Nella lotta contro l’emergenza Covid-19 i luoghi di lavoro sono stati individuati fin da subito come una delle aree più esposte alla pandemia. Uffici e fabbriche, infatti, comportano la concentrazione di un numero considerevole di persone, chiamate a condividere locali e spazi comuni così come a collaborare a stretto contatto per la realizzazione di determinate attività. Queste caratteristiche peculiari hanno spinto i governi di tutta Europa, nella fase più acuta della pandemia, a bloccare tutte le attività definite come non essenziali, così da evitare l’innesco di nuovi focolai infettivi. D’altronde, la protezione della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro costituisce un obbligo di legge a tutti gli effetti: in Italia la norma di riferimento è Il Testo Unico per la Sicurezza dei Lavoratori, emanato con il D.Lgs. 81/2008 e successivamente integrato, che stabilisce degli obblighi precisi in capo ai datori di lavoro.
Risk e Safety management: cosa dicono i protocolli nazionali
New Normal in sicurezzaQuesto spiega perché, in vista della Fase 2, siano stati siglati dei protocolli disciplinari, promossi dall’INAIL (Istituto Nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro), che hanno stabilito le misure di contenimento e prevenzione da seguire nei luoghi di lavoro per far fronte all’emergenza Coronavirus. Sostanzialmente, le attività aziendali sono classificate in base al livello di rischio (basso, medio o alto) tenendo conto di tre criteri:
1) L’esposizione, ossia la possibilità di contrarre il virus in ambiente di lavoro. 2) La prossimità, ovvero la possibilità di mantenere il distanziamento sociale. 3) L’aggregazione, quindi la facilità di entrare in contatto con persone terze non direttamente dipendenti dell’azienda.
L’INAIL, inoltre, ha classificato anche le misure di prevenzione, dividendole in tre macro aree:
1) Organizzativa, che incentra l’attenzione sulla riorganizzazione degli spazi di lavoro, della turnistica e di forme di lavoro a distanza.
2) Protezione primaria, ovvero formazione, informazione, sorveglianza sanitaria e l’utilizzo dei DPI, vigilanza sull’uso effettivo della mascherina durante la permanenza.
3) Prevenzione dei nuovi focolai, in cui rientra la misurazione della temperatura corporea.
I consigli dell’Agenzia europea per la salute e la sicurezza del lavoro nel Risk e Safety management
Alcune importanti indicazioni su come tradurre in pratica queste indicazioni arrivate dai disciplinari dell’INAILl arrivano da un documento rilasciato dall’Agenzia europea per la Salute e la sicurezza del lavoro (EU-OSHA), a sua volta basato sull’identificazione e la valutazione del rischio.
Il primo punto è relativo all’adeguamento dei luoghi di lavoro: occorre installare in azienda barriere impermeabili tra i lavoratori, soprattutto se non sono in grado di mantenere la giusta distanza tra loro. Le barriere possono essere apposite o improvvisate utilizzando articoli come fogli di plastica, pareti divisorie, cassetti mobili o unità di magazzinaggio. Se non è possibile l’utilizzo di una barriera, deve essere creato uno spazio aggiuntivo tra i lavoratori, ad esempio accertandosi che ci siano almeno due scrivanie vuote ai lati di ciascuno. Se il contatto ravvicinato è inevitabile, il consiglio è di mantenerlo comunque inferiore a 15 minuti. Un’altra indicazione per i datori di lavoro è quella di attivarsi per ridurre il contatto tra reparti diversi e squadre di lavoratori diversi all’inizio e alla fine di ogni turno, favorendo anche la riduzione del numero di persone che condividono in uno stesso momento gli spazi comuni (sale mensa, aree snack ecc).
Tema fondamentale riconosciuto dall’agenzia europea è naturalmente quello della sanificazione: i dipendenti devono essere forniti di acqua e sapone o di un igienizzante mani adeguato in punti comodi. Gli ambienti vanno puliti di frequente, soprattutto i banchi, le maniglie delle porte, gli oggetti di lavoro e altre superfici che le persone toccano spesso e, se possibile, occorre assicurare una buona ventilazione.
Il Risk e Safety management e la mobilità
Le aziende devono adoperarsi per agevolare l’uso di mezzi di trasporto individuale anziché di quelli collettivi, per esempio rendendo disponibile un parcheggio auto o un luogo in cui lasciare le biciclette in sicurezza e promuovendo il raggiungimento del luogo di lavoro a piedi, se possibile. All’occorrenza, anche nella Fase 2 e nella Fase 3, vanno messe in atto politiche sui permessi flessibili e sul lavoro a distanza per limitare la presenza nelle sedi aziendali. Sul luogo di lavoro e in altre aree visibili vanno esposti cartelloni che invitino i lavoratori rimanere a casa in caso di malattia, nonché le norme da seguire per l’igiene e la prevenzione della pandemia sul posto di lavoro. Se, nonostante tutte queste misure, permane comunque un rischio d’infezione, diventa indispensabile fornire tutti i DPI (dispositivi di protezione individuali) necessari. È altresì importante offrire formazione ai lavoratori sul corretto uso dei DPI e vigilare sul rispetto delle indicazioni fornite. Oltre a questo, le aziende sono tenute a rilevare la temperatura corporea delle persone in ingresso e assicurare l’adeguato distanziamento tra le persone. In ogni caso, è importante che redigere (per chi non lo abbia già fatto) o aggiornare i propri piani d’emergenza, nel caso si verifichi in futuro una recrudescenza della pandemia.
Le soluzioni Vodafone Unlock
Un complesso di normative da rispettare e soluzioni da adottare che non è certo semplice per il mondo delle imprese, chiamate a cambiare i propri processi in tempi estremamente rapidi. In questo senso, Vodafone Business mette a disposizione Vodafone Unlock, un portafoglio di soluzioni tecnologiche dedicato a tutte le realtà aziendali che vogliono garantire la massima sicurezza degli ambienti di lavoro nella ripartenza delle attività produttive. In particolare, Vodafone Unlock offre prodotti e soluzioni per la rilevazione della temperatura corporea e il controllo degli accessi, il distanziamento sociale, il controllo dei flussi e la purificazione degli ambienti. Le soluzioni per l’unlock di Vodafone Business si applicano a numerosi scenari, sia i piccoli spazi (negozi, sale d’attesa) sia le grandi aree comuni con dinamiche complesse di flussi di persone. Previsto anche un servizio completo e dedicato che include, oltre a fornitura, installazione e manutenzione, anche assistenza e consulenza.
Ad esempio, per quanto riguarda la protezione dei dipendenti negli ambienti di lavoro, sono disponibili sistemi automatizzati e non invasivi di rilevazione della temperatura tramite termoscanner. Oltre alla misurazione della temperatura, i termoscanner consentono di rilevare anche la presenza e il corretto posizionamento della mascherina. Per i locali chiusi di grandi dimensioni come centri commerciali, showroom e mense, sono invece disponibili sistemi che utilizzano termocamere intelligenti in grado di rilevare la temperatura al passaggio di più persone contemporaneamente (fino a un massimo di 30). Gli stessi sistemi consentono di verificare quante persone sono presenti all’interno di uno spazio, così da stabilire quante ancora possono affluire garantendo il rispetto del corretto distanziamento sociale. Un’ulteriore possibilità è l’abbinamento di questa tecnologia con un’app che permette all’utente di prenotare una postazione di lavoro o una visita.
L’altra grande tema affrontato da Vodafone Business è quello del distanziamento fisico. Tramite un semplice braccialetto connesso, del tutto simile a quello impiegato abitualmente dalle guardie giurate, si può garantire il rispetto della distanza di sicurezza senza compromessi sull’operatività. Le soluzioni Unlock di Vodafone Business sono concepite per rispondere alla necessità di garantire la salute e la sicurezza di dipendenti e clienti, ma sono scalabili e disegnate anche per abilitare strategie e investimenti futuri, così da favorire una digitalizzazione più ampia dei modelli di business.