La prima tappa di AgriAcademy, che si è tenuta a Roma dal 18 al 20 ottobre, si è conclusa con la vittoria del progetto ComBEEnazioni, nato dall’idea dell’imprenditrice agricola Milena Zarbà, attorno al quale hanno lavorato nel corso della manifestazione un gruppo di sei giovani innovatori: Sergio Fronteddu, Antonello Garra, Giuseppina Solinas, Rocco Vallorani, Luca Rando, Michele Aliotta. ComBEEnazioni è un progetto di monitoraggio ambientale e dell’alveare attraverso l’innovazione messa a disposizione e dalle strumentazioni tecnologiche, da utilizzare per certificare il prodotto finale. L’obiettivo è migliorare la vita delle api e, conseguentemente, il prodotto finale, da offrire al consumatore in modo certificato. Ma allo stesso tempo la raccolta di dati di monitoraggio ambientale diventa, ne pieno spirito tecnologico che caratterizza l’agricoltura 4.0, anche fonte di informazioni per le comunità locali e gli enti pubblici, disponibili attraverso un’app e un sito Internet.
AgriAcademy è il progetto di alta formazione ideato e sviluppato da Ismea in collaborazione con il ministero delle Politiche agricole e forestali, che nei prossimi giorni si sposterà per le due tappe successive a Bologna e Bari, con le medesime modalità, ispirato alle metodologie del design thinking e della progettazione user-centrica: i migliori progetti saranno premiati con un tutoraggio personalizzato azienda. Si tratta in sostanza di una maratona non stop, una sorta di bootcamp creativo, in cui giovani imprenditori agricoli partecipanti, con l’aiuto del team di #Ruralhack, sotto la guida di Alex Giordano e dei mentor dell’Osservatorio SmartAgrifood, hanno la possibilità di sviluppare i propri progetti di impresa, fino a proporre i primi prototipi della loro idea. A comporre la giuria della tappa romana Andrea Bacchetti, direttore dell’Osservatorio Smart Agrifood, Fulvio Pellegrini dell’Università Sapienza di Roma e Roberto Milletti di Ismea.
A raggiungere la finale insieme al progetto vincitore sono stati “Orto dei miracoli” (kit pronto “made in Tuscany” composto di piante e semi certificati biologici, terriccio e concimi autoprodotti dagli scarti organici aziendali, e finalizzato a diffondere le piante da orto biologiche tra hobbisti e appassionati), “Distilleria Italiana” (come ricavare grappe e brandy dai prodotti autoctoni della Tuscia e dell’alto Lazio, ma anche di altri territori, come fico d’india, melograno, frutta e carciofi, mirto, fiori e piante aromatiche), e “Bosco aumentato”, che propone un nuovo modo di utilizzo, valorizzazione e gestione del bosco che coniuga sport, agricoltura e tecnologia.