Ambiente e innovazione

Biodiversità e agricoltura sostenibile: Nature Guardian di Huawei e WWF ascolta e protegge



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Grazie al monitoraggio bioacustico, l’innovazione tecnologica permette di percorrere nuove strade sia per la protezione dell’ambiente sia per favorire il recupero e la protezione della biodiversità. Huawei e WWF al lavoro in otto oasi ecologiche

Pubblicato il 7 nov 2023



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Fiducia nella tecnologia e fiducia nella capacità di metterla a disposizione dell’ambiente. La filosofia che sta alla base del progetto Nature Guardian che vede la collaborazione tra Huawei e WWF ha come presupposto la volontà di sfruttare le potenzialità dell’innovazione e del digitale per attuare una osservazione attenta e dettagliata dei fenomeni naturali che caratterizzano la biodiversità e delle eventuali minacce per costruire la conoscenza necessaria per proteggerli.

Con la nuova edizione di Guardiani della Natura, Huawei e WWF confermano l’impegno comune verso l’utilizzo di sensoristica, dati, Cloud e Intelligenza Artificiale per ricreare o recuperare le condizioni di biodiversità e per attuare nuove forme di sviluppo sostenibile in ambito agricolo.

Guardiani della Natura che sanno “ascoltare e interpretare” l’ambiente

La protezione e il recupero di un equilibrio ambientale passa dalla capacità di osservare e ascoltare l’ambiente che ci “parla” costantemente, mandando segnali che devono essere raccolti, letti e interpretati. Lo spirito di Nature Guardian è proprio questo: grazie alla installazione di apparati Rainforest Connection (RFCx) dedicati al monitoraggio bioacustico, unitamente a una strategia di data collection e di data analysis basata sul Cloud e sull’Intelligenza Artificiale il progetto permette di ascoltare e registrare i segnali acustici che caratterizzano la vita di otto oasi del WWF. Suoni, rumori, segnali, canti e versi di animali rappresentano la cornice sonora e sono una componente fondamentale dell’impronta ambientale e dell’identità di quelle aree.

Si tratta di un progetto che sta dando vita a un grande patrimonio di conoscenza e che va ad arricchire le tecniche tradizionali di monitoraggio in campo in un percorso che permette di rafforzare il livello di precisione nella identificazione dei fenomeni che caratterizzano la biodiversità di quegli ambienti.

Il riconoscimento delle specie animali che frequentano quei territori permette infatti prima di tutto di arricchire la mappa della biodiversità di ciascuna oasi e di intercettare le relazioni tra specie diverse o analizzare e comprendere segnali sonori che possono nascondere eventuali minacce.

Il progetto punta a creare le condizioni per dare vita a un sistema di monitoraggio permanente degli ambienti naturali con una lettura precisa dei fenomeni che li caratterizzano, grazie a una elaborazione dei dati che non richiede il monitoraggio diretto di un esperto bioacustico.

Nuove prospettive per l’agricoltura sostenibile

In particolare, il progetto prevede l’installazione dei dispositivi RFCx Edge Audiomoth in contesti caratterizzati anche dalla importante presenza di attività agricole che, in funzione delle oasi, vedono la coltivazione di vigne, mele, agrumi, ulivi, cereali e ortaggi. Si tratta di una scelta che permette di disporre di dati e capacità di analisi del rapporto che lega i temi della biodiversità con i fenomeni che accompagnano la presenza di agroecosistemi produttivi.

Grazie a questo ascolto e a questa analisi, sarà possibile accelerare la conoscenza dei fattori e delle variabili che mettono in relazione la biodiversità con la produzione agricola, ad esempio in termini di coesistenza di diversi organismi e di resilienza complessiva degli ambienti a fronte di minacce legate all’inquinamento o a una maggiore frequenza di fenomeni metereologici estremi. Anche da questo punto di osservazione, il progetto punta a mettere a disposizione elementi per arricchire la possibilità e la capacità di lavorare allo sviluppo di buone pratiche specificatamente collegate alle caratteristiche di resilienza della biodiversità.

Il digitale per intercettare e interpretare le minacce alla biodiversità

Nature Guardian riceve il testimone da una prima edizione del progetto nella quale il monitoraggio della biodiversità era associato specificatamente alla rilevazione e alla identificazione di minacce o di attività illegali sempre nell’ambito di una serie di oasi del WWF.

Con quel progetto è stato raccolto un volume di dati che ha visto qualcosa come 870.000 registrazioni, permettendo il riconoscimento automatizzato di 49 specie di uccelli e di mammiferi. Sulla base dei dati raccolti e dei fattori di rischio individuati è stato possibile gestire l‘invio di oltre 2.000 alert in tempo reale nel momento in cui il sistema ha rilevato suoni che potevano essere assimilati a forme di pericolo, a minacce o ad attività illegali. Sempre grazie ai dati a disposizione è stato possibile attivare oltre 30 controlli sul campo ed effettuare interventi anche contro forme “evolute” di bracconaggio.

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