Da Corteva Agriscience focus sulla foodchain e sull’agritech digitale

Servizi per l’agricoltura digitale, sementi e protezione dei raccolti sono i tre focus centrali della nuova società che grazie all’acquisizione di Granular accelera la strategia di sviluppo sul precision farming, sui servizi e sui prodotti per la smart agrifood

Pubblicato il 05 Ott 2018

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Servizi per l’agricoltura digitale, Sementi e Protezione dei raccolti: sono questi tre gli asset di riferimento della nuova Corteva Agriscience, la società nata dalla divisione agricoltura di DowDupont nel febbraio scorso, raggruppando le tre grandi tipologie di business sopra citate ma con la missione per lavorare in diretta collaborazione con l’intero sistema agroalimentare per produrre cibo più sano e più sicuro. Corteva Agriscience ha riunito le tre realtà di DuPont Crop Protection, DuPont Pioneer e Dow AgroSciences, e ha avviato lo sviluppo di una forte focalizzazione nell’ambito dell’agricoltura digitale. Focalizzazione che arriva anche grazie a un asset fondamentale come Granular, la società statunitense di servizi e soluzioni digitali per l’agricoltura, acquisita proprio con l’obiettivo di rafforzare e accelerare la strategia digitale per la Smart agrifood e presidiare le attività legate al mercato agritech.

Focalizzazione sulla qualità della filiera agrifood

Ma uno dei temi principali arriva proprio dalla focalizzazione di Corteva sulla qualità alimentare, sul valore del cibo e della sua certificazione di filera. Matteo Piombino. che unisce la responsabilità del laboratorio agronomico Pioneer Italia alla gestione di un gruppo di lavoro foodchain osserva subito l’impegno della società nello sviluppo di una cultura fatta di competenze per  aumentare la conoscenza e la consapevolezza del mondo agricolo in merito alla domanda di prodotti alimentari”. Si tratta di una sfida importante che si pone l’obiettivo di aumentare l’attenzione su tutti i processi della filiera agroalimentare e di aumentare con questo impegno la qualità dei prodotti”.

“Il nostro obiettivo – spiega Piombino – è la valorizzazione del prodotto in termini di qualità specifica del prodotto stesso e come valore del Made in Italy”. In questo scenario purtroppo, l’agricoltore è spesso percepito come l’anello più debole della filiera e rischia di trovarsi un po’ isolato nello sviluppo dei processi di innovazione della foddchain. “Come fornitori di mezzi tecnici, competenze e innovazione digitale – prosegue Piombino – lavoriamo su tutta la filiera e siamo nella condizione di portare maggior supporto anche informativo alla produzione, alla distribuzione, al commercio ma in particolare il nostro obiettivo è proprio quello di portare questo sviluppo presso gli agricoltori”.

Una foodchain focalizzata sui bisogni del consumatore finale

La prospettiva di Corteva è quella di distribuire la capacità analisi delle esigenze dei consumatori finali e delle loro scelte per indirizzare in modo più preciso la capacità di produzione del settore primario. Agricoltura di precisione e, dunque, volendo alzare lo sguardo, arrivare alla prospettiva della “produzione di precisione”.

Come? Ecco che qui si entra nel perimetro di attenzione del digitale, che a livello di tracciabilità permette di portare al consumatore un valore sempre più alto in termini di qualità e di certificazione. Corteva porta valore sul piano della conoscenza e della tecnologia, grazie alla storia e alle esperienze nell’agricoltura di precisione, grazie allo sviluppo di prodotto basati sull’utilizzo di apparati che portano l’innovazione digitale sul territorio come l’Internet of things e con attività volte a massimizzare la produttività dei prodotti, la loro qualità e, appunto, la raccolta e la gestione dei dati lungo la filiera per garantire la loro certificazione.

Piombino sottolinea che Corteva può contare su un laboratorio interno che costruisce e lavora i dati per gli agricoltori. “Analizziamo campioni di prodotti, di terreni, di sementi e siamo nella condizione di fornire informazioni sempre più precise sulla qualità dei prodotti finali e sugli effetti di ogni passaggio. E poi c’è la gestione dei dati, la possibilità di lavorare su Big Data elaborati internamenti su archivi di conoscenza “storica” costruita con le decine di migliaia di elaborazioni realizzate da Pioneer.

Piattaforme digitali per l’agricoltura

E Piombino ci porta direttamente nell’ambito delle piattaforme software e digitali per l’agricoltura che nella fattispecie fanno riferimento anche al mondo Granular, azienda specializzata in soluzioni software e nella capacità di mettere a disposizione strumenti analitici che supportano gli agricoltori nel miglioramento dell’efficienza e della sostenibilità. Ma la logica di Corteva è primariamente orientata a creare un ecosistema agricolo per la condivisione di dati, servizi e fornire un orientamento verso una lettura delle prospettive commerciali. Granular permette il collegamento tra produttori, strumenti di analisi, open data e dati aziendali. Tra le varie soluzioni Granular dispone della piattaforma marketplace AcreValue.com, dedicato al settore immobiliare dei terreni agricoli; la soluzione per la gestione delle imprese agricole Farm Management Software e la piattaforma Encirca per indirizzare decisioni di carattere agronomico. Granular conta poi anche sulla partnership con il John Deere’s Operation Centre e con Planet, società del settore aerospaziale e di data analytics, per la commercializzazione di software e servizi di agricoltura digitale.

Immagini satellitari al servizio dell’agricoltura

Grazie a questo accordo Corteva potrà integrare le immagini satellitari globali di Planet nel software per la gestione agricola di Granular con un potenziamento degli strumenti di analisi a supporto degli agricoltori, sia per gestire i fattori rischio, sia per aumentare l’efficienza della produzione. In particolare Planet dispone di una delle più importanti flotte di satelliti e il team di scienziati di Granular ha lavorato alla realizzazione di strumenti che permettono la traduzione delle immagini di Planet in informazioni in grado di valutare lo stato di salute dei raccolti e dei terreni.

“Ma la sfida più importante – conclude Piombino – è quella del gruppo foodchain con competenze indirizzate alla innovazione al miglioramento di tutti i passaggi della filiera, in una prospettiva di Agricoltura 4.0, per aiutare tutti gli attori a capire in modo sempre più preciso l’esigenza del consumatore, per avere già in fase di scelte di produzione la visione dei prodotti che più frequentemente e intensamente vengono scelti sugli scaffali del retail o nei “mercati”.

Perché il vero obiettivo dell’agricoltore non deve essere nello sviluppo della produzione in assoluto, ma la capacità di indirizzare la produzione che serve al consumatore, con la visione dei livelli di qualità e di affidabilità che sono nelle aspettative dei consumatori finali.

Una risposta arriva appunto dalla  “precisione” e che può contribuire a migliorare la redditività delle imprese agricole e a rendere più efficiente tutta la filiera, riducendo gli sprechi e aumentando la qualità del lavoro e dei prodotti.

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