In corso a Veronafiere l’edizione numero 116 di Fieragricola presenta numeri record e un programma fortemente orientato all’innovazione digitale e alla sostenibilità. La rassegna internazionale di agricoltura – organizzata in collaborazione con Banco BPM, e il patrocinio di MASAF, Regione del Veneto, Comune e Provincia di Verona – ha accolto 820 espositori provenienti dall’Italia e da 20 Paesi esteri, con delegazioni e buyer internazionali accreditati da altrettanti Paesi e selezionati con la collaborazione di ITA – Ice Agenzia.
Dalla meccanica agricola alla zootecnia; dalle colture tipiche del Made in Italy come vigneto, frutteto ed oliveto alle energie rinnovabili; dalla chimica verde ai servizi; dalla multifunzionalità delle imprese agricole alle tecnologie hi-tech per l’agricoltura sostenibile. Tutti i principali settori dell’agricoltura trovano un proprio spazio in 52mila metri quadrati.
140 i convegni, workshop e approfondimenti in programma nei quattro giorni di manifestazione con il focus sulla formazione per la crescita dell’agricoltura, in un’epoca in cui l’accelerazione verso l’hi-tech, la robotica e l’intelligenza artificiale è considerata fondamentale per stare al passo con la doppia transizione (verde e digitale) senza rinunciare al profitto, e per favorire un ricambio generazionale che è vitale per il futuro delle aree rurali.
Clima come filo conduttore: resilienza e adattamento
Negli ultimi anni, i fenomeni legati al cambiamento climatico (gelate primaverili, alternate a siccità estiva, grandine, alluvioni) hanno messo a dura prova intere filiere, sommandosi alle difficoltà connesse al reperimento della manodopera e alla competitività in chiave di export, logistica, prezzi, barriere commerciali. Questo il filo conduttore della edizione 2024 di Fieragricola.
L’agricoltura deve rafforzare la propria resilienza, adattandosi alle nuove condizioni e mitigando gli effetti di una progressiva tropicalizzazione del meteo e desertificazione dei suoli. La chiave sta nell’individuare nuovi modelli produttivi, in grado di coniugare sostenibilità, circolarità e produttività, alla luce di un progressivo aumento della popolazione mondiale e di una richiesta crescente su scala mondiale di proteine nobili.
Gli incentivi governativi sostengono la meccanizzazione agricola che aiuta a razionalizzare la manodopera e a migliorare la qualità della vita degli agricoltori, e l’agricoltura di precisione che consente di tagliare gli input, dalle sementi al gasolio agricolo, dai mezzi tecnici alla manodopera, riducendo così i costi di produzione e migliorando la competitività delle imprese agricole, a fronte della volatilità dei mercati e dell’attuale fase di incertezza geopolitica. Ma significa anche contrastare gli effetti di cambiamenti climatici, declinare un’agricoltura più verde, ridurre i passaggi sul terreno evitando il compattamento del suolo (causa di minore produttività).
Declinazioni del digitale per acqua, suolo ed energia
Un fronte, quello della sostenibilità, dove la raccolta e l’analisi accurata dei big data giocano un ruolo fondamentale. Di qui l’importanza di tecnologie digitali come Internet of Things e Intelligenza Artificiale atte a razionalizzare il consumo di acqua, dei mezzi tecnici, del carburante, difendere suolo e biodiversità, contenere i costi, fronteggiare il climate change, migliorare le rese in campo e la competitività aziendale.
Ma nell’era dell’AI occorre inevitabilmente porre al centro anche l’etica, coniugare il processo tecnologico con la sicurezza nella gestione dei dati, il rispetto della privacy, trasparenza, autonomia ed equa redditività all’interno delle catene di approvvigionamento.
Poi c’è il capitolo dell’automazione in campo che sta migliorando la vita delle imprese agricole anche sul piano della sicurezza, del lavoro, del benessere animale. Ma anche la Blockchain fondamentale per la certificazione dei processi in campo e dei prodotti. maggiore efficienza, più controllo, riduzione dei farmaci e degli antibiotici veterinari,
Perché i dati e la digitalizzazione non solo possono portare benefici a livello tecnologico, ecologico ed economico nelle imprese agricole, ma rappresentano anche una chiave per migliorare la qualità della vita nelle aree rurali. Contribuiscono a promuovere il turismo nelle campagne e a contrastare lo spopolamento di questi territori.
La transizione energetica parte da qui: energie rinnovabili da
fonti agricole
Fotovoltaico, agrivoltaico, biogas e biometano, rappresentano le declinazioni più immediate della transizione energetica nell’ambito del comparto agro-zootecnico. Una strada, quella delle energie rinnovabili, che è in grado – in una fase di incertezza geopolitica (alla guerra in Ucraina si aggiungono le difficoltà di transito attraverso il Canale di Suez) che potrebbe far crescere ancora una volta il costo dell’energia per le imprese agricole – di coniugare la spinta green connessa al Green Deal, agli obiettivi ESG delle Nazioni Unite, al traguardo Fit for 55 dell’Ue, che punta
a ridurre le emissioni nette di gas a effetti serra di almeno il 55% entro il 2030, all’esigenza di contenere i costi di gestione delle imprese agricole e alla necessità di migliorare competitività e resilienza.
Tanto che secondo gli esperti la combinazione di agricoltura e fotovoltaico su appena l’1% della Superficie Agricola Utilizzata (SAU) dell’Unione Europea potrebbe contribuire a superare gli obiettivi fissati a livello europeo per il 2030, stimati a 720 GW in corrente continua per la produzione di energia solare.
Cibo sano e sicuro: la sfida di ieri, oggi e domani
“Dal 1898 Fieragricola significa innovazione, progresso, spinta alla ricerca per migliorare la produttività in campo, garantire sicurezza alimentare, assicurare redditività e sviluppo alle filiere agricole e dopo 125 anni lo spirito della manifestazione è rimasto il medesimo – dichiara il presidente di Veronafiere, Federico Bricolo – Oggi siamo alle prese con nuove sfide, ma il bisogno di cibo sano e sicuro resta un obiettivo da conseguire su scala mondiale e il ruolo dell’Unione europea, attraverso politiche mirate di crescita, deve essere rafforzato. Anche attraverso il ruolo delle fiere, luoghi di proposta, dibattito, offerta espositiva e di scambio innanzitutto culturale e formativo, prima ancora che commerciale”.