Valmori, Image Line: più collaborazione e integrazione tra le soluzioni dell’agrifood

Tra i partner della ricerca condotta dall’Osservatorio Smart AgriFood, sostenuto dal Politecnico di Milano e dal laboratorio RISE dell’Università di Brescia, Image Line evidenzia come il settore, in continua evoluzione, ha bisogno di una maggiore integrazione delle soluzioni e delle applicazioni

Pubblicato il 21 Feb 2019

ivanovalmori

L’innovazione digitale nell’agrifood italiana è una realtà molto concreta che sta raggiungendo numeri rilevanti. Se pensiamo che nel 2018 il mercato ha registrato una progressione del 270% per un valore assoluto pari a 400 milioni di euro. Un fenomeno che come emerge dall’ultima ricerca dell’Osservatorio Smart AgriFood, promosso dal Politecnico di Milano e dal Laboratorio RISE (Research & Innovation for Smart Enterprises) dell’Università degli Studi di Brescia ha permesso al fenomeno del “digital farming” italiano di arrivare il 5% del mercato globale e il 18% di quello europeo. Ma che soprattutto sta mettendo a disposizione degli operatori di filiera, nuovi strumenti e nuove opportunità per ottimizzare la produzione e incrementare il business. (a questo servizio: Osservatorio Smart Agrifood: Agricoltura 4.0 a 400 milioni di euro nel 2018 lo scenario e i dati del mercato)

Le lettura del fenomeno digital di Image Line

Ma qual è il primo ostacolo che il mercato deve superare per fare in modo che strumenti tecnologici sempre più innovativi e piattaforme di gestione possano migliorare concretamente il lavoro degli operatori del settore? Image Line, azienda Hi-Tech italiana specializzata nell’innovazione digitale per l’agrifood e che nel 2017 è entrata a pieno titolo tra le PMI innovative italiane, ha partecipato alla ricerca in qualità di partner, offrendo la sua prospettiva al riguardo.

Uniformità applicativa e dizionario informatico

“Sono sempre di più le app, le web application e le soluzioni informatiche rese disponibili alle aziende agricole, ma al momento non dialogano tra loro. Occorre sviluppare uno standard unico tra le piattaforme, che consenta all’agricoltore di inserire e raccogliere i propri dati una sola volta” – ha dichiarato Ivano Valmori, fondatore di Image Line, intervenuto alla conferenza stampa di presentazione dei dati della ricerca dell’Osservatorio Smart AgriFood.

Se non si metteranno a disposizione degli agricoltori e dei consulenti agricoli delle vere e proprie soluzioni integrate, invece dello sviluppo dell’Internet of Things  si rischia di creare una vera e propria giungla di ‘Internet of NoThings’ (ovvero il “rischio” di internet del nulla)” – ha aggiunto Valmori.

In particolare, Image Line ha collaborato allo sviluppo del “Glossario dell’agricoltura 4.0”, ideato dall’Osservatorio e focalizzato sui temi ritenuti prioritari, a partire dalla definizione stessa di “Agricoltura 4.0”, per approfondire poi la descrizione delle tecnologie più diffuse, degli applicativi utilizzati dagli operatori del settore, fino alle tipologie di gestione del dato nell’agrifood (Agridata) e dei nuovi trend emergenti. Il Glossario servirà a uniformare la terminologia adottata e definire in modo chiaro e univoco i concetti più rilevanti dell’agricoltura moderna come i trend più interessanti.

Tracciabilità all’avanguardia

L’indagine ha permesso inoltre di evidenziare l’importanza cruciale dell’utilizzo delle nuove tecnologie per la tracciabilità alimentare: il 30% delle imprese ritiene il digitale importante per la riduzione degli errori di inserimento dei dati e del rischio di manomissione, il 27% nota una diminuzione dei costi nelle procedure di rintracciabilità e il 21% un risparmio di tempo per la raccolta dei dati.

Tra gli strumenti all’avanguardia si inserisce anche il QdC – Quaderno di Campagna di Image Line, un software che racconta la storia di tutto quello che è successo nell’azienda agricola, dalla semina alla raccolta. “Se ben gestito – commenta Valmori – è uno strumento molto utile per la rintracciabilità delle produzioni e per garantire la trasparenza del processo produttivo”. Registrando correttamente le operazioni colturali e i dati delle singole unità produttive, dall’inizio del ciclo di coltivazione fino alla raccolta, permette di sviluppare una vera e propria carta d’identità del prodotto che arriva sulle tavole dei consumatori. Grazie ad un QR-Code, si può infatti identificare univocamente un lotto e conoscerne direttamente le caratteristiche e la provenienza (produttore e luogo d’origine).

Immagine fornita da shutterstock

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