Debate

B20, Marcegaglia: “Trasformazione digitale motore di sviluppo, sostenibilità e inclusione”

Al via i lavori del Digital Transformation in Production for Sustainable Growth Forum. La past president di Confindustria apre i lavori al fianco del ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti: “Potenziale non ancora espresso: necessario puntare su cooperazione pubblico-privato e tecnologia etica”. All’evento, organizzato con la presidenza italiana del G20, si discuterà di vari topic chiave, tra cui la digitalizzazione della produzione per una transizione verde

Pubblicato il 24 Giu 2021

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“Entro il 2022 il 60% del Pil mondiale dipenderà dalle tecnologie digitali, la stima è del World Economic Forum. La trasformazione digitale può essere un motore chiave dello sviluppo economico, una leva nella lotta al cambiamento climatico, un potente abilitatore di inclusione sociale, un vettore di creazione di posti di lavoro”. Queste le parole con cui Emma Marcegaglia, presidente del B20, ha aperto i lavori del Forum Digital transformation in production for sustainable growth, organizzato congiuntamente dal B20 e dalla presidenza italiana del G20.

“Ma – ha aggiunto la past president di Confindustria, affiancata dal ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti – il potenziale della trasformazione digitale non si è ancora pienamente espresso per una serie di fattori: un’eterogenea diffusione e capacità di connessione di rete a livello nazionale, lacune e incoerenze tra i principi e i quadri normativi che portano a squilibri competitivi, la mancanza di fiducia nelle tecnologie digitali, e adeguate
competenze digitali nelle aziende, tra cittadini e lavoratori”.
Il nostro appello come B20 – ha concluso Emma Marcegaglia – è di promuovere la cooperazione pubblico-privato nella ricerca tecnologica rilevante per il business, ma anche di garantire uno sviluppo e una diffusione delle tecnologie etica e responsabile”.

Quattro assi di discussione

Digitalizzare la produzione per una transizione verde è uno dei quattro assi di confronto su cui poggia il Forum. Alla base vi è la convinzione che la digitalizzazione della produzione possa contribuire al raggiungimento degli obiettivi di politica ambientale per tutti i paesi del G20. “Allo stesso tempo – spiegano gli organizzatori -, la transizione verde apre a nuovi mercati e opportunità per settori industriali, in particolare per attingere alla crescente domanda globale”. In vista della COP26, la sessione delineerà quindi quali politiche e pratiche siano cruciali nella digitalizzazione della produzione per una transizione verde.

Ma vi sono anche altre tre tematiche al centro dell’attenzione del Forum, che intende fornire spunti e riflessioni utili per l’incontro ministeriale “Innovazione e Ricerca” in programma a Trieste il 5 e 6 agosto prossimi:

  • Tecnologia, competenze e beni immateriali per aumentare la produttività: la diffusione delle tecnologie in tutti i settori economici è fondamentale e deve includere non solo l’hardware, ma anche gli investimenti e il know-how necessari per sfruttarle pienamente, a partire da nuove forme di organizzazione aziendale. Questa sessione mette a fuoco le strategie di adozione della tecnologia digitale da parte delle start up e delle PMI e la condivisione di queste competenze tra i paesi del G20?
  • Nuovi modelli di business per favorire l’accesso al mercato e rafforzare gli ecosistemi innovativi: la trasformazione digitale ha cambiato il modo in cui il valore viene creato e condiviso dagli attori economici. L’informazione e la conoscenza sono una componente sempre più cruciale del processo produttivo, sia per valutare le esigenze della domanda sia per gestire in modo efficiente gli input della produzione. Questa sessione si concentrerà sulle politiche di supporto alle startup con business model innovativi, accompagnando l’introduzione di nuovi modelli da parte delle aziende di lungo corso.
  • Migliorare la sicurezza digitale e l’accesso ai dati per le piccole e medie imprese: due sfide trasversali fondamentali che le imprese devono affrontare per beneficiare della digitalizzazione in ambito produttivo. La sessione offre una panoramica di best practice in atto nei paesi del G20: dalle agende nazionali sulla cyber security ai tentativi per migliorare l’accesso delle PMI ai Big Data grazie alla standardizzazione dei protocolli.

Ibarra: “Digitale non come fine, ma come mezzo”

Previsto anche l’intervento di Maximo Ibarra, in qualità di presidente della task force Digital transformation del B20: “Il nostro impegno è quello di contribuire a esprimere il potenziale della trasformazione digitale, anche come motore della ripresa: supportando una cultura del digitale non come fine, ma come mezzo per semplificare la vita delle persone e incrementare le occasioni di business. Ma anche per favorire soluzioni più efficaci per il sistema pubblico – spiega -. Le proposte che la task force presenterà ai leader del G20 per superare il digital divide si concentreranno su 3 aree chiave. La prima è la connettività, sostenendo lo sviluppo di reti ultra-veloci: oggi oltre il 49% della popolazione mondiale non ha un accesso stabile a Internet e si stima che per ogni 10% in più di diffusione di banda larga possa generare un aumento di Gdp tra lo 0,5-1,5%. Per l’Italia fondamentali saranno gli investimenti che il Governo ha pianificato ma soprattutto la nostra capacità di realizzarli, e politiche di sostegno alla ricerca e all’innovazione tanto nel settore pubblico giornata in cui è previsto anche l’intervento di quanto in quello privato. Inoltre è fondamentale lavorare sulle nuove competenze a 360 gradi di chi quelle tecnologie deve usarle includendo tutti gli attori dell’economia digitale, come Pa, imprese, cittadini e consumatori”.

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