Nell’annus horribilis dell’economia mondiale, il 2020, è stato il settore agroalimentare a dimostrarsi la vera colonna portante del sistema Paese italiano, generando un valore aggiunto di 64,1 miliardi di euro, due terzi dei quali sotto forma di esportazioni. Nello specifico, il settore del food & beverage ha pesato sul dato complessivo per 31,2 miliardi e l’Italia è risultata seconda in Europa per incidenza dell’agroalimentare sul PIL.
Eppure, la strada da fare per migliorare il settore è ancora lunga. Se da un lato continua la lotta senza quartiere all’Italian Sounding, sia per la tutela del Made in Italy sia per garantire ai consumatori la massima sicurezza alimentare, dall’altro le dimensioni delle aziende italiane non aiutano a sfruttare pienamente il potenziale produttivo del comparto. Altra questione spinosa è il ritardo tecnologico. “Sebbene negli ultimi anni il gap patito dalle imprese italiane si stia lentamente colmando, le aziende del settore necessitano di intraprendere un vero e proprio processo di continua innovazione, che permetta loro di soddisfare al meglio i clienti e migliorare la propria competitività sul mercato”. A spiegarlo è Angela Colucci, VP Strategy & Business Development di Atlantic Technologies, che in un intervento cerca di dare risposta ai bisogni tecnologici delle imprese food and beverage davanti ai nuovi obiettivi imposti dal mercato.
Imprese davanti alla sfida della digitalizzazione
“Grazie alla digitalizzazione – chiarisce Colucci – le aziende hanno l’opportunità di cavalcare al meglio i trend che stanno caratterizzando il settore del food and beverage, ma anche di incrementare la propria efficienza interna e migliorare il rapporto con clienti e consumatori. Disporre di soluzioni ERP, CRM e Analytics specifiche per il settore alimentare consente alle imprese di affrontare al meglio le sfide del mercato”.
In ambito food and beverage, in particolare, negli ultimi anni si assiste a una crescita degli investimenti nella digitalizzazione dei processi di produzione. “In questo senso – spiega Angela Colucci -, la tracciabilità diventa cruciale per un’azienda che opera in questo settore per identificare i lotti di prodotto con una visibilità completa a livello di ingrediente, dalla fattoria alla tavola. In questo modo, si avranno risvolti positivi anche sulla sicurezza alimentare, con benefici a cascata su distributori e clienti finali. Oggi esistono soluzioni specifiche, pensate proprio per il food & beverage, che rispondono alle nuove esigenze dei consumatori. Grazie a interfacce intuitive e user-friendly, gli utenti possono tenere costantemente aggiornata e monitorata la produzione di qualsiasi prodotto alimentare”.
Business Intelligence: da processo aziendale a soluzione tecnologia
Se fino a qualche anno fa la business intelligence (BI) era riconducibile al semplice processo di analisi di dati, oggi le piattaforme di BI sono diventate fondamentali per tutte le aziende desiderose di migliorare la propria competitività. Anche da qui provengono dunque interessanti opportunità per le imprese dell’agroalimentare. “Attraverso specifiche soluzioni di business intelligence ready to use – fa notare Colucci -, le aziende del settore food & beverage possono organizzare i dati relativi al sell-out effettuando analisi year to date, analisi prodotti, budget e forecast e product share. I vantaggi per le imprese sono molteplici e vanno dalla possibilità di riorganizzare le varie tipologie di dati, condividere in modo rapido le analisi con i team interessati fino a monitorare l’andamento dei singoli prodotti. Inoltre, queste soluzioni sono ulteriormente customizzabili, fino a raggiungere livelli quasi sartoriali, in modo da rispondere pienamente alle esigenze dei clienti”.
L’attenzione per il cliente
Che sia di tipo business o consumer, il cliente e la sua soddisfazione sono tornati a essere i veri obiettivi delle aziende. “Per questo – aggiunge – la scelta della migliore soluzione di customer relationship management rappresenta qualcosa di imprescindibile per le imprese di qualsiasi settore merceologico. Il food & beverage non solo non fa eccezione, ma presenta la peculiarità di doversi interfacciare con entrambe le tipologie di clienti: business e consumer. Ovviamente, questi clienti non possono essere trattati allo stesso modo in quanto hanno esigenze e richieste estremamente diverse. Con le giuste soluzioni CRM, le aziende possono soddisfare le aspettative di entrambi i canali. E così, da un lato l’impresa potrà ottimizzare il processo di gestione degli ordini, ad esempio mettendo a disposizione dei clienti business una piattaforma per effettuare gli approvvigionamenti in modalità self-service, dall’altro potrà ingaggiare i consumatori attraverso notifiche su app create ad hoc”.