Secondo Coldiretti, sono 14 i miliardi di danni che il cambiamento climatico ha causato all’agricoltura nell’ultimo decennio solo in Italia.
Nel rapporto “Cambiamento climatico e territorio” presentato dal comitato scientifico dell’ONU, 66 scienziati hanno previsto un aumento dell’alternarsi di periodi di siccità a piogge estreme in tutto il mondo e il superamento di determinati livelli di CO2.
La crescita della CO2 nell’atmosfera facilita la crescita dei vegetali, ma oltre certi limiti aumenta la necessità di acqua e di nutrienti per conservare la stessa qualità delle colture. Se questo non avviene, si verifica uno scadimento a livello nutritivo dei prodotti agricoli (5,9-12,7% di proteine in meno, 3,7–6,5% in meno di zinco e 5,2–7,5% in meno di ferro).
L’aumento delle temperature medie e la crescita della popolazione in zone semiaride e costiere porta inoltre al rischio di salinizzazione delle acque superficiali e di falda. Un’alta concentrazione di sale nell’acqua e nel terreno influenza negativamente i rendimenti del raccolto rallentando la crescita delle piante e provocando squilibri nutrizionali e fenomeni di tossicità.
Il cambiamento delle temperature e del tasso di umidità porta infine ad una maggiore diffusione di parassiti e di specie aliene, come la cimice asiatica.
Ricerca e innovazione contro il cambiamento climatico
Intensificazione sostenibile, tecniche genetiche, intelligenza artificiale e urban farming con l’utilizzo di idroponica, aeroponica e acquaponica. Sono questi gli strumenti per la resilienza di imprese e società.
L’intensificazione sostenibile ha l’obiettivo di incrementare le produzioni e la redditività riducendo gli impatti ambientali dei processi grazie all’utilizzo della tecnologia e delle scienze agrarie e genetiche.
L’applicazione della genomica e dell’intelligenza artificiale aiuterà le piante ad adattarsi alle nuove condizioni climatiche, sopravvivere e continuare ad essere produttive. Questo significa anche utilizzare le acque con una maggiore percentuale di salinità dovuta alle temperature più elevate e quindi all’aumento dell’evaporazione.
Lo urban farming è una soluzione per avvicinare i luoghi della produzione a quelli del consumo, accorciando la catena logistica e riducendo l’impatto della produzione agricola sull’ecosistema. E poi ancora vertical farming, coltivazioni indoor e idroponica. Tutte metodologie di coltivazione atte a rispondere alla crescita della domanda di prodotti alimentari.
Di tutto ciò se ne parlerà a NovelFarm, mostra-convegno sulle innovazioni nell’agritech in programma i prossimi 19 e 20 febbraio a Pordenone Fiere.
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