Di fronte alla piaga dell’inquinamento da plastica, l’Europa sta spingendo l’acceleratore verso una maggiore sostenibilità del packaging, costringendo le aziende a rivedere profondamente le proprie strategie operative. Le nuove normative, che iniziano ad emergere anche al di fuori del territorio comunitario, non costituiscono soltanto un ulteriore vincolo legislativo, bensì rappresentano una spinta decisiva verso l’innovazione sostenibile. In questo scenario, le aziende italiane si trovano al contempo di fronte a significative sfide e a opportunità uniche: adeguarsi prontamente alle norme può infatti trasformarsi in un vantaggio competitivo. Il ruolo della tecnologia si rivela cruciale, specialmente nella gestione e nel riciclo dei rifiuti di plastica, dove l’efficienza dei processi può fare la differenza sia in termini di impatto ambientale che di bilancio economico.
E’ lotta all’inquinamento da plastica nel packaging
Risale al 1° gennaio 2021 il primo tentativo dell’Unione Europea di arginare l’inquinamento da plastica che la porta a varare una tassa sugli imballaggi in plastica non riutilizzabili, sebbene alcuni Paesi inclusa l’Italia abbiano posticipato l’applicazione di questa misura. Parallelamente, le Nazioni Unite sono impegnate nella stesura dell’UN Plastic Treaty, che probabilmente giungerà a un accordo entro la fine dell’anno e che mira stabilire un accordo internazionale vincolante dal punto di vista legale, per contrastare l’inquinamento da plastica lungo l’intero ciclo di vita del materiale.
Le previsioni attuali indicano infatti che, in assenza di interventi efficaci, la produzione di nuova plastica potrebbe raddoppiare entro il 2040 a livello globale. Inoltre, stante la crescente consapevolezza sociale e imprenditoriale e le varie misure già in atto, solo il 10% della plastica viene attualmente riciclata. Ancora, le emissioni di gas a effetto serra derivanti dalla produzione, gestione e smaltimento di materie plastiche rappresentano circa il 3,3% delle emissioni globali.
L’impatto delle normative europee sul packaging
Questo fermento normativo impone una rivisitazione dei processi produttivi e stimola un ripensamento strategico sul ciclo di vita dei materiali. L’adozione di tali normative richiede infatti di reinterpretare il modo in cui i prodotti vengono confezionati e presentati al mercato, cercando di trasformare le sfide dettate dalla necessità di compliance in opportunità di innovazione e di differenziazione sul mercato.
Questo scenario ha reso imprescindibile l’investimento in ricerca e sviluppo per creare materiali innovativi che rispondano sia alle pressioni regolamentari sia al crescente interesse dei consumatori verso prodotti ecologicamente responsabili. Inoltre, l’impatto di queste normative si estende oltre la produzione, influenzando profondamente le strategie di marketing e la percezione del brand, costringendo le aziende a riconsiderare la loro identità visiva e comunicativa in funzione di un impegno autentico verso la sostenibilità.
Packaging e plastica, in Italia il divario tra consapevolezza e azione
SAP ha diffuso i risultati di una ricerca condotta da SAP Insights in Italia, Spagna e Portogallo che ha sondato il livello di conoscenza delle aziende e l’impatto delle nuove normative sul packaging sui processi e sulle attività di business. Allo studio hanno partecipato circa 750 leader aziendali con responsabilità funzionali nel settore del packaging, del branding, del design e della sostenibilità.
Ciò che si evince dal rapporto è che l’83% delle organizzazioni italiane dichiara di essere a conoscenza delle normative riguardanti gli imballaggi, come ad esempio tasse, tariffe e normative future, e il 66% dichiara di comprendere l’impatto sulla propria organizzazione delle normative europee sugli imballaggi e sui relativi rifiuti.
Nonostante questa dichiarata familiarità con le normative, solo il 3% delle imprese italiane si considera in linea con gli obiettivi dell’UN Plastic Treaty. Il 72% prevede di dover apportare modifiche moderate o minime per conformarsi, mentre il 25% ritiene che saranno necessari cambiamenti sostanziali. In confronto, solo il 19% delle aziende portoghesi e il 18% di quelle spagnole prevedono modifiche significative.
Materiali riciclati e redesign: le due aree su cui intervenire
Le principali aree di intervento per adeguarsi alle normative europee sul packaging e sui rifiuti di imballaggio sono l’uso di materiali riciclati, come indicato dal 77% dei partecipanti, e la modifica del design degli imballaggi per facilitarne il riciclo, menzionata dal 75%.
A giocare un ruolo determinante nella comprensione del processo di riciclo dei rifiuti sono i dati. A questo proposito, lo studio mette in luce che, sebbene molte aziende italiane siano intenzionate a incrementare l’uso di materiali riciclati e a migliorare la capacità di riciclare gli imballaggi, poche registrano effettivamente i dati necessari per redigere rapporti di conformità. Solo il 45% delle imprese italiane monitora il contenuto riciclato, rispetto al 49% in Spagna e Portogallo.
Tecnologia come alleato per la riciclabilità dei materiali
Come affermato da Adriano Ceccherini, Chief Business Officer di SAP Italia: “Uno dei grandi problemi con i rifiuti di plastica è la difficoltà nel comprendere la riciclabilità dei materiali. La tecnologia si rivela un’importante alleata per le aziende quando si tratta di tenere traccia delle informazioni e analizzare i dati per comprendere meglio la riciclabilità dei materiali, introdurre i cambiamenti necessari ed essere in grado di rispettare le normative attuali e future”.
Aziende come González Byass fanno già affidamento sulle soluzioni SAP per rispettare l’imposta sul packaging in plastica. In questo modo possono calcolare con precisione commissioni e imposte per adeguarsi alle normative nei diversi mercati, ottimizzare la scelta dei materiali in base agli impegni aziendali e ridurre significativamente i rischi legati alle normative future.
Soluzioni software come SAP Responsible Design and Production e SAP Green Token offrono alle aziende gli strumenti per monitorare e misurare l’uso dei materiali, facilitando la progettazione di prodotti in linea con l’economia circolare. Attraverso l’utilizzo di questi tool avanzati, le aziende possono non solo conformarsi alle normative vigenti ma anche anticipare future regolamentazioni ambientali. Inoltre, la capacità di tracciare e analizzare i dati relativi al contenuto riciclato dei materiali permette alle organizzazioni di ottimizzare i processi produttivi, ridurre gli sprechi e migliorare l’impronta ecologica complessiva del prodotto finale.
“Comprendiamo la complessità che le aziende si trovano ad affrontare nel rispettare le normative attualmente in vigore per ridurre i rifiuti di plastica e siamo pronti con processi e sistemi per aiutarle a cogliere rapidamente l’opportunità e scalare l’impatto per porre fine a questa tipologia di inquinamento”, conclude Ceccherini.