La Cop26 contro la deforestazione: 20 miliardi di dollari per salvare i polmoni del pianeta

Stop agli abbattimenti entro il 2030: questo il primo obiettivo fissato al termine della due giorni di vertici tra i Capi di Stato alla conferenza Onu sul clima. Usa e Ue siglano il piano per ridurre del 30% le emissioni di metano in 10 anni: aderiscono in 100, ma non Cina, India, Russia e mondo arabo

Pubblicato il 03 Nov 2021

foresta

Mettere fine alla deforestazione entro il 2030. E’ uno dei primi obiettivi fissati alla conferenza internazionale sul clima delle Nazioni Unite Cop26 in corso a Glasgow fino al 12 novembre, al termine della due giorni dedicata ai summit tra capi di Stato. A fianco di questa iniziativa a tutela dei polmoni verdi del pianeta, un altro risultato è l’impegno condiviso da Stati Uniti e Unione europea sulla riduzione del 30% delle emissioni di metano entro i prossimi dieci anni.

Rimangono ancora aperti, demandati alle sessioni e ai negoziati tecnici che proseguiranno nei prossimi giorni, alcuni “temi caldi” su cui raggiungere un accordo sarà molto più difficile, come quello sul contenimento delle emissioni di gas serra per arginare i cambiamenti climatici, o sull’impegno a mantenere l’innalzamento delle temperature globali entro il limite di 1,5 gradi in più rispetto all’era pre-industriale. Il nodo principale è quello dei tempi, come hanno dimostrato negli ultimi giorni le posizioni assunte da India, Cina e Russia, soltanto per fare un esempio. “Abbiamo fatto molto – ha sottolineato il presidente Usa Joe Biden – ma molto resta ancora da fare”.

Al di là dei dossier aperti, il tema della deforestazione ha raccolto un consenso pressoché unanime: la dichiarazione annunciata dal premier britannico Boris Johnson ha potuto contare sulla sottoscrizione di 110 nazioni. Per mettere fine, entro 10 anni, alla “devastazione” di alberi per milioni di ettari, saranno stanziati 15 miliardi di sterline, pari a circa 20 miliardi di dollari, di cui 8,7 da fondi pubblici, e 5,3 da investimenti privati, che nelle intenzioni di Johnson andranno anche “a beneficio di popolazioni indigene e comunità locali”. Tra i firmatari dell’accordo ci sono i capi di stato di Paesi che ospitano l’85% delle foreste del pianeta, come la Russia, l’Indonesia, il Congo, la Colombia e il Brasile. Al progetto gli Stati Uniti hanno destinato finanziamenti per 9 miliardi di dollari, l’Unione europea un miliardo di euro, e il Regno Unito 1,5 miliardi di sterline in un orizzonte di 5 anni.

Quanto infine all’obiettivo di tagliare le emissioni di metano del 30% entro il 2030, Stati Uniti e Unione Europea hanno annunciato di aver ottenuto il consenso di 100 Paesi, che insieme formano il 70% del Pil globale: fuori rimangono ancora per il momento alcuni grandi produttori di Gas come la Russia o diversi Paesi del mondo arabo, insieme a India e Cina, che si attestano su tempi più lunghi per la loro transizione green e il contenimento più generale delle emissioni, tra il 2060 (Cina e Russia) e il 2070 (India).

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