori su un grande numero di filiere alimentari” conclude Conti.
BIORFARM: la comunità agricola digitale che rivoluziona la relazione tra persone e prodotti Bio
Biorfarm è un’azienda agricola digitale che crea un legame diretto tra i piccoli agricoltori locali bio sempre più schiacciati da prezzi troppo bassi rispetto al costo di produzione e i consumatori che vogliono conoscere le origini e la salubrità ciò che portano a tavola. Il social marketplace si basa sul modello “adotta, monitora e gusta”: i clienti selezionano i singoli alberi da frutta da un campo specifico, ne seguono online la coltivazione biologica e ricevono a domicilio i frutti freschi appena raccolti. Possono anche raggiungere gli agricoltori e ritirare personalmente i prodotti.
“E’ come avere un’azienda agricola in tasca. Fondata su due pilastri, i piccoli produttori e consumatori finali, vogliamo far riscoprire il contatto con la natura, valorizzando la qualità e le tradizioni di piccoli agricoltori biologici garantendo allo stesso tempo la creazione di un sistema più sostenibile, dal punto di vista ambientale e sociale” dichiara Osvaldo De Falco, co-fondatore di Biorfarm.
Questo piace molto alle aziende che scelgono Biofarm per mettere a terra progetti di sostenibilità ambientale e sociale. Tutto parte dalla realizzazione di un frutteto aziendale. Un mini sito web mostra gli alberi adottati, l’impatto sociale in termini di agricoltori supportati e l’impatto ambientale in termini di CO2 assorbita. A valle, il frutteto può essere concepito come benefit da donare ai dipendenti, ma anche per coinvolgere gli stakeholder.
“Riconosciamo agli agricoltori il giusto prezzo, soddisfacendo i principi di sostenibilità economica e gestiamo per conto loro la logistica e la comunicazione, lasciandoli liberi di coltivare. Siamo una startup ad impatto oltre che una società benefit, perché generiamo impatto sui territori portando lavoro e certifichiamo la capacità di assorbimento di CO2 degli alberi adottati. Siamo nati nel 2016 e nel 2018 abbiamo vissuto un percorso di accelerazione raccogliendo i primi capitali. Abbiamo chiuso il 2021 con 1.2 milioni di euro che contiamo di raddoppiare quest’anno” conclude De Falco.
DOM TERRY AGRISOLUTIONS: specialità nutrizionali e mezzi tecnici per pratiche agricole ecosostenibili
Dom Terry Agrisolutions Srl è una società italiana, specializzata nella ricerca, nello sviluppo e nella commercializzazione di specialità nutrizionali e mezzi tecnici, biologici ed ecosostenibili per il mondo vegetale. Nasce in risposta alle problematiche ambientali connesse all’uso di tecniche agricole inquinanti. Propone lo sviluppo di pratiche agricole biologiche ed ecosostenibili in grado di migliorare le rese qualitative e quantitative delle colture, e di ridurre il ricorso massiccio a fertilizzanti e pesticidi chimici nel pieno rispetto dei principi della bassa residualità e della sostenibilità.
“Siamo impegnati quotidianamente nel ricercare e sviluppare soluzioni innovative, capaci di anticipare le esigenze dell’agricoltura, in un’ottica di differenziazione dei nostri prodotti dalle semplici commodities presenti sul mercato. Ci poniamo al fianco degli agricoltori, consentendo loro di aumentare le rese per unità di superficie, così da massimizzare l’efficienza dei lori investimenti” afferma Domenico Terenzio, Amministratore unico di Dom Terry Agrisolutions.
Dom Terry Agrisolutions si rivolge a tutte quelle realtà che necessitano di specialità nutrizionali innovative, sostenibili e di efficacia certa, e del costante supporto in ogni fase della coltura da parte di personale tecnico altamente qualificato.
Da sempre proiettati verso l’innovazione, l’azienda ha realizzato una gamma di specialità nutrizionali e mezzi tecnici, biologici ed ecosostenibili che si distinguono dai competitors per la loro maggiore efficacia d’azione nel migliorare le rese qualitative e quantitative delle colture, e nell’ incrementare le naturali resistenze delle piante contro i patogeni, il tutto nel pieno rispetto dei principi della bassa residualità e della sostenibilità, a vantaggio dell’ecosistema e del benessere di ogni singola creatura.
XNEXT: raggi X e AI per scoprire il cibo contaminato
“La sicurezza alimentare rappresenta ancora un problema irrisolto. Le tecnologie di ispezione qualità sono quelle di vent’anni fa. Ma la variabilità di contaminanti fisici che si riscontrano è cresciuta, categoria di corpi estranei più di frequente identificata. Costi di ritiro lotti di mercato e mancanza di fiducia dei consumatori” afferma Fabio Pelosi, Junior Business Developer presso Xnext S.p.A.
Fondata nel 2014 a Milano da Bruno Garavelli e Pietro Pozzi con l’ambizione di rivoluzionare il mondo dei sistemi per i controlli di qualità in tempo reale Xnext produce e sviluppa tecnologia spettroscopica in grado di identificare qualsiasi tipo di contaminante, corpo estraneo o difetto nella produzione alimentare. Mercati di riferimento: trasformazione alimentare, controlli di sicurezza, economia circolare e tutti i mercati che si muovono verso una produzione a zero difetti.
Xnext sin dalla sua storia si è contraddistinta per capacità di innovazione con un approccio fuori dagli schemi che le ha consentito di innovare contemporaneamente su tre livelli tecnologici quali la fotonica, la microelettronica nucleare e l’intelligenza artificiale e di presentarsi sul mercato come costruttore di sistemi e macchine di ispezione integrati che progetta interamente in casa.
La soluzione brevettata è XSpextra frutto di 10 anni di ricerca e sviluppo. Rileva contaminanti pesanti e leggeri. La macchina è sul mercato da un anno, ma abbiamo importanti installazioni. Demo center: anello di sei metri che riproduce la linea produttiva. Series A round con Neva first, deep tech VC di Intesa San Paolo. Non conformità di peso, livelli di riempimento, non conformità di forma, pezzi mancanti nella confezione, si può adattare a diverse rilevazioni.
Xnext conta su di un team di 40 persone altamente qualificate, in prevalenza ingegneri e fisici, e annovera ben 10 PHD oltre a collaborazioni con le più prestigiose università e centri di ricerca italiani: Politecnico di Milano, Università Bicocca, Università Cattolica del Sacro Cuore e CNR. Numerosi i premi e riconoscimenti nazionali e internazionali, tra cui il Grant europeo da 2,3 milioni di euro ottenuto nel 2019 nell’ambito del programma Horizon2020.
Xnext dallo scorso anno è presente sul mercato con le prime macchine di ispezione, installate su diverse linee di produzione di tortellini, formaggini, creme spalmabili a base nocciola e biscotti di aziende leader in Italia e in Francia. Nei prossimi mesi è in programma la consegna di nuove macchine a importanti nuovi grandi clienti multi-linea con stabilimenti produttivi europei ed extraeuropei.
NIREOS: soluzioni di spettroscopia per applicazioni scientifiche e industriali
E’ sulla “capacità di vedere l’invisibile” che si basa il core business di Nireos, società spin-off del Politecnico di Milano, che offre soluzioni di spettroscopia per applicazioni industriali e scientifiche. I suoi prodotti innovativi identificano i materiali misurando tutti i colori della luce nello spettro visivo e nell’infrarosso, percependo una quantità maggiore di informazioni rispetto alle tecnologie tradizionali.
In particolare, il portfolio comprende interferometri ultra stabili, spettrometri a banda ultra larga e telecamere iperspettrali, corredati da algoritmi di intelligenza artificiale che interpretano la misura offrendo un’interpretazione utile all’utilizzatore. Così, si riesce a monitorare lo stato di salute del prodotto e si semplificano i processi di sorting: i difetti vengono evidenziati e quantificati per poi prevedere il trattamento successivo, un controllo qualità che permette di scartare il prodotto se i difetti sono troppi.
“La nostra tecnologia è ampiamente utilizzata nei laboratori di ricerca scientifica, siamo presenti in più di 100 università nel mondo. Abbiamo già stabilito le nostre collaborazioni in ambito industriale. L’obiettivo ora è quello di traslare la tecnologia dal mondo scientifico al mercato industriale perché crediamo possa avere un forte impatto nel miglioramento tutti i processi di controllo qualità – incalza Fabrizio Preda, CEO at NIREOS – La soluzione è molto adattabile, il vertical farm è solo uno dei casi d’uso. Abbiamo collaborazioni nel food, anche nel plastic sorting, e nei beni culturali”.
TOMATO +: la serra da interni per coltivare germogli, erbe e verdure di altissima qualità in qualsiasi periodo dell’anno
Tomato+ è un’azienda innovativa che grazie a una tecnologia idroponica proprietaria e automatizzata, con impatto ambientale quasi nullo e con produzione a Km 0, sviluppa e commercializza serre tailor-made innovative per la coltivazione automatizzata di verdure, erbe, germogli e funghi di altissima qualità in qualsiasi periodo dell’anno, in modo semplice e naturale. Nasce per rispondere alla crescente ricerca di un’alimentazione basata su verdure sane e ricche di nutrienti, mangiate appena colte e cresciute con un impatto ambientale particolarmente basso. Ideata in Italia da Daniele Rossi, CEO di Tomato+ Srl, la serra da interni Tomato+ ha subito conquistato nomi illustri della ristorazione, tra cui numerosi stellati, in Italia, Francia, Svizzera e in alcuni mercati extraeuropei come Russia ed Emirati Arabi.
Idonea sia per uso domestico che professionale, la serra è completamente automatica, molto facile da usare. Basta inserire le cialde con le sementi naturali, aggiungere l’acqua con i nutrienti e selezionare la coltura dal display. In poco tempo, da qualche giorno a qualche settimana, le verdure saranno pronte per essere raccolte. Le cialde sono realizzate in materiali biodegradabili e compostabili. Contengono un substrato naturale sui cui poggiano i semi di elevata qualità, senza OGM, additivi chimici, antiparassitari o pesticidi. Vengono confezionate in ambienti controllati e mantengono invariate le caratteristiche di freschezza e germinabilità per 12 mesi. Dopo aver raccolto le verdure, le cialde possono essere gettate nell’umido assieme alle radici per tornare a essere fertilizzante naturale o combustibile ecologico.
Tomato+, in base al modello, presenta al suo interno due o quattro ripiani indipendenti, programmabili singolarmente per garantire le condizioni ideali alla crescita simultanea di colture con differenti esigenze. Per ogni coltura la serra assicura in ogni istante il microclima ideale: ricrea il ciclo naturale del giorno e della notte, fornisce il giusto apporto di acqua e nutrienti, mantiene l’umidità e la temperatura ottimale per la loro crescita. I consumi idrici ed energetici sono contenuti e l’installazione è molto semplice: basta collegare la macchina a una presa di corrente standard senza necessità di allaccio all’impianto idrico.
WALLFARM: orti idroponici o aeroponici alla portata di tutti
Wallfarm è una startup agritech di Roma, produttrice di robot che automatizzano le tecniche di coltivazione fuori suolo, dalla semina alla fase di raccolta. Realizza un sistema di automazione che vale come standard per la coltivazione in idroponica e aeroponica, nella media e piccola produzione. Infatti, le soluzioni brevettate, rendono possibile semplificare ancora di più il concetto di coltivazione domestica.
L’unità di controllo completamente automatica per sistemi idroponici, LIA (Lean Intelligent Agriculture) è stata creata per essere un dispositivo di gestione scalabile e versatile. Grazie alle tecnologie brevettate di Wallfarm, oggi è possibile coltivare fino a dieci diverse linee di piante contemporaneamente, con diverse dimensioni e impianto idraulico. Il tutto senza nemmeno un’analisi manuale dell’acqua.
“È un sistema di automazione compatto che non richiede alcuna installazione complicata e nessuna specifica. All’utente viene chiesto solo di scaricare un’app e premere il pulsante play. Et voilà tutte le piante coltivate in idroponica o aeroponica (nella prima le radici sono immerse nell’acqua, mentre nell’aeroponica sono nell’aria e l’acqua viene nebulizzata) cresceranno da sole, dalla semina alla raccolta” commenta Jacopo Teodori, COO and Chairman Wallfarm.
LIA raccoglie tutti i dati su temperatura e umidità dell’aria, pressione, temperatura e ph dell’acqua, illuminazione, livello di irrigazione e ossigenazione. E in base a questi, dosa in automatico l’acqua e i nutrienti giusti. Così il proprietario del sistema deve occuparsi di poche cose: deve inserire i vasetti pre-seminati negli slot appositi, sincronizzare LIA con il proprio smartphone attraverso un’app, riempire d’acqua il serbatoio e cambiare ogni tanto la cartuccia; ma se si dimentica LIA invia un messaggio sul suo smartphone per ricordarglielo.
“Rivolgiamo il nostro prodotto alle aziende che operano nel settore degli orti verticali domestici. Queste aziende solitamente offrono ai propri clienti dispositivi manuali privi di automazione, aspettandosi che gli utenti controllino gli impianti quotidianamente. Purtroppo, prima o poi, gli utenti perdono interesse sul prodotto perché la manutenzione giornaliera implica delle conoscenze abbastanza specifiche e necessita di tempo” continua Teodori.
Con LIA si mette un punto a tutto questo, tra l’altro con costi contenuti: i sensori per automatizzare le coltivazioni idroponiche o aeroponiche sono di due tipi: quelli da tenere immersi nell’acqua (ma costano molto) e quelli più economici (ma implicano una manutenzione abbastanza complicata). Wallfarm ha sviluppato un processo partendo da questi ultimi, automatizzando però la manutenzione.
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