La sostenibilità in questi anni si è imposta come uno dei trend principali che animano la filiera del settore agrifood, anche per effetto della accresciuta domanda dei consumatori finali. In questo senso si è da tempo mosso un attore importante del settore beverage come Peroni, che ha avviato a partire dallo scorso anno il progetto Campus Peroni, un centro d’eccellenza per la promozione e la diffusione della cultura della qualità e della sostenibilità in ambito agricolo e cerealicolo.
Come racconta ad AgrifoodTech Cristina Hanabergh, Sustainable Developer Manager di Birra Peroni, “La sostenibilità rappresenta uno dei valori che da sempre guida il nostro lavoro. Sostenibilità per noi significa supportare tutta la filiera che ogni giorno, da oltre 170 anni, contribuisce a portare sulle tavole dei consumatori un prodotto di alta qualità, con materie prime coltivate in Italia dai nostri circa 1.500 agricoltori. A loro mettiamo a disposizione momenti di formazione e innovazioni tecnologiche capaci di migliorare le performance produttive e la resa in modo sempre più sostenibile, sia con riferimento agli aspetti ambientali che per quanto riguarda l’impatto nei confronti dei territori e delle comunità in cui operano. Questo vale anche per i nostri stabilimenti che, negli ultimi 4 anni, hanno visto un aumento della produzione pari a 19,5%, con un taglio delle emissioni di CO2 del 11,94%”.
Una attenzione alla sostenibilità, quella del gruppo Peroni, che parte sin dall’inizio: tutto l’orzo coltivato e prodotto dalla filiera agricola viene conferito e lavorato presso la Malteria Saplo di Pomezia. È in questo contesto che nasce il Malto 100% italiano, ingrediente base dei prodotti Peroni, a cominciare dalle birre della famiglia Peroni. Ogni anno la malteria lavora circa 55 mila tonnellate di orzo, per una produzione di malto di circa 44.000 tonnellate. La trasformazione dall’orzo in malto per Birra Peroni richiede un processo lungo 8 giorni, durante il quale la corretta gestione delle temperature e dell’umidità prima in germinazione e poi in essiccazione portano alla produzione di un malto con un elevato contenuto di enzimi necessari per il processo di ammostamento e un profilo aromatico e di colore specifico tipico.
Il processo di maltazione prevede un giorno di macero per far partire la germinazione di tutti i semi di orzo in modo uniforme, portando la massa da una umidità di conservazione inferiore al 13% fino a quella ottimale di circa il 40%. Dopo lo stazionamento del malto verde (l’orzo umido che ha iniziato la germinazione), si passa all’ultima fase, quella dell’essiccazione che dura un giorno e durante la quale si interrompe la germinazione e iniziano a reagire tra loro alcuni elementi prodotti durante la germinazione per la formazione dei composti coloranti e aromatici tipici della birra Peroni.
In questo contesto si inserisce il progetto del Campus Peroni, un ambizioso progetto formativo che si propone di trasferire filiera agricola il patrimonio di conoscenze acquisito nel corso degli anni: “Attraverso questo progetto, vogliamo far sì che i valori, le competenze e il know-how di Birra Peroni in ambito agricolo e cerealicolo diventino patrimonio di tutti, a cominciare dalle nuove generazioni. Il progetto, nato in collaborazione con il CREA e con le Università di Teramo, Firenze, Perugia, Tuscia, Padova e Salerno, si rivolge sia agli agricoltori della nostra filiera, ai quali già da tempo garantiamo momenti di formazione dedicata, ma soprattutto agli studenti di agraria di alcune tra le più importanti università italiane. È con loro che stiamo portando avanti questa iniziativa che vuole promuovere la cultura della qualità e della sostenibilità facendo leva sulle migliori risorse accademiche e professionali di questo Paese. Il primo ciclo di seminari ha coinvolto gli studenti dei dipartimenti di scienze agrarie delle università di Firenze, Teramo e della Tuscia. Il nostro obiettivo è non solo quello formativo, nei confronti degli studenti e degli agricoltori, ma anche di più ampio respiro, cioè stimolare il dibattito e la ricerca su questi temi, ad ogni livello.” , spiega Hanabergh.
Oltre a Campus Peroni e all’attenzione diffusa nei confronti della sostenibilità, il Gruppo Peroni ha avviato anche una serie di iniziative che hanno a che fare con l’agricoltura di precisione e il digital farming: gli agricoltori della filiera hanno a disposizione la piattaforma Orzobirra.net di HORTA, un DSS (decision support system) che suggerisce agli agricoltori la corretta gestione degli input (dose di semina, concimazione, trattamenti, ecc.) calibrandoli sulle reali condizioni di fertilità del terreno, climatiche, delle pratiche agronomiche già seguite e della coltivazione precedente al fine di indicare le corrette quantità e/o tempistiche delle pratiche agronomiche necessarie e quindi per massimizzarne l’efficacia e ridurre gli sprechi di concime, carburante, trattamenti fitosanitari. Inoltre negli ultimi anni le attività di formazione – teorica e sul campo – hanno avuto come focus le opportunità di utilizzo di attrezzature e sistemi dinamici di precision farming e la gestione delle colture con mappe di prescrizione che consentono l’applicazione variabile in base alla reale esigenza della singola parte del campo coltivato. Il tutto supportato da sistemi di geo-localizzazione, foto aeree e satellitari fino all’utilizzo di droni.