Fase 2: le soluzioni digitali per la safety degli operatori della supply chain agroalimentare

Gestione intelligente dei flussi di trasporto e logistica in ingresso/uscita. Controllo temperatura e gestione accessi nei magazzini di stoccaggio e nei depositi. Soluzioni per il retail agroalimentare. L’offerta di soluzioni e servizi Vodafone Unlock

Pubblicato il 19 Giu 2020

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Il mondo agroalimentare nel suo complesso rappresenta senza dubbio uno dei settori che hanno mostrato una maggiore capacità di resilienza nell’affrontare l’emergenza Coronavirus e nel gestire le conseguenze del lockdown. Non si può oggi non notare che le filiere del food non solo “non si sono fermate” e non solo “hanno saputo garantire la business continuity velocemente” rispetto ai vincoli collegati alle esigenze di sicurezza, ma hanno anche risposto alla pressione che è seguita a una profonda evoluzione sia a livello di domanda dei consumatori finali sia in termini di canali di fornitura e di distribuzione.

Nei giorni dell’emergenza sono cambiate bruscamente le esigenze dei consumatori. Il mercato ha premiato tipologie di prodotto e scelte d’acquisto dettate da fattori assolutamente emergenziali. In questa fase si sono avvertite, ad esempio, le conseguenze del cosiddetto “effetto Safety Stock” ovvero la propensione da parte dei consumatori da una parte, e degli attori della filiera dall’altra, di approvvigiornarsi di beni in quantità superiore al normale fabbisogno per assicurarsi le scorte necessarie per mitigare i rischi di un eventuale interruzione delle forniture. Sempre in questo periodo, la filiera agro ha affrontato anche i cambiamenti nei canali di distribuzione e nei mercati di destinazione. Il lockdown che ha colpito tutto il mondo Ho.Re.Ca (Hotel Restaurant Catering) ha in molti casi spostato la domanda di beni tipicamente consumati presso queste strutture sul retail e sull’eCommerce. E anche in questa circostanza il mondo agroalimentare ha mostrato flessibilità e velocità nel rispondere efficacemente alle richieste dei consumatori con una grande flessibilità nell’indirizzare e sostenere il cambiamento a livello di approvvigionamento. Ma tra le tante sfide che hanno segnato questo passaggio ne va segnalata una terza che appare, anche nella prospettiva futura del prossimo New Normal, particolarmente significativa ed è quella della sicurezza. Un tema questo che le filiere agro stanno affrontando in diverse declinazioni e sul quale devono agire più che in passato a livello integrato.

Le diverse declinazioni della safety agroalimentare

La sicurezza per il mondo agroalimentare è prima di tutto, ma non solo, food safety, è tracciabilità alimentare in modalità end to end, è garanzia della qualità dei prodotti. È anche riduzione dello spreco alimentare e capacità di gestione da remoto di apparati, veicoli, strumenti di produzione, di stoccaggio e di trasporto. Ma oggi è anche gestione, su tutti gli attori della supply chain, delle regole di distanziamento sociale, sanificazione e applicazione di tutte quelle buone pratiche basate sull’adozione di tecnologie digitali che permettono di garantire in modo efficiente la sicurezza degli operatori, la sicurezza e la qualità dei prodotti alimentari. Oggi e in futuro sicurezza vuol anche dire, dunque, safety di tutti gli operatori in tutte le fasi produttive e distributive e rispetto di tutti gli adempimenti per la sicurezza, l’igienizzazione e il controllo degli strumenti di produzione.

La tracciabilità alimentare al servizio della safety e della qualità dei prodotti

Sui temi della tracciabilità agroalimentare nello specifico l’innovazione digitale è in grado di creare le condizioni per permettere di dare vita a una logica di ecosistema e in questo senso il ruolo dei provider di tecnologia è ancora più rilevante, nella misura in cui affronta l’innovazione in strettissima collaborazione con le organizzazioni che rappresentano il mondo della produzione agroalimentare e che presidiano a tutti gli effetti la capacità di innovazione delle filiere.

In questo senso ha un significato particolarmente importante l’accordo di partnership tra l’Alleanza delle Cooperative Agroalimentari e Vodafone. Una collaborazione che nasce con lo scopo di accelerare e sostenere un processo di innovazione per tutte le imprese sia per disporre di soluzioni in grado di rispondere al meglio alle esigenze di gestione dei dati, delle informazioni, delle certificazioni e della sicurezza alimentare che arriva dai consumatori, sia per lavorare e aumentare l’efficienza operativa delle imprese. L’accordo vede tra l’altro l’impegno di Vodafone nello sviluppo di servizi e soluzioni innovative per il mondo Mobile e IoT, come app per smartphone e tablet e come soluzioni per la gestione della sensoristica, a loro volta finalizzate a garantire il controllo di tutte le fonti dati che concorrono a definire la qualità dei prodotti agroalimentare e a certificare la loro provenienza. Il raggio d’azione di questa collaborazione prevede anche l’utilizzo della tecnologia blockchain che si sta affermando in modo sempre più importante come piattaforma per garantire dati e provenienza a livello di filiere. A questo proposito Vodafone punta a mettere a disposizione di Alleanza delle Cooperative Agroalimentari un ecosistema di soluzioni basate su una piattaforma di servizi che uniscono Internet of Things, Big data Analytics e Cloud e che abilitano le imprese a disporre di tutte le fonti di dati sia riguardo al territorio sia legati ai principali passaggi in cui si sviluppa la lavorazione.

Dalla resilienza delle imprese alla resilienza di filiera

Certamente, come abbiamo detto, il mondo agroalimentare ha mostrato una grande capacità di resilienza nel rispondere all’emergenza, ma se si guarda ora alla costruzione del New Normal occorre pensare al passaggio dalla fase in cui era necessario assicurare prima di tutto e soprattutto la business continuity di filiera a una fase in cui la business continuity deve essere coniugata con la ricerca di nuove forme di efficienza, con nuove forme di organizzazione del lavoro e gestione degli spazi e in cui gli interventi per assicurare i nuovi livelli di sicurezza non rappresentano una penalizzazione in termini di risultati economici delle imprese. Ed è qui che si innesta il valore dell’innovazione digitale che è, oggi, peraltro nella condizione non solo di rispondere alla specifica necessità di rendere le filiere e le singole imprese più sicure, ma di aggiungere e integrare un nuovo importante tassello di innovazione che va a comporre il “mosaico” della safety.

La safety agroalimentare dal campo alla distribuzione

In alcuni ambiti della filiera agroalimentare come le attività “in campo” o negli allevamenti è stato relativamente “più semplice” adottare regole e soluzioni per attuare il distanziamento sociale previsto dalle norme per la sicurezza. Ma allo stesso tempo dobbiamo notare che è cresciuta l’urgenza di accelerare o aumentare l’adozione di soluzioni in grado di rispondere alla domanda di tracciabilità degli alimenti. Una richiesta che arriva con maggior incisività dal mercato. Soprattutto le imprese che operano nelle fasi intermedie della filiera – nella trasformazione, nella logistica e nella distribuzione -, si trovano nella condizione di adottare in modo strutturale le nuove misure di sicurezza che fanno leva sui tre grandi pilastri di innovazione del settore agro: l’Internet of Things, il mobile e le reti, tre “motori” di quella digital innovation che oggi consente di fornire risposte nuove anche in termini di safety per il New Normal.

In questa prospettiva è destinata a crescere la componente digitale lungo tutta la filiera, ma con un coinvolgimento sempre più integrato tra tutte le componenti di queste supply chain: imprese agricole, imprese di logistica e trasporto, industria di trasformazione, tutte impegnate ad aumentare la capacità di controllo e gestione nelle fasi nelle quali sono direttamente coinvolte – lavorazione, stoccaggio e trasporto, distribuzione e vendita -, all’insegna di un monitoraggio in grado di garantire ai consumatori e a tutti gli attori informazioni precise, chiare e complete sui prodotti e, oggi più che in passato, sulla sicurezza.

Più soluzioni IoT lungo tutta la filiera al servizio della tracciabilità

In questo senso l’Internet of Things è chiamata a svolgere un ruolo ancora più importante anche in considerazione del fatto che già oggi rappresenta un fattore strategico per tante soluzioni in ambito agricolo e agroalimentare.

La recente ricerca dell’Osservatorio Smart Agrifood della School of Management del Politecnico di Milano e del Laboratorio RISE (Research & Innovation for Smart Enterprises) dell’Università degli Studi di Brescia, mette in evidenza che su un campione di 288 imprese agricole intervistate il 40% utilizza sistemi o servizi di mappatura delle coltivazioni o dei terreni, il 39% sistemi di monitoraggio e controllo di macchine agricole e il 28% sistemi di monitoraggio da remoto di coltivazioni e terreni. Il fenomeno è avviato e sta alla base di un processo di innovazione che se si guarda al solo “settore primario”, ovvero all’innovazione digitale per l’agricoltura, vale qualcosa come 450 milioni di euro di investimenti nel corso del 2019, con una crescita del 22% rispetto al 2018.

Per lo smart agrifood italiano un valore pari al 5% del mercato mondiale

Ma il segnale forse più significativo da ricondurre alle prospettive di sviluppo legate all’utilizzo del digitale per la costruzione del New Normal va letto nell’attitudine delle imprese italiane verso questa forma di innovazione. L’Italia rappresenta il 5% del mercato mondiale, una quota assolutamente significativa, a testimonianza della sensibilità e dell’attenzione del Made in Italy agroalimentare verso le potenzialità del digitale.

Se poi si legge anche la composizione di questi investimenti in termini di tecnologie, la ricerca dell’Osservatorio Smart Agrifood dedicata all’Agricoltura 4.0 ci dice che anche il settore primario è chiaramente indirizzato verso le soluzioni di tipo Data Driven e che le tecnologie Data & Analytics sono centrali per il 72% delle soluzioni. Nel 50% dei casi, le soluzioni adottano tecnologie Internet of Things, per il 45% gestiscono device di ultima generazione e nel 35% delle situazioni rispondono alla necessità di rispondere a esigenze di mobility e geolocalizzazione. L’immagine che esce da questo profilo è quella di un settore agricolo che si sta preparando velocemente per sostenere in modo sempre più forte la domanda di dati, di efficienza, di sicurezza e di automazione che arriva dal mercato e dagli attori delle filiere.

Una sicurezza agroalimentare sempre più integrata con la safety degli operatori e degli ambienti

Dunque, il passo successivo alla business continuity “a tutti i costi” che ha caratterizzato l’emergenza è quello della business continuity che valorizza la capacità di innovazione per garantire sicurezza, tracciabilità alimentare, ma nel rispetto dell’efficienza e dei risultati di business. Ed è qui che l’IoT è chiamato a giocare un ruolo ancora più importante, unitamente a soluzioni mobile e ovviamente al ruolo fondamentale della rete. Un esempio arriva da My Assistant HR Tech Suite di Vodafone che sfrutta le potenzialità di Smartphone e IoT. La piattaforma permette di integrare la capacità di raccolta dati dell’Internet delle cose con la gestione di task operativi personalizzabili progettati per rispondere sia alle nuove richieste di sicurezza, come ad esempio il social distancing, sia agli adempimenti relativi a tutti i processi di HR.

Da una parte questa soluzione permette al personale, in tutte le aree della filiera agroalimentare, di gestire le nuove modalità di lavoro e comunicarle in modo semplice e veloce grazie al proprio smartphone. Ciascun operatore potrà cioè segnalare la propria presenza, il luogo preciso di lavoro, il reparto o la modalità con cui esegue le sue mansioni (ad esempio in funzione delle possibili modalità di remotizzazione del lavoro stesso). Potrà anche prenotare le attività e gli spazi permettendo alla funzione HR di avere evidenza precisa dell’utilizzo degli spazi stessi da parte di tutto il personale e potrà naturalmente essere immediatamente informato dall’HR stessa sulle indicazioni operative da adottare.

Gestione efficiente di tutti gli adempimenti necessari garantire la safety del personale

Come noto ci sono poi adempimenti specifici che sono parte integrante della business continuity e che occorre gestire nel segno della precisione, dell’efficienza e del rispetto della privacy, adempimenti che attengono a misure di controllo molto specifiche come il rilevamento della temperatura corporea e della sanificazione degli ambienti di lavoro. In questo caso My Assistant HR Tech Suite si integra con altri apparati IoT che permettono – nel rispetto della privacy personale – di velocizzare tutti i passaggi di sicurezza legati all’arrivo in reparto e allo svolgimento delle attività operative. Dall’ingresso in area di lavoro appunto, con la misurazione della temperatura, al check automatico tramite beacon o QR Code in postazione o ai propri strumenti di lavoro, al timesheet per le informazioni relative alle commesse o ai compiti previsti, per arrivare al check out, a sua volta improntato per fornire le informazioni relative alla sanificazione degli strumenti di lavoro e della postazione (ad esempio sanificazione effettuata o da effettuare). Accanto a queste funzionalità che semplificano, accelerano e mettono in sicurezza la gestione del lavoro di ciascun operatore My Assistant HR Tech Suite mette a disposizione delle imprese una serie di funzionalità che integrano i fattori chiave della sicurezza a tutte le altre fasi del lavoro, come il social distancing operativo e in movimento e tutte le necessità di comunicazione tra azienda e dipendente.  My Assistant HR Tech Suite permette in concreto all’operatore di verificare quante persone sono presenti nelle aree nelle quali è chiamato a svolgere le proprie attività, ha quindi evidenza del tipo di comportamento che deve assumere prima di entrare in quegli spazi. Una volta entrato, la soluzione Vodafone lo aiuta, grazie al rilevamento social distancing basato su bluetooth, di rispettare le distanze di sicurezza (lo smartphone segnala con uno squillo se si supera la distanza di sicurezza). Sempre con questa soluzione, che si configura a tutti gli effetti come una sorta di piattaforma di lavoro, l’operatore può richiedere quando necessario i dispositivi di protezione individuale (Dpi) e l’azienda può effettuare quelle comunicazioni che sono necessarie per lo svolgimento delle mansioni e per il rispetto della sicurezza. Il tutto, importante tornare a sottolinearlo, nel rispetto della normativa GDPR. Una semplificazione importante da una parte per la struttura HR che si trova ad avere a disposizione una visione precisa e dettagliata della presenza degli operatori negli spazi aziendali, del rispetto “certificato” degli adempimenti (misurazione temperatura, sanificazione ambienti, social distancing) e naturalmente la certezza che ciascun operatore sia correttamente informato e possa a sua volta immediatamente informare l’azienda in merito a specifiche necessità operative, con particolare attenzione a quelle legate alla sicurezza che possono avere conseguenze sull’operatività aziendale (richiesta Dpi).

My Assistant HR Tech Suite, va poi aggiunto, si presenta come una soluzione modulare costituita da una serie di apparati e di applicazioni che si prestano ad essere fortemente personalizzate in funzione delle esigenze delle tante e diverse tipologie di esigenze delle imprese agroalimentari. Si parte come abbiamo visto dall’utilizzo del termometro, alla gestione del posto di lavoro, dalla gestione spazi comuni, alle segnalazioni, dalla richiesta di Dpi, agli strumenti di social distancing, dalle prenotazioni degli spazi e ambiti di lavoro alle funzioni più generali come la gestione delle comunicazioni, del registro presenze, delle singole attività.

Il work distancing al servizio della safety degli operatori e dell’efficienza dell’agroindustria

Per la filiera agroindustriale e il mondo della distribuzione appare dunque particolarmente importante portare l’attenzione sull’App di work distancing, che assicura sia il rispetto dei vincoli legati al distanziamento sociale, sia la visione e la gestione dell’affollamento negli spazi comuni. Grazie all’adozione di un beacon, da intendere a tutti gli effetti come un dispositivo da “indossare” (wearable), ciascun operatore può essere geolocalizzato permettendo innanzitutto una visione “quantitativa” delle presenze per ciascuna area. Questo permetterà di limitare gli accessi nel momento in cui si prefigura un possibile affollamento, con la possibilità di definire anche delle soglie di saturazione in funzione delle possibili evoluzioni delle regole di social distancing. Allo stesso tempo, questa soluzione permette di applicare le misure di sicurezza previste a livello di gestione dei fattori di rischio e misure preventive, come la registrazione in caso di rilevamento di temperatura corporea superiore ai limiti, la verifica puntuale dell’attuazione di tutte le misure previste, l’attestazione e conferma delle misure stesse (ad esempio la sanificazione degli ambienti e degli strumenti di lavoro). Le funzionalità comprendono anche il monitoraggio degli accessi e delle presenze negli ambienti, la velocizzazione nello scambio delle informazioni con ciascun operatore e la possibilità di definire e comunicare ruoli e responsabilità specifiche in ordine allo svolgimento delle mansioni e operazioni legate alla sicurezza.

IoT e work distancing come componenti del supply chain risk management

Un altro aspetto che caratterizza lo sviluppo del prossimo New Normal, e che appare particolarmente importante per tutta la filiera agroalimentare, è la crescente attenzione alle tematiche di supply chain risk management. La gestione dei rischi di filiera può essere migliorata in modo tangibile e diretto con l’ausilio delle tecnologie digitali soprattutto per quanto attiene alla safety del personale – e su questo tema arriva il contributo diretto di My Assistant HR Tech Suite. Ma potrà anche essere migliorata in modo indiretto, gestendo e riducendo tutti i fattori di rischio collegati al rispetto dei nuovi adempimenti, mettendo quindi a disposizione delle funzioni di risk management la possibilità di mitigare i rischi eventualmente connessi all’interruzione della catena di approvvigionamento dovuti a controlli, verifiche o, addirittura, all’eventuale sospensione delle attività.

Immagine fornita da shutterstock

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