Smart farming: per gli agricoltori italiani soluzioni digitali sempre più importanti

L’identikit dell’agricoltore del futuro descrive giovani dalla mentalità aperta all’innovazione e all’utilizzo delle tecnologie, che sapranno sempre più coniugare il rispetto dei vincoli produttivi con il rispetto dell’ambiente e dell’etica del lavoro per produrre alimenti più sani e sicuri

Pubblicato il 30 Giu 2021

Ivano Valmori

Ceo di Image Line

smart farming

Il volto dell’agricoltura sta cambiando ed è sempre più proiettato verso una dimensione digitale, capace di portare comprovati benefici agli operatori del settore. Parliamo di Agricoltura 4.0 a indicare l’evoluzione di un settore ormai lontano da quell’immaginario dell’agricoltore tradizionale. Nella cassetta degli attrezzi dell’agricoltore moderno, infatti, troviamo una serie di dispositivi digitali che gli consentono di gestire, monitorare e seguire i lavori nei campi talvolta senza essere necessariamente sul posto, tracciare la storia del prodotto e acquisire tutte quelle informazioni che determinano l’eccellenza del Made in Italy nel mondo. Il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agroalimentari (DISTAL) dell’Università degli Studi di Bologna in collaborazione con Image Line, azienda Hi-Tech italiana specializzata nelle soluzioni digitali per l’agricoltura, ha condotto un’indagine coinvolgendo circa 1.000 agricoltori italiani per fotografare il punto di vista degli operatori di filiera in base all’esperienza diretta acquisita sul campo e approfondire le prospettive future per lo smart farming in Italia.

I risultati dell’indagine sullo smart farming in Italia

Secondo i risultati dell’indagine il 51,17% degli intervistati afferma di aver usato o di utilizzare soluzioni di smart farming, facendo emergere tra gli strumenti più utilizzati i sistemi gestionali (73,9%). I moderni software offrono diverse funzionalità come registrare le attività in campo ma anche le attività amministrative, come la gestione dei costi o la registrazione dei prezzi, la contabilità, la gestione del magazzino e della tracciabilità. Queste tecnologie rappresentano in molti casi uno strumento versatile e facile da utilizzare e sono quindi già note e adottate da molte aziende agricole. Oltre il 65% degli intervistati, infatti, ha affermato di avere le conoscenze per poter utilizzare gli strumenti di smart farming e che interagire con le nuove tecnologie risulta essere chiaro e comprensibile.

Le nuove tecnologie sono chiare e comprensibili: ne è convinto il 65% del campione

I nuovi gestionali, oltre a permettere di organizzare in maniera più efficace la gestione interna dell’azienda e i rapporti con clienti e fornitori, permettono soprattutto di scrivere la storia del prodotto in maniera chiara e trasparente sin dal momento della semina. La normativa vigente richiede, infatti, che tutte le informazioni riguardanti la coltivazione del prodotto siano disponibili prima della consegna all’attore successivo della filiera.

Per questo motivo, quando l’agricoltore passa il suo prodotto per esempio alla GDO, quest’ultima è tenuta ad avere tutta una serie di informazioni che devono necessariamente essere raccolte in campo e proprio per la complessità del processo produttivo, il modo più attendibile per registrarle passa attraverso l’utilizzo del digitale. Così, sicurezza alimentare, salubrità dei prodotti e redditività della produzione, dipendono da come la tecnologia entra in campo.

smart farming

Accedere allo smart farming: lo si fa tramite smartphone

Per un agricoltore, avere la possibilità di accedere alle tecnologie attraverso lo smartphone rappresenta un passaggio epocale. Un passaggio che stiamo vivendo negli ultimi anni e in particolare negli ultimi 5, se ci riferiamo all’incremento esponenziale di banda nelle zone agricole.

Al secondo posto, tra gli strumenti digitali più utilizzati dagli agricoltori partecipanti all’indagine, ci sono i sistemi geolocalizzati/GPS connessi ad attrezzature agricole (43,3%) seguiti dai sistemi di sensoristica per registrazione e monitoraggio di dati sito-specifici (32,4%). Grazie al semplice posizionamento di sensori specifici e senza bisogno di realizzare particolari infrastrutture, soprattutto in zone non servite e difficilmente raggiungibili, il gestore dell’azienda agricola si assicura un efficace strumento per il monitoraggio dei consumi, la conservazione delle risorse idriche e il monitoraggio ambientale.

Smart farming: il 68% lo reputa utile per la produttività

L’agricoltore moderno considera le soluzioni di smart farming utili per il lavoro giornaliero nell’ottica della produttività (68,6%), e ha deciso di scegliere queste soluzioni perché migliorano la raccolta e l’elaborazione delle informazioni per decisioni sulla gestione dell’azienda (53,8%), perché aiutano a ridurre i costi di produzione (48,4%), e perché aiutano a diminuire l’impatto ambientale dell’attività aziendale (44,6%).

Agricoltura digitale e sostenibilità rappresentano un binomio inscindibile soprattutto per le nuove generazioni. I giovani hanno dei vantaggi enormi perché sono mentalmente “nativi digitali”: per loro sarebbe impensabile l’idea di rifugiarsi nelle vecchie tecniche per avere delle informazioni, ma le ottengono direttamente in rete cercando dalle fonti attendibili. Ancora, per le nuove generazioni non è naturale annotare a fine giornata ciò che è stato fatto in campo, ma è naturale avere in tasca un applicativo che in ogni momento consenta di registrare che cosa si sta facendo.

smart farming

Conclusioni

L’identikit dell’agricoltore del futuro descrive dunque giovani dalla mentalità aperta all’innovazione e all’utilizzo delle tecnologie, che sapranno sempre più coniugare il rispetto dei vincoli produttivi, con il rispetto dell’ambiente e dell’etica del lavoro per produrre alimenti più sani e sicuri.

L’indagine condotta dall’Università degli Studi di Bologna in collaborazione con Image Line, ci mostra dunque l’immagine di un agricoltore che – nonostante alcune barriere – crede sempre di più nei vantaggi dell’agricoltura 4.0 e che proprio per questo ha già intrapreso un percorso di digitalizzazione o se non lo ha ancora fatto, di voler iniziare a breve (65,7%).

Immagine fornita da Shutterstock

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