I consumatori richiedono sempre maggiore trasparenza nella filiera agroalimentare, forse per effetto dei numerosi scandali che hanno coinvolto il settore negli anni passati e sulla spinta di una maggiore attenzione ai temi della sostenibilità. Questa esigenza è stata intercettata da una tecnologia come la Blockchain che, grazie alle sue peculiari caratteristiche, è in grado di certificare in maniera inequivocabile la provenienza e l’origine dei prodotti alimentari.
Non a caso negli ultimi anni si è assistito all’aumento dei progetti che prevedono l’applicazione della blockchain nel settore agroalimentare, con l’obiettivo di migliorare i processi di tracciabilità e di garantire la sicurezza, l’origine e la sostenibilità dell’intera filiera, dalla materia prima al prodotto finito.
Un momento di formazione riservato alle imprese aziende agricole, alimentari e della distribuzione
Ma cosa significa, nel concreto, applicare tale tecnologia alla filiera agrifood? Quali sono i benefici reali e le criticità? Di tutto questo si parlerà in occasione dell’evento “Blockchain e Smart AgriFood: quali impatti per la tracciabilità e la qualità alimentare?”, organizzato per il prossimo 14 novembre, dalle 14:30 alle 18:00, dal Politecnico di Milano.
L’evento è esclusivamente destinato alle aziende agricole, alimentari e della distribuzione.
A queste domande si cercherà di rispondere durante il workshop, che prevede la partecipazione di Valeria Portale, Direttrice Osservatorio Blockchain & Distributed Ledger e di Chiara Corbo, Ricercatrice, Osservatorio Smart AgriFood. Tra i casi aziendali, ci sarà l’opportunità di conoscere l’esperienza di due aziende molto note come Barilla e Terra&Grano. Per motivi organizzativi, la partecipazione al workshop deve essere comunicata entro e non oltre martedì 6 novembre a questo indirizzo email: chiara.corbo@polimi.it .