La certificazione dell’Olio EvO Bio: dai sensori xFarm alla blockchain DNV GL

A colloquio con Domenico Francesco Pio Buondioli, un esempio di giovane che ritorna all’agricoltura per fare innovazione e che ci parla del progetto di tracciabilità e certificazione dell’olio extravergine Biologico basato sulla soluzione My Story di DNV GL e su xFarm.

Pubblicato il 16 Mar 2020

Domenico Francesco Pio Buondioli, Azienda agricola Buondioli

Autenticazione e certificazione dei prodotti agroalimentari sono alla base sia della sicurezza alimentare sia delle possibilità di proteggere e valorizzare il Food Made in Italy. E’ una convinzione dell’azienda agricola pugliese BuondiOli che ha scelto di sposare un progetto per la tracciabilità del proprio olio extravergine Biologico utilizzando la piattaforma My Story basata su tecnologia Blockchain. (a proposito di My Story suggeriamo anche la lettura del servizio legato al settore vitivinicolo La Blockchain di My Story DNV GL traccia la storia del vino dalla vite al bicchiere )

Per raccontare il progetto e l’esperienza di Buondioli, abbiamo raccolto la testimonianza di Domenico Francesco Pio Buondioli, che ci ha aiutato a comprendere la portata del progetto e gli obiettivi che permette di raggiungere.

Domenico Buondioli è anche un esempio di giovane che ritorna all’agricoltura per fare innovazione, per portarla al passo coi tempi e per applicare sul proprio territorio le conoscenze acquisite durante gli studi. In particolare Buondioli è tornato in azienda dopo le esperienze di studio in Environmental and Food Economics a Milano.

Ma prima di entrare nel merito di questo caso dobbiamo sottolineare che in casa Buondioli la qualità dell’olio è una vera e propria tradizione di famiglia e così la volontà di proteggere e valorizzare questa qualità facendo leva sulla vocazione all’innovazione e al ruolo che può svolgere nello specifico l’innovazione digitale. per questa ragione Buondioli ha scelto di proteggere la qualità del proprio olio Bio che viene prodotto sul Gargano con un progetto che vede da una parte l’innovazione, sul campo, di xFarm e sulla piattaforma di certificiazione blockchain di DNV GL. xFarm è una startup specializzata nella digitalizzazione in ambito agricolo mentre DNV GL è un ente di certificazione attivo a livello mondiale e insieme operano per un progetto che intende permettere di raccontare al consumatore la storia di uno dei prodotti simbolo della dieta mediterranea. Un prodotto, l’olio extravergine, che è purtroppo anche particolarmente minacciato dal fenomeno della contraffazione.

Il contesto è caratterizzato da una crescente attenzione alla qualità e alla autenticità nei prodotti da parte dei consumatori si accingono ad effettuare i loro acquisti anche nel segno di una attenzione alla genuinità dei prodotti che è vissuta come un valore aggiunto. Un valore assolutamente strategico per le aziende di piccole dimensioni focalizzate sulla fascia alta di questo prodotto.

La certificazione parte dai sensori e arriva alla blockchain per la gestione intelligente dell’oliveto

Buondioli dnvgl

Il progetto vede da parte di xFarm l’installazione di una stazione meteo xSense in un oliveto coltivato 100% Ogliarola Garganica Bio. Grazie a questa stazione, i sensori xSense registrano h24 parametri agro-meteorologici indispensabili alla gestione intelligente del campo. Le irrigazioni, le concimazioni, la potatura, la resa in frantoio, i trattamenti biologici effettuati sono tutti documentati da fotografie scattate dai sensori.

Successivamente alla raccolta dei dati, le informazioni relative alla trasformazione e all’imbottigliamento vengono inviate a xFarm. Il sistema le integra con i dati meteo di xSense e con le attività in campo registrate dall’applicazione gestionale. I dati elaborati vengono restituiti in forma di racconto al consumatore finale tramite My Story, la soluzione di digital assurance basata su Blockchain di DNV GL.

Nella Blockchain il sistema di registrazione delle informazioni funziona come una catena di blocchi: ogni volta che viene aggiunta una nuova informazione, ad esempio una lavorazione o un parametro meteo, viene aggiunto un blocco a questa catena virtuale di dati. Un elevato livello di crittografia limita l’hackerabilità di questi dati e, unito alla capacità automatica del sistema di riconoscere manomissioni, ne rende difficile l’alterazione.

Inoltre, queste catene sono decentralizzate e quindi distribuite in più copie su più sistemi, garantendo una coerenza generale. Se il produttore o un malintenzionato volessero modificare anche solo un’informazione, dovrebbero riuscire a de-crittografare tutti i blocchi, di tutte le catene, su almeno il 50% dei sistemi decentralizzati.

Avete dimostrato la possibilità di una vera tutela dal campo sino alla tavola di un prodotto di riferimento come l’olio. Qual è l’obiettivo di lungo periodo di questo vostro progetto?    

Domenico Francesco Pio Buondioli, Azienda agricola Buondioli

Gli obiettivi sono molteplici: sicuramente lo scopo primario è quello di raccontare la genuinità del nostro prodotto in un settore, quello dell’olio di oliva, che purtroppo è uno tra i più soggetti a frodi e contraffazioni a discapito del consumatore. In questo senso, per noi è un valore aggiunto poterci raccontare e mostrare con chiarezza quello che è semplicemente il nostro lavoro, senza nessuna “manipolazione” o “aggiunta”.

Se guardiamo più a lungo invece, per quanto riguarda la parte di gestione aziendale, grazie ad xFarm abbiamo digitalizzato l’azienda rendendola 4.0. Ora è più facile per noi e per i nostri agronomi valutare quando e come intervenire, dati alla mano. Questo ci porta ad un notevole risparmio di tempo e di risorse e ad un significativo aumento di produttività (stimiamo intorno ad un 10-15%). Ovviamente c’è sempre bisogno di mettere i piedi nel terreno, però si ha una percezione più “dall’alto” che ci permette di studiare la situazione da un punto di vista più tecnico.

Quali sono le problematiche per portare questo tipo di esperienza su una scala produttiva più ampia?  

Ad oggi non vedo grosse problematiche per rendere scalabile il progetto per una piccola-media impresa. Noi stessi abbiamo iniziato tracciando un solo campo (quello di Macchia Rotonda, in dialetto “Macchiardonne”) e prevediamo di estendere lo studio a tutti i nostri terreni.
Forse l’unica barriera è rappresentata dal costo d’investimento iniziale, che però prevediamo di coprire con l’aumento di produttività.

Come è cambiato il processo di lavorazione in azienda?  

Come processi lavorativi in realtà non abbiamo cambiato nulla: facciamo esattamente quello che abbiamo sempre fatto e che ci ha contraddistinto negli anni, cioè il nostro lavoro di olivicoltori con un occhio alla tecnologia che avanza.
La differenza più grande si ha nella modalità in cui riportiamo i dati. Mi spiego meglio: il sistema raccoglie tanti dati, dai parametri agronomici (che sono rilevati dai sensori installati in campo) ad alcuni dati che vanno inseriti manualmente (ad esempio il nome dell’utente che ha effettuato l’operazione di potatura in campo). In questo, piuttosto che riportare le lavorazioni sul classico quaderno di campagna (carta e penna) utilizziamo xFarm per riportare tutti i dati nel database che ci mettono a disposizione. Un vero e proprio quaderno di campagna digitale dove è possibile documentare le operazioni con foto e documenti, rendendo il tutto molto più accessibile e chiaro. 
Un’altra cosa che è cambiata è ovviamente la parte di controllo da parte di DNV GL (che prima ovviamente non c’era) che ha voluto presenziare le operazioni per certificare la veridicità delle stesse. 

Quali figure professionali sono state maggiormente coinvolte e con quali competenze?  

Il processo ha coinvolto tutta l’azienda dal punto di vista agronomico. In particolare mio padre, (Michele Buondioli, titolare dell’azienda) ha voluto compiere diverse operazioni in campo in prima persona. I nostri tecnici (agronomi) si sono interessati da subito al progetto ed hanno dato un grande supporto dal punto di vista dello studio dei dati in ottica di miglioramento della produttività.

Certificazione: un racconto che garantisce la qualità dell’olio

Il progetto BuondiOli si è concretizzato in questa fase in 1000 bottiglie di olio dotate di un QR code che tramite la piattaforma My Story mette il consumatore nelle condizioni di ripercorrere l’intera filiera di produzione dal campo alla tavola. Una filiera quella dell’olio extravergine di qualità che dimostra le caratteristiche di una cultivar autoctona e poco conosciuta con caratteristiche che si concretizzano in un basso grado di acidità, in una elevata concentrazione di polifenoli e in un sapore autentico.

La presentazione ufficiale in anteprima mondiale è avvenuta durante il GFSI, Conferenza sulla sicurezza alimentare tenuta a Seattle dal 25 al 28 febbraio 2020.

La videointervista a Domenico Buondioli

La blockchain e l’IoT al servizio della qualità agrolimentare

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