made in italy

Vitivinicolo: il ruolo strategico di M&A e finanza straordinaria



Indirizzo copiato

Durante l’incontro a Vinitaly organizzato da Crédit Agricole Italia con il Consorzio di Tutela del Prosecco Doc, si è discussa l’importanza della finanza, con approcci innovativi come M&A, fondi di equity e pegno rotativo, per superare le barriere culturali e promuovere la redditività e la sostenibilità economica delle imprese vitivinicole

Pubblicato il 17 apr 2024



foto gruppo speaker con brindisi finale

Quali sono le risorse finanziarie a disposizione delle imprese del vitivinicolo per affrontare sfide cruciali poste da cambio generazionale o progetti di crescita dimensionale? Si è discusso della questione in occasione della fiera Vinitaly durante l’incontro intitolato “Imprese vitivinicole: M&A e finanza straordinaria”, organizzato da Crédit Agricole Italia in collaborazione con il Consorzio di Tutela del Prosecco Doc.

M&A come una leva di “finanza buona” per il vitivinicolo

L’obiettivo principale del dibattito, al quale hanno partecipato numerosi imprenditori del settore, era quello di superare alcune barriere culturali che ancora ostacolano gli interventi nel capitale sociale e, in particolare, le operazioni di fusione o acquisizione.

In questo contesto, l’approccio finanziario del M&A (Merger and Acquisition) è stato presentato come un mezzo di “finanza buona”, ovvero con una prospettiva a lungo termine e non speculativa. Una opportunità volta a promuovere processi di aggregazione e crescita e, quindi, capace di guidare il settore fuori da una situazione di “nanismo” diffuso.

Serve una dimensione che assicuri redditività e sostenibilità economica

“Per resistere ai momenti di crisi ed essere competitive sul mercato internazionale le aziende della filiera vitivinicola devono avere una dimensione che ne assicuri la redditività e la sostenibilità economica – ha dichiarato Roberto Ghisellini, condirettore generale di Crédit Agricole Italia – Abbiamo voluto promuovere questo incontro a Vinitaly in collaborazione con il Consorzio di Tutela del Prosecco Doc per sottolineare il ruolo strategico che la finanza può svolgere a sostegno del comparto, non solo attraverso l’erogazione del credito ma anche con strumenti innovativi come M&A, fondi di equity e pegno rotativo”.

La finanza per lo sviluppo sostenibile del vitivinicolo

“Non possiamo che essere soddisfatti quando soggetti come Crédit Agricole dimostrano la loro attenzione per il mondo dell’agroalimentare – ha commentato Stefano Zanette, presidente del Consorzio di tutela della DOC Prosecco – Per un comparto come il nostro, composto da numerose piccole e medie aziende agricole ma anche da alcuni importanti player internazionali, poter contare sugli strumenti messi a disposizione dalla finanza rappresenta un’opportunità capace di contribuire positivamente ad uno sviluppo sostenibile non solo delle imprese ma dell’intera Denominazione”.

Bisogna cambiare registro insistendo sull’aggregazione delle wine companies italiane

Lorenzo Tersi, wine manager, ha insistito sulla necessità di aggregare le aziende vitivinicole italiane. Ha spiegato che l’Italia del vino, dopo aver guadagnato la sua attuale reputazione con anni di lavoro e grazie alla varietà di vitigni e alle competenze tecniche e gestionali delle aziende, ora deve affrontare il problema della frammentazione produttiva, “decisamente poco desiderabile per un player globale come l’Italia”.

È necessario dunque un cambio di marcia. E a dire di Tersi, serve competenza nei vigneti e nelle cantine, ma anche economie di scala, solidità finanziaria e marketing: solo attraverso l’aggregazione è possibile raggiungere la massa critica per competere su mercati vicini e lontani, ha proseguito Tersi, che prevede che continuerà il processo di formazione di mini-poli aziendali e poli aggregativi: “in Italia ne contiamo oltre 100, nel 2018 erano una sessantina”.

La strategia di Crédit Agricole Italia per la crescita delle imprese del vino

Marco Molinaro di Cacib (Crédit Agricole Corporate & Investment Banking) ha sottolineato come, dopo un decennio di intensa attività caratterizzato a livello globale da transazioni di alto profilo sia per il valore che per il prestigio dei brand coinvolti, oggi il mercato sta attraversando una fase di generale stabilizzazione durante la quale l’interesse degli investitori internazionali potrebbe concentrarsi sui beni più iconici.

Tuttavia, è anche plausibile prevedere lingresso di nuovi tipi di investitori interessati a brand di nicchia e l’emergere del modello “asset light” sviluppato nel mondo del private equity. In questo scenario, il gruppo Crédit Agricole è idealmente posizionato per supportare i suoi clienti del settore vitivinicolo nella realizzazione delle loro operazioni strategiche, in particolare con lo strumento del pegno rotativo per il mondo del vino e con l’operatività del fondo di equity Ambition Agri Agro, creato dal Gruppo per sostenere la transizione sostenibile delle filiere.

Articoli correlati

Articolo 1 di 4