Con l’avvio della distribuzione di insalate monovarietà, mix di insalate, erbe aromatiche e microgreens nei supermercati Eurospesa del Gruppo Dado S.p.A in Veneto e Friuli Venezia Giulia, l’azienda di Pordenone specializzata nel Vertical Farming sancisce il suo ingresso nel mercato italiano. Nel frattempo, ZERO lavora allo sviluppo della coltivazione di fragole, fragoline di bosco e pomodorini ciliegino e al potenziamento delle proprie attività nel Nord Est e Ovest con l’obiettivo di espandere la capacità installata progressivamente e passare dalle 30 tonnellate di prodotto all’anno alle 1.500 tonnellate in 12 mesi.
“Le vertical farm sono una frontiera dell’agricoltura per qualità della produzione e ridotto impatto ambientale: tutto il nostro lavoro è concentrato sul renderle sostenibili anche sul piano industriale. Questo lancio è la dimostrazione che lo ZERO Farming, l’approccio innovativo alla produzione agricola a cui siamo giunti dopo tre anni di studio e sperimentazioni, è la soluzione per democratizzare l’accesso a prodotti di qualità per una fascia sempre più ampia di consumatori” spiega il CEO di ZERO, Daniele Modesto.
La produzione smart si avvicina al consumatore abbattendo i costi della logistica
Il progetto ZERO Farms prevede l’applicazione delle tecnologie di vertical farming proprietarie per allestire impianti produttivi (i primi sono in costruzione in Italia, Svizzera, Medio Oriente e Caraibi) di ortaggi e piccoli frutti distribuiti poi in supermercati, nella ristorazione e tramite canale diretto. Le Farms sono affidate a ROOT, un’agronoma virtuale intelligente che conosce e gestisce finemente tutte le variabili che influiscono sul ciclo di coltivazione in ambiente controllato, su più livelli e senza l’utilizzo di terra o altri substrati, assicura le massime performance degli impianti con il risultato di prodotti che conservano a lungo freschezza e proprietà benefiche.
Ogni passaggio e ogni evento del ciclo produttivo, dal seme alla confezione, è tracciato in maniera puntuale. Inoltre, ROOT acquisisce dati attraverso un network capillare di sensori Internet of Things e impara nel tempo come migliorare le performance dell’impianto e prevenirne eventuali anomalie. Per garantire un pieno controllo sui dati, ZERO ha deciso di allestire in house, presso la propria sede di Pordenone, il data center dove i dati confluiscono e la capacità di calcolo richiesta dagli algoritmi di machine learning applicati da ROOT.
“La nostra è un’agricoltura avanzata e di prossimità: coltiviamo vicino ai luoghi di consumo, riducendo l’impatto della logistica dei prodotti che spesso viaggiano per migliaia di chilometri. Inoltre, utilizziamo solo energia prodotta da fonti rinnovabili presso i nostri impianti o da partner in grado di certificarne l’origine. Quanto al consumo di acqua, ne impieghiamo oltre il 95% in meno rispetto all’agricoltura tradizionale perché ricicliamo quella che le piante non assorbono, la purifichiamo e la immettiamo nuovamente nel ciclo, a cui si somma un risparmio del 100% dell’acqua di lavaggio perché non abbiamo la necessità di lavare i prodotti che raccogliamo” aggiunge Modesto.