C’era e c’è bisogno di prendere posizione, di definire degli orientamenti, delle indicazioni. L’ESG ha dato concretezza alla sostenibilità ma restano tanti spazi “grigi”, tanti interrogativi a cui rispondere. Per farlo servono indicazioni sempre più chiare. Ed è con lo spirito con cui si guarda non tanto alle risposte ma alla strada da intraprendere per cercare quelle risposte che si guarda oggi alla presentazione della Carta degli investimenti sostenibili della Banca D’Italia. La Banca centrale del nostro paese ha scelto di pubblicare questo documento con l’obiettivo di sottolineare l’impegno volto a contribuire allo sviluppo sostenibile dell’Italia grazie anche alla gestione dei propri investimenti attraverso una serie di obiettivi che riguardano la promozione della sostenibilità in chiave ESG; la volontà di premiare scelte di investimenti in linea con il miglior profilo environmental, social, governance; e lavorare a una comunicazione orientata alla finanza sostenibile per dare evidenza dei risultati raggiunti grazie a investimenti orientati anche all’ambiente e alla società.
La sinergia tra sviluppo economico e lotta al climate change: servono indicazioni chiare e un intervento corale
La centralità del contributo è nel rapporto tra sviluppo economico e rischi legati ai cambiamenti climatici. Gli scenari più pericolosi per il pianeta inquadrano un innalzamento delle temperature dell’ordine di 3 gradi nell’orizzonte di fine secolo, uno scenario nel quale sono chiaramente evidenti i rischi e le conseguenti catastrofi climatiche, sociali ed economiche. Per evitarle è assolutamente necessario impedire l’innalzamento delle temperature, ovvero accelerare i processi di riduzione delle emissioni globali di gas serra e la trasformazione energetica ed economica. L’obiettivo di una riduzione del 50% entro il 2030 deve essere raggiunto e servono garanzie in questo senso, diversamente risulterà assai difficile ottemperare all’altro grande obiettivo della neutralità carbonica entro il 2050, obiettivo a sua volta certamente ambizioso, ma raggiungibile. Solo però se si creano le condizioni affinché tutti possano fare la loro parte. Nessuno escluso.
La Legge sul Clima recentemente approvata provvede a fornire precise indicazioni al riguardo, indicando tra l’altro un obiettivo di riduzione delle emissioni nette di gas a effetto serra pari ad almeno il 55% entro il 2030 a livello UE rispetto ai livelli del 1990 e confermando il grande traguardo della neutralità climatica dell’UE per il 2050. La ricerca di Eurobarometer sul rapporto con i cambiamenti climatici evidenzia che i cittadini europei attribuiscono ai singoli paesi nazionali la principale responsabilità nell’azione per raggiungere questi obiettivi e che per ottenere questo scopo servono azioni più incisive, come premiare le buone pratiche e i comportamenti virtuosi. Nello stesso tempo occorre scoraggiare tutte quelle pratiche industriali e sociali che implicano un costo “sociale” importante in termini di emissioni di gas serra e dunque di impatto ambientale.
L’economia svolge a sua volta un ruolo fondamentale così come le Banche Centrali hanno anche il compito di indirizzare e favorire gli investimenti che possono contribuire al raggiungimento di questi obiettivi. Se l’Agenzia internazionale dell’energia mette in evidenza che per ottenere la riduzione del 50% delle emissioni di gas serra entro il 2030, occorre moltiplicare per tre il volume degli investimenti in energie rinnovabili, per arrivare alla cifra di 4.000 miliardi di dollari l’anno a livello globale ecco che servono operazioni speciali a cui il mondo della finanza è chiamato a fare la sua parte favorendo o stimolando investimenti indirizzati espressamente alla transizione energetica o alla riduzione dell’impatto climatico.
Come contribuire alla sostenibilità economica grazie a scelte di investimento responsabile verso l’ambiente e la società
Oggi con la Carta degli investimenti sostenibili, la Banca d’Italia esprime la propria visione in qualità di investitore finanziario con un approccio che richiama i principi dell’Eurosistema, relativo all’applicazione di modelli di investimento sostenibile e responsabile per i portafogli destinati a finalità diverse dalla politica monetaria. Come accennato all’inizio, la Carta indica la strategia base per gli investimenti finanziari della Banca d’Italia concretizzandola in questi grandi punti:
- le linee guida del Global Compact delle Nazioni Unite;
- gli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU per lo sviluppo sostenibile;
- l’Accordo di Parigi sul Clima, per mantenere l’incremento della temperatura media globale ben al di sotto dei 2 °C e agire per limitare tale aumento a 1,5 °C.
La Carta raccoglie anche le indicazioni che sono arrivate dal Network for Greening the Financial System, e dell’Eurosistema per indirizzare i portafogli nella direzione di criteri di investimento sostenibili e responsabili in chiave ESG. La misurazione dei rischi climatici e la valutazione dei rischi environmental in termini di impatto sui dati macroeconomici e finanziari è parte integrante delle attività delle banche Centrali. A questo lavoro si è aggiunto uno studio specifico sugli scenari legati alla finanza sostenibile.
Con questa Carta, dunque, la Banca d’Italia intende integrare gli aspetti ambientali, sociali e di governo societario (ESG) come criteri che ispirano la gestione del portafoglio azionario. Il tutto al netto di altre valutazioni legate ai principi che indicano di preferire le realtà attente all’utilizzo responsabile delle risorse naturali, a una gestione sociale sempre più responsabile e all’impatto sugli ecosistemi. La Carta degli investimenti sostenibili ha un peso specifico molto importante in quanto è destinata a influenzare le attività gestite in autonomia dalla Banca d’Italia nella forma di investimenti che come volume complessivo al 2020 arrivavano a 190 miliardi di euro.
Scarica QUI il documento ufficiale della Carta degli investimenti sostenibili della Banca d’Italia