Spinta dalla crescente e consapevole adozione di tecnologie all’avanguardia, la digitalizzazione del settore manifatturiero procede a ritmo sostenuto, intervenendo dalla pianificazione strategica alle attività operative end-to-end. Nonostante i benefici in termini di produttività ed efficienza, l’adozione di soluzioni che hanno a che fare con Internet of Things (IoT) e Intelligenza artificiale aumenta anche la superficie di attacco esposta alle minacce informatiche. Il World Economic Forum ha recentemente evidenziato come la maggiore velocità di connessione e la disponibilità di quantità di dati sempre più ampia nell’ecosistema manifatturiero ne abbiano esacerbato la vulnerabilità.
Non a caso, per tre anni consecutivi il comparto manifatturiero è stato il più colpito dai cyber attacchi: è stato vittima di circa il 26% di tutti gli attacchi registrati, di cui il ransomware ha rappresentato il 71% degli incidenti. Interruzioni di tale portata possono causare la chiusura temporanea degli impianti e avere impatti devastanti sull’intera organizzazione: ritardi nelle consegne, erosione della fiducia nel brand e potenziale perdita di clienti a favore della concorrenza.
Al contempo, le aziende manifatturiere devono conformarsi a numerose normative internazionali per la sicurezza informatica, come il NIST Cybersecurity Framework negli USA o la Direttiva NIS2 e il Cyber Resilience Act nell’UE, che mirano alla protezione dei processi aziendali e dei dati sensibili ma possono risultare complesse e costose da implementare.
Di fronte al crescente rischio di attacchi cyber e alle pressioni normative, è cruciale concentrarsi sul concetto di cyber resilience. A tal proposito, Federico Botti, Vice President Security & Resiliency Practice di Kyndryl Italia, esplora le strategie fondamentali per proteggere il settore manifatturiero dalle crescenti minacce cyber, enfatizzando l’importanza di adottare soluzioni innovative senza compromettere la sicurezza.
Primo step: assicurare l’operatività minima
Per le imprese manifatturiere, la tolleranza per i tempi di inattività operativa è molto bassa e garantire la continuità aziendale è fondamentale: per questo è necessario identificare gli asset che assicurano l’operatività minima, ovvero quegli elementi indispensabili per gestire i processi aziendali critici, le risorse chiave e i dati che li supportano. Per garantire che l’impresa sia resiliente dal punto di vista informatico, questi asset – che vanno dai sistemi che gestiscono lo stabilimento alle infrastrutture che alimentano la supply chain – devono essere protetti con la massima priorità.
È altresì importante considerare i tempi di ripristino degli asset e determinare il periodo minimo di inattività tollerabile per consentire ai sistemi di ripristino di operare efficacemente. Una volta stabiliti questi criteri, i leader industriali possono avvalersi della collaborazione di esperti per implementare le corrette strategie di resilienza aziendale mirate a garantire che i sistemi aziendali e i dati siano sempre disponibili e possano essere recuperati in modo affidabile entro il tempo medio di ripristino.
Creare un piano per la dismissione degli Asset Legacy
Poiché i produttori industriali si affidano a sistemi legacy per gestire l’operatività, è importante effettuare regolarmente un inventario degli asset e valutare quali necessitano di un aggiornamento. I sistemi obsoleti possono infatti presentare vulnerabilità critiche a causa della mancanza di patch aggiornate, che li renderebbe più esposti agli attacchi. Inoltre, sono meno affidabili poiché gestiscono carichi di lavoro superiori a quelli per cui sono stati progettati.
Gestire il rischio legato ai fornitori
Il settore manifatturiero ha un complesso ecosistema di partner che presenta diversi potenziali rischi in termini di sicurezza informatica e conformità normativa. Gli input critici sono fondamentali per la produzione e, in caso di mancanza, le stesse operazioni potrebbero rallentare o subire arresti, con conseguenze significative per l’azienda.
È dunque essenziale allineare la strategia di gestione del rischio dei fornitori agli obiettivi aziendali e aggiornare regolarmente il registro dei rischi e i report relativi. È inoltre fondamentale avere una mappatura delle relazioni con i fornitori esterni, nonché di piani alternativi per garantire il reperimento degli input nel caso in cui i fornitori con cui si collabora non fossero più in grado di fornirne.
Costruire una cultura alla cyber resilience
La maggior parte degli incidenti informatici può essere attribuita a errori umani che, inconsapevolmente, vanno ad agevolare le violazioni. La Gen AI contribuisce ad aumentare il rischio di manipolare con successo tali attori inconsapevoli, consentendo l’esecuzione di attacchi di phishing realistici e sofisticati. Inoltre, permette di sviluppare malware in grado di eludere i controlli convenzionali con maggiore efficacia.
Mantenere un costante focus sulla sicurezza informatica è cruciale per garantire non solo la sicurezza ma anche la gestione dell’organizzazione aziendale. La consapevolezza e la comprensione devono evolvere man mano che gli attacchi diventano più frequenti e complessi. Promuovendo una cultura di attenzione alla cyber security e di sano scetticismo, le organizzazioni mettono i dipendenti in grado di navigare nel panorama di minacce in continua evoluzione e di rimanere al sicuro dal punto di vista informatico.