Trentino: droni in campo contro la mosca della frutta

Concluso il progetto di sperimentazione della Fondazione Edmund Mach che ha previsto l’analisi di fattibilità dell’applicazione della tecnica del maschio sterile rilasciando nei frutteti del Trentino gli insetti sterili importati dalla Spagna attraverso l’uso dei droni

Pubblicato il 03 Nov 2020

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Contro la mosca mediterranea della frutta, un insetto originario dell’Africa orientale che crea danni anche in Trentino soprattutto su pesche e melo, la Fondazione Edmund Mach sta sperimentando la tecnica del maschio sterile (Sterile insect technique – SIT), un metodo ampiamente utilizzato in Spagna che prevede il rilascio nei frutteti di maschi sterili della stessa specie da combattere.

Con la collaborazione di ND Movie, è stato possibile nel 2020 sperimentare l’uso dei droni come alternativa al rilascio manuale procedendo con i primi test in campo. “L’applicazione di questo innovativo metodo di rilascio, che ha preso spunto da altri paesi in cui la distribuzione dei maschi sterili della Ceratitis capitata Wiedemann viene effettuata con aerei ultraleggeri, consentirebbe la copertura di vaste zone in tempi brevi, rendendo più sostenibile l’applicazione della tecnica SIT nel nostro territorio” spiegano Gino Angeli e Serena Chiesa del Centro Trasferimento Tecnologico FEM.

La SIT per combattere il parassita in modo sostenibile

La mosca mediterranea della frutta attacca le mele mature poco prima della raccolta, momento in cui non è possibile effettuare trattamenti insetticidi che causano l’aumento dei residui di prodotti fitosanitari sui frutti. La SIT, che consente di ridurre le popolazioni di questo insetto consentendo a sua volta di minimizzare l’impiego di insetticidi, sembra fattibile anche per il Trentino, una regione in cui il livello di densità della popolazione della Ceratitis capitata Wiedemann è ancora basso ed il parassita è diffuso in un’area delimitata da vegetazione non ospite.

Con il progetto SIT (FAS – PSR 2014-2020), sviluppato negli anni 2018-2020, si è innanzitutto definita una procedura dinamica per il trasferimento rapido dei maschi sterili dalla biofabbrica alle aree di rilascio, di modo da non alterare i parametri di qualità degli insetti rilasciati e quindi la loro efficacia. A questo sono seguite lo studio delle fasi di preparazione in laboratorio e di rilascio, corredate da indagini circa la percentuale di maschi emergenti ad ogni spedizione, la dispersione in campo, la percentuale di ricatture, nonché la valutazione della performance di accoppiamento con la popolazione naturale.

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