Il 70% dei giovani imprenditori agricoli è pronto a utilizzare le Tea (Tecnologie di evoluzione assistita, anche chiamate Nbt, New breeding technologies, ovvero cisgenesi e genome editing), se fossero ammesse in Italia, prevalentemente con l’obiettivo di migliorare la resistenza a malattie e parassiti (57%) e secondariamente per ottimizzare la produttività (14%). Il 45% già impiega una o più soluzioni di agricoltura digitale per incidere positivamente sulla sostenibilità (36%) e sulla gestione aziendale (18%) e per valorizzare la qualità delle produzioni (12%). E’ questo l’identikit del giovane imprenditore agricolo italiano: una generazione competente, interconnessa e aperta all’innovazione. Lo svelano i dati che emergono dall’indagine dell’Osservatorio Giovani Agricoltori sostenuta da Bayer, azienda globale con competenze chiave nelle Life Science (Salute e Agricoltura), e realizzata da Edagricole insieme a Nomisma nel corso del 2020. La survey, focalizzata sulle nuove tecnologie e sulle frontiere dell’agricoltura sostenibile, ha raccolto il parere qualificato di 458 giovani imprese su un panel di 1.496 giovani conduttori di imprese agricole under 40.
Marc Aupetitgendre, Country Division Head Italy/Greece di Bayer Crop Science, che ha voluto premiare la realtà vincitrice del premio “L’agricoltura è giovane” di Emanuele e Michele Ciucci, azienda agricola “La Valle di San Biagio” di Cacciano di Todi (PG), precisa “Le aspettative di innovazione dei giovani sono altissime sia sul fronte della digital farming che sulla diffusione delle nuove tecnologie genetiche” Il rapporto tra i giovani agricoltori e la frontiera dell’innovazione 4.0 è molto stretto. Il 45% dei giovani agricoltori utilizza almeno una soluzione 4.0 e il 19% più di una. Nella maggior parte dei casi (23%) si tratta di app per la gestione contabile o della produzione/trasformazione; il 14% ricorre ad attrezzature a rateo variabile e trattrici GPS; il 14% a DSS e centraline meteo aziendali. “Ci auguriamo che l’Unione europea, che si appresta a rivedere l’inquadramento normativo delle Tea, tenga conto di questo. Noi vogliamo dare il nostro fattivo contributo ad un’agricoltura che possa produrre di più e con maggiore qualità, ma con risorse limitate, nell’ottica di un’agricoltura più resiliente e sostenibile” conclude Aupetitgendre.
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